Il Napoli è finito in un tunnel ormai da tempo ma la sconfitta di Torino ha cristallizzato un problema ancora più grosso: non si vede una luce fuori dal disastro. Non è più una squadra, non ha entusiasmo, armonia nella proposta di gioco, fa fatica a stare sul pezzo, ha paura, è mentalmente bloccata e poco presente in certi momenti. Le prime uscite dell’era Mazzarri sembravano aver ricreato un gruppo e una storia collettiva a cui aggrapparsi, nella speranza di riportare in campo i principi di gioco del Napoli di Spalletti.
Quest’idea ha rappresentato una tachipirina contro una malattia grave, ha fatto sparire un po’ i sintomi ma non è intervenuta sulla problematica generale. II Napoli ha espresso qualche buona prestazione, la vittoria di Bergamo e poco più, si è eclissato nei suoi grossi problemi che coinvolgono tante sfere: gestione societaria, rapporti interni, mercato rivelatosi fallimentare, preparazione atletica, mancata brillantezza e soprattutto scarsa convinzione.
Il Napoli non ha più un’idea in cui credere, le reminiscenze del passato che a Torino si sono viste un po’ nel primo tempo sulla catena di destra non bastano più. Mazzarri non è riuscito finora nel compito più complesso e importante: mettere la sua credibilità al centro del villaggio coprendo e superando tutto ciò che non funziona dall’estate.
Ha avuto poco tempo giocando tanto, ha ereditato un disastro complicato ma la verità è nei numeri: con Mazzarri il Napoli ha perso sei partite su dieci, ne ha pareggiata una contro il Monza in casa e ne ha vinte solo tre. Non segna da quattro gare ufficiali, si è abbassata la media punti anche rispetto a Garcia, si è bloccata la macchina da gol e il risultato è che il Napoli si è spento anche in trasferta, dove ha accumulato quattro sconfitte consecutive.
Non si può andare avanti così, De Laurentiis propone la solita soluzione del ritiro che dovrebbe iniziare stasera ma è una terapia che non ha alcun senso. Bisognerebbe capire gli errori fatti e agire di conseguenza, affidarsi ad un direttore generale a cui consegnare le chiavi dei rapporti interni, se si vuole andare avanti con Mazzarri provare a muoversi in maniera concreta per l’allenatore del futuro, contestualmente condurre il mercato che non deve essere considerata la panacea di tutti i mali.
La verità è che poi nel calcio nessuno è esente dalla dittatura dei risultati, quindi se non arriveranno ancora nelle prossime gare anche Mazzarri sarà messo in discussione.
Pensare che qualche acquisto possa bastare a mettere a posto una situazione così complicata significa fare un ulteriore errore nella lettura della vicenda Napoli. Possono essere dei rinforzi in prospettiva, magari anche utili nell’immediato anche perché il Napoli ha anche un problema d’assenze: sabato contro la Salernitana mancheranno Meret, Mazzocchi, Olivera, Natan, Anguissa e Osimhen, oltre ad Elmas ceduto per 25 milioni di euro e non sostituito ancora sul mercato.
Dragusin sembra destinato altrove, il Tottenham è in vantaggio, per Samardzic, invece, ci sono buone possibilità. C’è già l’accordo tra Napoli e Udinese, manca quello con il padre del calciatore che domani sarà in Italia. Se ne sta occupando De Laurentiis in prima persona, vuole chiudere quest’affare perché è consapevole del vuoto lasciato da Elmas e della complessità della situazione Zielinski, ormai promesso sposo dell’Inter.
Mazzarri deve scegliere una strada per provare a non rovinare l’immagine positiva che ha in città per la sua prima avventura da allenatore. O asseconda De Laurentiis e la squadra e punta sulle certezze del passato o cambia. Se pensa che il 3-4-3 o 3-4-2-1 sia la via giusta per tenere meglio il campo, allargare il gioco in ampiezza, essere meno prevedibili, lo faccia ma ha lasciato tutti interdetti l’idea di passare alla linea difensiva a cinque quando si è sotto di un gol a Torino. L’espulsione di Mazzocchi poi ha spento definitivamente la partita.
Il Napoli al momento è sbandato, avrebbe bisogno di persone in grado di correggere la rotta, guidare gli altri, immaginare delle idee per rialzare la testa, crederci e rendersi credibili. Non sarà un ritiro a far vedere la luce in fondo al tunnel.
Ciro Troise
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro