La sconfitta dell’Inter nel derby è una sentenza, sottolinea che almeno per il momento non c’è una squadra ammazza-campionato. Sembrava che i nerazzurri di Inzaghi potessero avere lo status per andare in fuga, ripetersi e, invece, il calo di fame post-scudetto con la dolce distrazione della Champions League ha inciso sulle prestazioni dell’Inter.
Il campionato equilibrato può essere un’opportunità per coltivare il fuoco dell’adrenalina che danno le grandi ambizioni, può fare in modo che il Napoli possa anche alzare l’asticella se in primavera riuscirà a star vicino alla vetta della classifica. Bisogna guardare, però, anche l’altra faccia della medaglia: il campionato equilibrato rischia di essere un tranello anche per la lotta Champions, facendo credere che si possa abbassare il livello della guardia perché tanto tutte balbettano. La lotta per la Champions coinvolgerà diverse squadre, il derby rilancia il Milan, la Roma sta ritrovando un’anima dopo lo shock dell’esonero di De Rossi, la Lazio è una squadra interessante e l’Atalanta rimane una delle realtà più interessanti del panorama nazionale, ha confermato anche in Champions League contro l’Arsenal la qualità del proprio lavoro.
Il Napoli è sulla strada giusta, nel primo big-match sul campo della Juventus si è dimostrato competitivo, ha cambiato sistema di gioco senza pagare dazio, anzi mettendo in luce delle qualità che può mettere a sistema: su tutte l’impatto di McTominay. A livello difensivo il Napoli ha alternato momenti di pressione alta al blocco basso davanti alla difesa soprattutto nel secondo tempo e ha concesso pochissimo, con la variante McTominay soprattutto ha creato dei presupposti molto interessanti e avrebbe potuto fare di più. Serve il miglior Lukaku, quello che può alternare il lavoro da centravanti boa all’attacco alla profondità. Non è ancora al massimo della condizione, Bremer ha vinto nettamente il duello con Big Rom e anche Kvaratskhelia ha inciso molto poco. Conte anche in fase offensiva lavora su meccanismi preordinati, come quelli che si sono visti sulla catena di destra con Di Lorenzo e Politano. Ricordate l’Inter con il lavoro della coppia Lukaku-Lautaro, i tempi con cui Hakimi attaccava la corsia destra? Tutti meccanismi preordinati, memorizzati, come ha dichiarato Caprile in conferenza stampa: “Conte è un osso duro in senso positivo, martella sulle cose e finchè non si fanno perfette non si esce dal campo”. Il focus ha riguardato soprattutto la fase di non possesso, Conte ha dato priorità all’aspetto difensivo costruendo una squadra solida che ha incassato un solo gol nelle ultime quattro partite. Il Napoli ha bisogno di tempo per incastrare tutti i pezzi del proprio puzzle, ha completato la squadra nelle ultime ore del mercato. Il calendario può dare un’occasione con i prossimi tre impegni al Maradona: il turno da superare in Coppa Italia contro il Palermo guadagnandosi gli ottavi di finale a Roma contro la Lazio e le sfide contro il Monza e il Como.
Sarà interessante vedere i nuovi meccanismi del Napoli di Conte dopo il cambio del sistema di gioco in partite in cui dovranno essere gli azzurri a condurre il gioco, dominare il campo, cercare di colpire l’avversario.
La rosa è ampia, ha qualità soprattutto a centrocampo e in attacco, dovrebbero esserci delle variazioni giovedì contro il Palermo. Raspadori, che è rimasto in panchina per tutta la gara a Torino, può essere una soluzione, Neres potrebbe avere la sua prima chance dal calcio d’inizio. C’è abbondanza a livello offensivo: Ngonge cerca i primi minuti in campo, Simeone sta crescendo di partita in partita e spera di trovare spazio anche in Coppa Italia ma anche Lukaku ha bisogno di giocare per crescere in termini di condizione. Sono i rebus di Conte che, però, ha trovato la strada giusta partendo dalla capacità di trasformare la testa della squadra, rimuovendo le scorie della passata stagione e anche del tonfo di Verona.
Ciro Troise
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