Ci risiamo! Ancora una volta la trasferta allo Juventus Stadium sarà vietata ai tifosi napoletani residenti in Campania, così come, molto probabilmente, quella del San Paolo sarà vietata ai bianconeri residenti in Piemonte. Stiamo parlando delle due sfide di Coppa Italia, le due semifinali che vedranno di fronte Napoli e Juventus, pronte a sfidarsi per conquistare il posto nella finale di Roma. E gli azzurri, per la gara d’andata, dovranno farlo senza i loro tifosi causa chiusura del settore ospiti. O meglio, dovranno farlo senza una parte dei loro tifosi, visto che i non residenti in Campania possono tranquillamente acquistare il biglietto in altri settori dello stadio.
Dopo le immagini dei 15mila napoletani festanti a Madrid, che hanno seguito la loro squadra senza provocare il minimo incidente, tanto da essere stati elogiati dalla stampa spagnola, si torna in Italia. E nel nostro paese, pieno di contraddizioni e leggi senza senso, ripetere lo stesso a Torino diventa pura utopia. Nessuno qui nega la “pericolosità” di suddetta partita. L’odio, che talvolta travalica il solo ambito sportivo, tra le due tifoserie è cosa nota. Ma tralasciando il fatto che l’ordine pubblico dovrebbe essere garantito dallo Stato anche in queste situazioni e che lo stesso Stato, vietando a priori la trasferta, se ne lava le mani con un provvedimento posticcio e sbrigativo, ci preme analizzare le mille contraddizioni di questa scelta.
Punto primo: la Tessera del Tifoso. Si, la cara vecchia Tessera del Tifoso. Ricordate che fu presentata come la panacea di tutti i mali del calcio italiano. E per mali del calcio italiano intendiamo quei mali tanto cari alla nostra elitè pallonara, preoccupata di punire sempre e comunque i tifosi e cieca di fronte agli altri problemi, come ad esempio il decadimento tecnico o le difficoltà economiche dei club, che attanagliano il nostro calcio. Ma torniamo alla Tessera. Doveva condurre il calcio italiano in una nuova era, ed invece è diventata niente più e niente meno che una Postpay brandizzata. Infatti la trasferta è preclusa anche ai possessori di Tessera del Tifoso, mostrando in estrema sintesi l’inutilità della stessa in queste occasioni.
Punto due: trasferta vietata ai residenti in Campania. E il resto d’Italia? Niente. Quindi, in pratica, qualsiasi napoletano residente sopra il Garigliano o sotto Lagonegro può tranquillamente acquistare il biglietto in qualsiasi settore dello Juventus Stadium, con il concreto rischio di ritrovarsi seduti fianco a fianco napoletani e juventini. Non bisogna essere i migliori Questori del mondo per capire che in fondo è meglio avere tutti i napoletani concentrati in un solo settore (quello ospiti) piuttosto che sparsi per lo stadio, a gruppi più o meno numerosi, in mezzo ad una tifoseria dichiaratamente ostile come quella juventina. Aggiungici poi anche il fatto “discriminatorio”. Si perché vietare qualcosa sulla basa della residenza o meno in un determinato territorio è, a tutti gli effetti, discriminatorio nei confronti di quegli stessi abitanti. Il Napoli Club Bologna può tranquillamente (e giustamente) organizzare la trasferta, quello di Cardito o di Frattamaggiore no!
Naturalmente il problema si presenta simile al ritorno, qualora venga deciso di vietare la trasferta agli juventini piemontesi. Anche se, considerata la distribuzione “nazionale” e il poco radicamento territoriale del tifo bianconero, presente più fuori città che a Torino, la possibilità che lo “zoccolo duro”, costituito per la maggior parte da club entra-Piemonte, sia comunque al San Paolo è più che una certezza.
Punto terzo: lo Stato che se ne lava le mani. In tipico stile italiano lo Stato mette una toppa che è peggio del buco. Il diritto di un tifosi di spostarsi liberamente sul territorio nazionale, e di assistere a qualsiasi evento si svolga su di esso, viene completamente ignorato in nome di una prevenzione posticcia che si affida sempre al solito mantra italiano del “speriamo che non succeda nulla”. Ma lo stesso Stato come si comporterà il giorno della finale? Quando una delle due tifoserie dovrà necessariamente presentarsi a casa di una delle due romane (l’altra semifinale è tra Roma e Lazio, ndr). Ma ragioniamo ancora più di fantasia: e se un giorno capitasse un quarto o una semifinale Champions Napoli vs Juve? Come ci comporteremmo in quel caso, visto che l’Uefa è totalmente restia ai divieti alle tifoserie.
Tante contraddizioni e poche certezze in questo provvedimento che mostra ancora una volta la superficialità con la quale sono trattati determinati eventi. Una tipica soluzione all’italiana, che non risolve il problema (i napoletani ci saranno comunque allo Juventus Stadium), ma che anzi rischia di crearne di nuovi (i napoletani saranno mischiati agli juventini negli altri settori dello Stadium). Per il resto, buona partita… da casa!
Servizio a cura di Giancarlo Di Stadio
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