Individuare il profilo giusto, le caratteristiche necessarie per migliorare un reparto e l’intero organico, la scelta del nome e poi la trattativa con tutti i soggetti chiamati in causa; il manuale del calciomercato prevede queste fasi nella definizione delle modalità in cui si muove un club per portare a casa un acquisto.
Nell’estate dei rifiuti al Napoli è sfuggito qualcosa in termini di programmazione riguardo al reparto che aveva bisogno del restyling più corposo. Si tratta del centrocampo, dove sono stati inizialmente individuati due profili: una mezzala dinamica, di corsa, più di quantità che di qualità (il vice Allan sostanzialmente) ed una con spiccate qualità tecniche, che potesse rendere il Napoli ancora più forte sotto il profilo della rifinitura, della costruzione della manovra (il vice Hamsik in pratica).
E’ arrivato Piotr Zielinski, dopo una lunga negoziazione, per una cifra di 15 milioni più il cartellino di Zuniga, e sembra ormai fatta per l’acquisto di Marko Rog. Entrambi rispondono alle caratteristiche individuate per sostituire con autorevolezza Marek Hamsik, al profilo più tecnico per potenziare il centrocampo. Entrambi, infatti, sono sostanzialmente dei trequartisti. Il polacco nell’Udinese si è affermato dietro le punte prima che proprio Sarri lo adattasse con ottimi risultati nel ruolo di mezzala ad Empoli, il croato nel 4-2-3-1 di Kranjcar è impiegato in posizione centrale dietro la punta Fernandes. Rog è un giocatore duttile, può essere schierato anche da mezzala o davanti alla difesa ma è un centrocampista di proiezione offensiva. Marko ha segnato dieci gol e realizzato sei assist in cinquantotto partite disputate con la maglia della Dinamo Zagabria, è sicuramente più bravo nella fase di possesso che in quella di non possesso.
Il Napoli ci aveva giusto, era stata selezionata una priorità sul mercato: Hector Herrera. La trattativa non è decollata, il Porto ha chiesto 25 milioni da pagare subito, in una sola rata, opzione che non ha convinto De Laurentiis. Dopo il no incassato dal club lusitano, nonostante la volontà di Herrera di trasferirsi al Napoli, il club azzurro non si è fiondato su altri giocatori con le caratteristiche del centrocampista messicano. Si è scelto il centrocampo dei palleggiatori, idea che può esaltare l’anima del gioco di Sarri ma allo stesso tempo creare problemi nell’equilibrio tattico, soprattutto quando si dovrà fare a meno di Allan.
In mezzo al campo sembrava in uscita Mirko Valdifiori che, invece, ha rafforzato le sue chances di trovare spazio nella mediana del Napoli. Il Torino nelle scorse settimane ha presentato un’offerta di 4,5 milioni di euro ma De Laurentiis non ha voluto farlo partire. Dovesse arrivare Diawara, lo spazio per l’ex regista dell’Empoli potrebbe ridursi e, quindi, bisognerà valutare il da farsi. Il regista del Bologna classe ’97 è un under 21, può essere tenuto fuori dalla lista dei venticinque e, quindi, il suo eventuale approdo al Napoli potrebbe essere considerato un innesto ulteriore per la mediana che non comporti la partenza di Valdifiori. Quest’ipotesi prende corpo anche in virtù della probabile cessione di David Lopez all’Espanyol e il possibile passaggio in prestito di Grassi ad una tra le quattro realtà interessate: Palermo, Pescara, Sampdoria e Atalanta.
Valdifiori potrebbe essere l’arma a disposizione di Sarri per prefigurare un’alternativa di gioco che esalti Manolo Gabbiadini. L’attaccante classe ’91 fa fatica a muoversi da prima punta nel 4-3-3 del Napoli, non ha i tempi d’attacco alla porta chiesti da Sarri e non riesce a svolgere l’opera di centravanti di raccordo, di manovra in cui si è esaltato Gonzalo Higuain. L’ex Sampdoria s’esalta nel giocare palla sui piedi faccia alla porta, valorizzando il suo sinistro, e nell’attacco alla profondità e ha, quindi, bisogno di essere servito in campo aperto, sul lungo. In questo compito Valdifiori potrebbe essere più adatto a Jorginho e, quindi, essere la password per nuovi schemi che possano consentire al Napoli di non essere prevedibile e dribblare le contromisure previste dagli avversari al gioco degli azzurri.
Se non dovessero svilupparsi clamorose novità di mercato, sbloccare il “talento incompreso” Gabbiadini, una punta che segna un gol ogni 108 minuti di media, è la missione di Maurizio Sarri. Milik, che contro l’Hertha Berlino ha segnato anche il suo primo gol in maglia azzurra, ha le caratteristiche per lanciarsi con autorevolezza a Napoli nel grande calcio, può essere la rivelazione del campionato ma Gabbiadini è una certezza, un patrimonio che va valorizzato. Non basta puntare con insistenza sulla sua voglia di mettersi in discussione, di ritrovare fiducia dopo aver vissuto all’ombra di Gonzalo Higuain ma bisogna intervenire sul piano tattico. Gabbiadini è “la rete” della stagione 2016-17 del Napoli, Valdifiori la possibile password, a Sarri il compito di allestire il modem e mettere a punto la connessione dati. Nello sviluppo della filosofia di gioco che potrebbe sviluppare l’arma di Gabbiadini, potrebbe rivestire un enorme peso specifico anche Lorenzo Insigne, che ha più volte rappresentato una straordinaria risorsa nella capacità di sviluppare assist soprattutto sul lungo. Il talento di Frattamaggiore, se il Napoli riuscirà a gestire la “patata bollente di mercato”, potrebbe essere la “fibra ottica” nello sviluppo di gioco in verticale.
Ciro Troise
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