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Il Napoli deve tornare ad essere regolare in una stagione schizofrenica

È un campionato pazzo, le squadre impegnate nelle coppe hanno lo stress di giocare sempre ogni tre giorni, si combatte con i contagi, gli infortuni e si gioca anche nel desolante scenario degli stadi vuoti che trasforma l’abitudine del fattore campo. Le variabili rispetto alle abitudini sono tante, spicca una su tutte: la Juventus dopo nove anni consecutivi di primato non domina più, anzi è a dieci punti dall’Inter ma con una partita in meno, quella contro il Napoli che potrebbe essere molto incisiva sugli equilibri della classifica. Fu di fatto rinviata per decisione dell’Asl, l’autorità sanitaria per eccellenza secondo il diritto pubblico ma che il calcio voleva mettere in discussione. Il caso Torino dimostra che a distanza di mesi il pallone non è un mondo a parte, deve sottostare all’ordinamento statale.

Il Napoli è dentro al campionato pazzo, ha avuto un andamento schizofrenico. Basta vedere i numeri: terzo miglior attacco, terza miglior difesa, terza squadra per numero di vittorie. Sembra uno scenario da inseguitrice delle milanesi e, invece, il Napoli è sesto a pari punti con la Lazio anche se con una partita in meno che in teoria potrebbe riportarlo nella zona Champions a pari punti con Juventus e Atalanta e gli scontri diretti a favore.

Perché? Le otto sconfitte sono il primo indizio, il Napoli è la squadra che ha perso più di tutte nelle prime nove. Nei 49 gol realizzati ci stanno anche le goleade contro Crotone, Roma, Fiorentina, Genoa e Cagliari, cinque gare che esprimono il leitmotiv di una mentalità senza mezze misure, con un solo pareggio acciuffato al 90’ da Insigne contro il Torino e tante situazioni da “uno o novanta” per dirlo alla napoletana.

Gli infortuni di Osimhen e Mertens hanno aperto le difficoltà di una rosa male assemblata

Il Napoli nelle prime dieci giornate di campionato aveva ottenuto otto vittorie e due sconfitte, aveva trovato una regolarità nel rendimento, nella proposta di gioco. Nelle difficoltà che si sono moltiplicate, poi la rosa male assortita, avvolta nell’ibrido tra il calcio di palleggio tanto caro alla vecchia guardia e il gioco in verticale, anche per qualche scelta confusionaria di Gattuso, è deflagrata dopo gli infortuni di Osimhen e Mertens che hanno determinato l’involuzione del percorso fino alla brutta figura dell’eliminazione dall’Europa League rimediata contro il Granada.

Il Napoli da quattro gare di campionato tiene la porta inviolata in casa, non accadeva dal 2011 mentre in trasferta è reduce da cinque sconfitte consecutive complessive, tre tenendo come riferimento soltanto la serie A.

L’obiettivo del Napoli è avere nuovamente un rendimento “regolare” con la continuità di prestazioni e risultati dei primi mesi della stagione. Le armi per arrivare a quest’obiettivo si possono riassumere nella parola-chiave: recupero, sia dei giocatori più importanti di quest’organico che dei principi di gioco di questo gruppo.

La parola-chiave è recupero: uomini e principi di gioco

Nel secondo tempo contro il Granada e in tutta la sfida contro il Benevento, il Napoli ha riproposto la linea difensiva alta, discreta fluidità nel palleggio e anche lo sviluppo del gioco sulle catene laterali. Tutto ciò è stato possibile anche grazie al recupero di giocatori importanti: Koulibaly, purtroppo squalificato contro il Sassuolo, che consente al Napoli di avere i tempi giusti nelle scalate difensive (senza Kalidou nel mese di febbraio 9 gol subiti in 4 partite), Ghoulam e la sua immensa qualità nello sviluppo del gioco sulla fascia sinistra, Mertens che a questa squadra è mancato come il pane.

Fino alla maledetta serata di San Siro con il suo infortunio, il Napoli aveva perso solo tre gare, ne ha perse nove nei 74 giorni successivi. Gli azzurri hanno segnato sei gol in meno e subito dodici reti in più senza Mertens.

Dries lega il gioco, lo velocizza per la rapidità di pensiero, la sensibilità nelle giocate, la capacità di muoversi su tutto il fronte offensivo suggerendo con continuità soluzioni nell’attacco alla porta avversaria.

La sfortuna sui centravanti ha condizionato il momento del Napoli: Mertens, Osimhen e Petagna insieme hanno prodotto 11 gol, la Lazio, che ha gli stessi punti del Napoli con una partita in più, con Immobile, Caicedo e Muriqi ne ha realizzati 23.

Il prossimo da ritrovare è Demme, l’uomo dell’equilibrio

All’orizzonte è previsto il rientro di Demme, un altro giocatore molto prezioso che aiuta la squadra sotto il profilo dell’equilibrio, a “pulire” la costruzione dal basso. Il tedesco è un giocatore dinamico, uno dei più attenti alla copertura delle due fasi di gioco.

Il recupero di tutti gli infortunati non è più così lontano, il Napoli in questa settimana non può sbagliare, poi affronterà il tour de force contro Milan, Juventus e Roma con il rientro di giocatori preziosi ancora assenti.

Osimhen lavorerà a parte tutta la settimana senza fare i colpi di testa, gli esami hanno messo in mostra delle anomalie dopo il trauma cranico rimediato a Bergamo. Venerdì Victor sosterrà ulteriori controlli, se tutto sarà rientrato sabato farà la rifinitura e potrebbe essere convocato per la sfida contro il Bologna.

Manolas anche può farcela per domenica mentre per Lozano e Petagna l’obiettivo è ritrovarli per la trasferta di San Siro. Il Napoli deve arrivarci con il motore carico, facendo la “benzina” di punti ed autostima contro il Sassuolo e il Bologna.

Ciro Troise

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