Il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di France Football. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“Sto vivendo un sogno, dopo tanti sacrifici fatti. Non molti si aspettavano che potessi raggiungere certi livelli, ho avuto diversi compagni di talento che non sono riusciti ad emergere definitivamente. Mi ritengo un perfezionista, è una cosa che mi ha reso più forte. Cerco di migliorare giorno dopo giorno. Momento più difficile? Al Metz, lì ho capito che dovevo vivere il calcio come una passione. Non riuscivo ad esplodere e diventavo insopportabile per parenti ed amici, il calcio era diventato qualcosa di secondario e puntai sugli studi. Se non avessi giocato a calcio mi sarebbe piaciuto lavorare nel settore bancario o in quello assicurativo, ero molto bravo in matematica. O magari sarei stato insegnante di educazione fisica. Allenatori? Tutti quelli che ho avuto sono stati importanti per me, non dimentico Benitez. Ricordo di avergli chiuso il telefono in faccia per ben tre volte perchè credevo fosse uno scherzo di amici. Fu incredibile scoprire come fossi realmente il mister, dovevo arrivare al Napoli già a gennaio ma non se ne fece nulla e arrivai in estate perchè Rafa tornò a cercarmi. Quando arrivai a Napoli ebbi la fortuna che non ci fossero i big, via per il Mondiale. Mi sono messo in mostra e ho fatto conoscere cosa sapessi fare, mi sono ambientato velocemente per capire le idee dello spogliatoio e ho imparato subito l’italiano. Amo la città, i napoletani sono un popolo davvero unico. Qui si vive di calcio e il presidente De Laurentiis ne è la prova. Si tratta di un presidente atipico, lavora quotidianamente per migliorarci. E’ una brava persona ed è pazzo della squadra così come i tifosi. La mia famiglia conosce meglio di me le bellezze della città, quando giriamo per strada firmiamo autografi e facciamo foto. Le responsabilità e la pressione non mi hanno mai spaventato, fa parte dell’essenza del calcio. Maradona? Non ci potevo credere che uno come lui chiedesse la mia maglia, pensavo fosse uno scherzo ma Diego mi ha scioccato con questa sua richiesta. Quando mi mandò una sua foto per ringraziarmi non potevo crederci! E’ stato davvero un onore per me, sogno di incontrarlo di persona un giorno. Lazio? Quello che successe mi ha infastidito molto, è triste vedere come una parte del pubblico ti gridi contro solo perchè il colore della tua pelle e diverso dagli altri. L’Italia ha una cattiva immagine per colpa di certa gente, una bambina a fine partita mi si avvicinò e disse di essere dispiaciuta per quanto accaduto e le regalai la mia maglietta. E’ una minoranza, non bisogna fare di un’erba un fascio”.
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