Emozioni pure al Diego Maradona di Fuorigrotta (ci piace chiamarlo già così) per il match tra Napoli e Roma. Emozioni fortissime a partire dai momenti precedenti al fischio d’inizio con l’immagine di capitan Insigne che omaggia il Pibe de Oro porgendo un mazzo di fiori sotto la curva, ai piedi della gigantografia raffigurante il suo volto. Gesto che già lascia presagire qualcosa di speciale, accaduto poi in campo.
Azzurri che trovano finalmente la reazione tanto attesa e rompono la maledizione delle vittorie in casa, tornando al successo dopo tre sconfitte consecutive (AZ, Sassuolo e Milan). Ad una Roma falcidiata dagli infortuni e che ha commesso tanti, troppi inspiegabili errori tecnici e tattici risponde un Napoli duro, cinico e preciso che colpisce i giallorossi da ogni zona del campo. Un solo tiro in porta per la squadra capitolina contro i nove dei partenopei, superiori anche nel possesso palla (54%). Non che sia una novità per gli uomini di Gattuso, ma stavolta il dato si rivela più che fruttuoso ai fini del risultato finale. Ne parliamo nell’episodio odierno di “a mente fredda”.
Nel cuore di Napoli-Roma: l’analisi della partita
GIGANTESCO – Sarà stata la parte dell’ex a caricarlo, fatto sta che Manolas è nettamente il migliore del reparto difensivo azzurro a cui, in realtà, basta fare il minimo indispensabile. Il greco svetta su ogni palla ed è dominante nelle scelte di tempo quando anticipa gli attaccanti giallorossi, che mai hanno l’impressione di poterlo impensierire. Nulla di eccezionale, invece, la prova di Koulibaly. E non per demeriti suoi, anzi è proprio la poca incisività in attacco della Roma che concede al senegalese la possibilità di limitarsi alla fase di impostazione svolta, come suo solito, in maniera precisa. Ben sul pezzo anche gli esterni Di Lorenzo e Mario Rui, altro ex di turno. Il primo, ammonizione a parte, vive anch’egli una gara senza patemi d’animo, anzi più e più volte può spingersi molto in avanti per supportare la manovra offensiva, specie nel secondo tempo quando pian piano cresce di rendimento. Stesso discorso per il portoghese, in serata di grazia come dimostra quel colpo di tacco strabiliante che dà il via all’azione del secondo gol. Il suo apporto sulla sinistra al momento di attaccare non manca mai, in più stavolta tiene egregiamente anche in fase difensiva. Poco da dire (per l’ennesima volta) sul portiere azzurro, anche stavolta Meret, che subisce un solo tiro in porta, respinto, e nulla più. Sicuro poi nelle uscite, come suo solito.
LAMPO – Dopo diverse prestazioni sottotono, o comunque non proprio all’altezza delle sue qualità, Fabiàn Ruiz vede la luce. Un lampo per il centrocampista spagnolo – in coppia con Demme per via della mancanza di Bakayoko – che permette al Napoli di viaggiare e annientare la Roma. In fase di non possesso s’alza insieme con Zielinski e va a pressare gli uomini incaricati ad impostare il gioco per i giallorossi, il che gli permette di avvicinarsi maggiormente alla porta avversaria. Gioco che porta i suoi frutti sfociando nell’azione del suo gol, un sinistro in buca d’angolo che passa tra le gambe di Juan Jesus e si infila a fil di palo lasciando impietrito Mirante. Commette però un paio di errori grossolani, il primo dei quali a pochi minuti dal fischio d’inizio che manda Pedro al tiro dal limite, fortunatamente alto. Egregio il lavoro del tedesco, che ancora una volta dimostra la sua enorme affidabilità. Schierato dal 1′ al posto dell’ex Chelsea squalificato, è presenza costante lì in mezzo da vertice basso e fa bene da schermo davanti alla difesa nel 4-1-4-1 proposto in fase di non possesso. Non si tira mai indietro quando si tratta di mordere le caviglie degli avversari ed intercetta tantissimi palloni, permettendo al Napoli di ripartire veloce.
“PER DIEGO, PER SEMPRE” – Già giovedì contro il Rijeka ci è andato vicino per ben due volte ed era visibilmente dispiaciuto per non esserci riuscito. Stavolta, però, in gol Insigne ci va. Non vedeva l’ora di omaggiare l’idolo suo e di una città intera. E lo fa alla sua maniera, con un colpo da maestro. Un calcio di punizione che i più sentimentali dicono sia telecomandato da Diego, gli altri invece piuttosto incolpano Mirante per la poca reattività. Ma poco conta quale sia stato il motivo, certo è che quella palla non è entrata per caso. Lorenzo, che ha il sangue azzurro nelle vene, è quello che più sente l’atmosfera surreale venutasi a creare e non poteva scegliere modo migliore per mandare il suo saluto al Pibe de Oro, con tanto di bacio sulla maglia a lui dedicata. Riguardo al campo, solita prova di grande leadership per il capitano, un vero e proprio diavolo sulla fascia sinistra ma anche profondamente umile nel sacrificio in fase difensiva. Da un leader all’altro arriviamo a Mertens, altro personaggio praticamente napoletano, anche se non di sangue. Così come Insigne, pure il belga sente eccome la pressione di colui che ha fatto la storia e continua a farla, siglando il gol numero 129 in maglia azzurra. Colui che prova orgoglio misto ad imbarazzo per veder accostato il suo nome a quello di Maradona, mette a segno la rete che tramortisce ulteriormente la Roma dopo una prestazione ricca di buone giocate alternate ad altre meno belle.
Il colpo di grazia lo infligge Politano, subentrato a Lozano. Serata particolare anche per lui che nella Roma ci è cresciuto ed ha pianto quando qualche anno fa non potè trasferirvisi per un accordo tra i giallorossi e l’Inter saltato in extremis. Entra col piglio giusto, preso forse dallo spirito di rivalsa per la sfortunata vicenda e sferra il colpo del K.O. alla sua squadra del cuore con una serpentina da vedere e rivedere, anche se realizzata grazie a qualche rimpallo favorevole. Politano che, dicevamo, entra al posto del messicano, autore di una gara non spaziale ma comunque molto positiva. Lì sulla destra crea diversi grattacapi a Spinazzola nell’uno contro uno e spesso sfrutta lo spazio lasciato dalla retroguardia avversaria per inserirsi più e più volte. Da apprezzare anche il suo spirito di sacrificio in fase di ripiegamento. Ultimo, ma non per importanza, Zielinski, che completa il pacchetto d’attacco azzurro. Il polacco mancava maledettamente a questa squadra e lo dimostra nuovamente. La sua rapidità di passo e velocità nello stretto erano fondamentali elementi di cui il Napoli aveva bisogno per svoltare e, fortunatamente, l’ex Empoli si rivela decisivo proprio in tal senso. Una crescita di condizione confortante per gli azzurri, che si spera continueranno a beneficiare delle sue doti tecniche ed atletiche per ritrovare continuità nei risultati.
Vittoria di sostanza, dunque, per il Napoli di Rino Gattuso, che aggancia proprio la Roma – oltre che la Juventus – al quarto posto a quota 17 punti, anche se il tecnico azzurro ne conta 18, non accetta per niente quel -1 inflitto dalla giustizia sportiva in attesa del ricorso al Collegio di Garanzia del Coni che dovrebbe essere presentato entro questa settimana. Giovedì una nuova opportunità per dare seguito alla brillante prestazione di ieri. I partenopei faranno visita all’AZ Alkmaar per la quinta giornata dei gironi di Europa League, un’occasione per rifarsi dopo il K.O. interno dell’andata ma, soprattutto, guadagnarsi il passaggio ai sedicesimi di finale con un turno d’anticipo. Sperando che Diego, da lassù, spingerà il suo Napoli…
A cura di Giuseppe Migliaccio
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