La distanza tra loro s’è ridotta di qualche centimetro sabato sera, quando De Laurentiis e Sarri hanno deciso di parlarsi. O meglio, quando il presidente ha deciso di rompere gli indugi e chiedere al suo tecnico-dipendente di raggiungerlo alla Filmauro. Un evento, perché i due non stavano assieme a discutere senza veleni dalla vigilia di Natale, dalla cena a Villa d’Angelo-Santa Caterina. Evviva, dunque. Sarri ha accettato e si è fatto accompagnare dal ds Giuntoli e dal suo braccio destro Pompilio. Il saluto è stato non breve ma neppure lunghissimo: in tempo per raggiungere la casa di Varcaturo dove la moglie di Sarri, Marina, aveva preparato la cena per tutti. Giuntoli e Pompilio compresi. De Laurentiis non è sceso nello spogliatoio né prima del match e neppure dopo la partita per congratularsi: anche la squadra attende di incontrarlo, perché le parole di Madrid, le accuse di scarso impegno, bruciano sulla pelle di leader dal carattere duro come Reina e Callejon. Ma tempo al tempo, anche questo avverrà, prima o poi. La mano, De Laurentiis e Sarri, se la sono stretta sia all’inizio e che alla fine del colloquio e l’incontro è stato, per così dire, garbato. Una pace, si direbbe. O almeno una bozza. Lo sostengono in molti, e quasi diventa il titolo della giornata. Ma è una sintesi grossolana che non rende giustizia alla verità. Tra De Laurentiis e Sarri (alla presenza di Giuntoli) c’è stato al massimo un principio di chiarimento. E di sicuro, ed è quel che conta, una tregua. Magari il presidente si sarà impegnato a non scrivere più tweet al cianuro pieni di suggerimenti tecnici e tattici che vanno di traverso a Sarri. E il tecnico azzurro avrà promesso di non replicare in maniera stizzita ogni volta che può e soprattutto di non avere più atteggiamenti che possano infastidire il suo presidente. Per il bene di tutti: del Napoli, soprattutto. Una vicenda che è divenuta grottesca dopo le frasi post-Madrid e che necessita di altri incontri, più approfonditi e prolungati. Questo appare ovvio. Magari subito dopo la gara col Real oppure durante la sosta. Di scuse vere e proprie, la cenere sul capo e gli occhi bassi per il pentimento, non si può parlare: nessuno le ha fatte all’altro (né nessuno le ha pretese) per il clima particolare che si è creato negli ultimi tempi. Perché, è chiaro, anche Sarri deve aver avuto qualche comportamento che ha contrariato il patron azzurro spingendolo ad avere atteggiamenti duri nei suoi confronti. In realtà, tutta questa storia è un grande pasticcio e in certi casi tutto si tiene perché la ragion di stato prevale e bisogna arrivare a fine stagione indenni. Poi si vedrà.
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