“Ha più bisogno d’allenarsi, in tre mesi ha lavorato dieci ore, fa fatica al momento a trovare brillantezza. E’ stato fenomenale nel rientrare in campo velocemente ma non si può pretendere che sia in grande condizione visto che si è operato cinque mesi fa. L’obiettivo reale riguardo a Milik è iniziare un percorso affinchè sia in forma per la prossima stagione”, così si esprimeva ieri dopo Napoli-Crotone Maurizio Sarri. La diversità di vedute tra Sarri e De Laurentiis è nota sin dalla scorsa stagione ed ha avuto varie manifestazioni evidenti: lo show post Napoli-Frosinone, i tweet su Rog e sul cambio modulo di De Laurentiis, la reazione opposta dopo i torti arbitrali subiti in Genoa-Napoli, il “je accuse” del patron dopo il ko di Madrid. Nella gestione di De Laurentiis queste frizioni non rappresentano una novità, anche con Reja, Mazzarri e Benitez i rapporti sono stati complessi, caratterizzati da una dialettica intensa, spesso esposta anche attraverso i media.
Ciò che conta è il raggiungimento di un equilibrio tra le parti, De Laurentiis è un uomo furbo, sa guardare oltre certi scontri dialettici per preservare la tenuta complessiva del progetto societario e dare priorità a ciò che conviene di più al suo club. Sarri ha un contratto lungo e complesso con il Napoli, si sta guardando intorno, ha avuto dei contatti informali con club che hanno apprezzato la sua proposta di calcio ma è legato all’idea di dare continuità al progetto messo in piedi a Napoli, lo dimostrano le parole su Milik.
La valorizzazione dei giovani talenti azzurri non avrebbe senso se non trovasse continuità anche nella prossima stagione. Koulibaly è stato attratto dalle proposte del Chelsea quest’estate, Mertens va in scadenza nel 2018 e potrebbe strappare altrove l’ultimo contratto importante della sua carriera. Kalidou e Dries sono due punti fermi del Napoli ma ci sono già delle alternative in organico. Maksimovic, disputando l’intero ritiro precampionato con Sarri, potrebbe più facilmente inserirsi nei meccanismi difensivi, e nel ruolo di punta centrale, quello in cui ormai si cimenta con continuità il belga, ci sono Milik e Pavoletti. Un altro caso spinoso è quello di Ghoulam ma si tratta di giocatori che sulla carta sembrano sostituibili in maniera più agevole rispetto ad Higuain.
Le potenziali uscite sarebbero, quindi, già ammortizzate con gli equilibri interni alla rosa, da rinforzare poi sul mercato soprattutto in altri reparti: portiere, esterni bassi e alti, cercando delle alternative giovani a Insigne e Callejon. L’esplosione poi di Rog, Zielinski, Diawara stuzzica Sarri, soprattutto se il Napoli dovesse raggiungere la qualificazione alla prossima Champions League.
Tutto ciò è alimentato anche dalla sensazione dell’allenatore di guidare con serenità questo gruppo che lo segue con grande disciplina. Dopo la partenza di Gabbiadini, i “musi lunghi” sembrano scomparsi e lo stesso Sarri sembra proporre soluzioni diverse rispetto al suo credo tattico. Come per la gara contro il Chievo Verona, Sarri ieri ha dato nuovamente spazio a Pavoletti, chiedendo, però, alla squadra di mettersi al servizio del centravanti. Il Napoli ha giocato di più in ampiezza, ha cercato la fisicità dell’ex Genoa in area di rigore, esprimendo dei segnali di crescita in termini di duttilità e variabilità tattica. E’ questa la strada da percorrere anche per accompagnare la crescita di Milik, che avrà sicuramente altre chances per accumulare minutaggio utile. Prima della sosta c’è l’Empoli, una tappa da non sottovalutare. La formazione toscana non si fida dei sette punti di vantaggio sul Palermo rivitalizzato dall’arrivo del presidente Baccaglini e c’è tensione in casa Empoli. La doppia sfida contro la Juventus è ancora lontana, guai a staccare le mani dal manubrio al “Castellani”, campo storicamente ostico per gli azzurri, dove, nell’arco di dieci sfide disputate, non hanno mai vinto, totalizzando quattro pareggi e sei sconfitte. Il Napoli, limitando la classifica solo alle gare in trasferta, è primo con ventisette punti, frutto di otto vittorie, tre pareggi e due sconfitte. Servirà mantenere il passo avuto lontano dal San Paolo, magari con le capacità nelle transizioni dell’ex Zielinski e l’imprevedibilità di Mertens per passare al “Castellani”.
Ciro Troise
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