Il rogo per Sarri sembrava praticamente pronto. Mancavano solo le fascine ai piedi del palo: l’eretico, con i legacci ben stretti, era a un vero bivio della stagione, dopo il flop in Coppa Italia e il rischio di vedere svanire il traguardo del secondo posto. Forse per questo che i nervi di Maurizio non erano molto saldi. Per questo, quando ha visto il fallo di De Rossi su Reina e l’arbitro Banti graziare il romanista ha perso le staffe, è uscito fuori dall’area tecnica e si è scagliato contro Di Liberatore e il fischietto livornese. D’altronde, le ferite di Torino bruciano ancora.
Il secondo posto è obiettivo primario, che non può e non deve sfuggire. Non doveva solo vincere, dopo le lezioni di Gasperini e il velenoso ko con la Juve, ma doveva anche convincere, altrimenti le sue quotazioni sul futuro a Napoli sarebbe decisamente calate. La gara con la Roma era anche il pomeriggio del ritorno di De Laurentiis a vedere dal vivo il suo Napoli. È andato via a fine gara. Il presidente è tornato da Los Angeles e nonostante la stanchezza per il volo e il jet lag ha deciso che non poteva mancare alla sfida dell’Olimpico: ma nessuna smanceria con il suo tecnico. E nessun saluto alla squadra. Né prima né dopo l’inizio del match con la Roma. De Laurentiis avrà ritenuto che probabilmente fosse la cosa migliore da fare, dopo la tempesta di Madrid e le accuse a Sarri e alla squadra («Solo Insigne ha giocato con cazzimma»). Non è escluso che in queste 48 ore che separano dalla gara con il Real, il numero uno del club trovi il tempo per un saluto a Sarri: d’altronde, è vero che i due dovranno chiarirsi, ma la volontà di entrambi è di continuare assieme il progetto iniziato due estati fa. Poi, chiaro, tutto è possibile. Compreso il divorzio. Di sicuro non è la gara con il Real Madrid la partita che deciderà il destino di Sarri o in base al quale verrà giudicata la sua stagione. De Laurentiis arriverà in giornata a Napoli e domani è atteso dal pranzo Uefa con Florentino Perez che si terrà come al solito a Villa D’Angelo Santa Caterina. Probabilmente il presidente andrà anche al San Paolo per vedere che tipo di interventi sono stati fatti all’interno dell’impianto per rendere migliore l’ospitalità dei dirigenti madrileni. Deve essere, sotto il profilo organizzativo, una due giorni perfetta. Magari compreso il risultato finale.
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