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Il turn-over, i titolari e il calcio posizionale: la strada di Ancelotti verso Liverpool

Negli ultimi tre anni il Napoli ha raggiunto grandissimi livelli con un calcio meraviglioso attraverso la conoscenza acquisita a memoria dei movimenti, Ancelotti sta tracciando un’altra strada

“Dobbiamo prima essere competitivi in Italia e poi in Europa”, diceva Maurizio Sarri che agli ottavi di finale di Champions League col Napoli ci è andato approfittando di un girone abbastanza abbordabile con Benfica, Dinamo Kiev e Besiktas. Il suo calcio meraviglioso, l’armonia fantastica del sarrismo contro le grandi d’Europa come Manchester City e Real Madrid ha dato solo l’illusione di poter competere. Contro i Citizens al San Paolo influì anche l’infortunio di Ghoulam, la storia quella sera poteva essere diversa ma Sarri ha scelto una strada che mirava soprattutto alla dimensione italiana, a rendere possibile la sfida con la Juventus ed è arrivato ad un passo dallo scudetto. De Laurentiis, dopo la fantastica era Sarri, ha intravisto due strade in cui poter inseguire dei margini di crescita: la dimensione internazionale e la valorizzazione della rosa. La scelta di Ancelotti è perfetta per queste due esigenze che l’ex allenatore del Bayern Monaco ha anche fatto coincidere. Mister Champions ha “liberato” il Napoli dall’ossessione di dominare la gara, tenuto i principi di gioco di Sarri liberandoli però dall’eccessiva meccanizzazione e, dal cambio di sistema dopo Sampdoria-Napoli, ha portato gli azzurri verso il calcio posizionale, dove trionfa la duttilità, si sradicano le gabbie dei ruoli per insistere sui movimenti da sviluppare in certe posizioni del campo. Lo dimostrano le differenti posizioni in cui sono stati schierati giocatori come Fabian Ruiz, Zielinski e Ounas. Non è più forse l’era dei titolarissimi ma nel Napoli di Ancelotti ci sono i titolari come in tutte le squadre, soprattutto nelle big. Maksimovic, Fabian Ruiz e Mertens hanno vinto i duelli con Hysaj, Zielinski e Milik e, infatti, si è completata la formazione che da più certezze ad Ancelotti che a Liverpool dovrebbe schierare per la quarta volta consecutiva lo stesso undici in Champions League. Il gruppo d’Europa è stato schierato anche a Bergamo e probabilmente in campionato, quando le insidie saranno tante come contro la squadra di Gasperini, vedremo un cospicuo blocco dei titolari scendere in campo. Valorizzare una rosa non significa applicare il “socialismo dei minuti” ma tenere tutti coinvolti nel progetto tecnico, la missione svolta nelle gare interne contro squadre di fascia medio-bassa. Questa strategia è stata adottata per le gare interne contro Parma, Sassuolo e nel maledetto pomeriggio della sfida contro il Chievo Verona mentre in trasferte complicate come Torino e Udine qualche cambio c’è stato ma non il turn-over radicale. La scommessa è arrivare in condizione brillante nei momenti decisivi della stagione, da marzo a maggio, in questo senso il recupero degli infortunati è molto importante perché fornisce al Napoli delle alternative valide: Ghoulam a sinistra assicura una completezza d’opportunità, con gli inserimenti, la qualità tecnica nei cross, il calcio lungo e una falcata che consente con maggiore velocità di guadagnare il fondo a sinistra. Younes è un brevilineo che può dare tanto nell’uno contro uno, Verdi visto a Torino è un serbatoio d’intuizioni tecniche che può rivelarsi prezioso. A Liverpool i giocatori rientrati contro il Frosinone non ci saranno ma il percorso compiuto da Ancelotti rende il Napoli pronto all’impresa, lo sarebbe sia passare il turno in un girone complicato ma anche superare l’esame Anfield. Ancelotti è stato l’ultimo a violare il Liverpool nel proprio stadio in Europa con il suo Real Madrid mentre nella stagione in corso ci è riuscito solo Sarri in Coppa di Lega. Al Napoli basterebbe anche un pareggio, il Manchester City ha inchiodato il Liverpool sullo 0-0 tra le mura amiche, in Europa l’ultima squadra a riuscirci è stato il Porto agli ottavi di finale della scorsa Champions League, dopo il 5-0 incassato in casa all’andata. Far gol sposterebbe gli equilibri, finora il Liverpool ha subito solo 5 gol in 10 partite ad Anfield, uno ogni 180 minuti, quindi ogni due partite. Bisogna muovere la palla velocemente con la predisposizione costante alla verticalizzazione per liberare i corridoi e aprire spazi intermedi da attaccare ma Ancelotti sta lavorando sicuramente anche sulle palle inattive. Il Liverpool ha subito 4 gol su 15 tra calci d’angolo e punizioni (il 26,6%). C’è solo da scrivere la storia, conquistare per la terza volta gli ottavi di finale di Champions League.

Ciro Troise

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I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
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