Kant parlava di “ragion pura” e “ragion pratica” e in un certo senso può essere d’ispirazione anche per Ancelotti, conteso tra queste due strade filosofiche. La ragion pura è la grande bellezza lasciata in eredità da Sarri, il diktat per cui il Napoli debba esprimere calcio propositivo, dominare su tutti i campi senza avere paura di palleggiare neanche al Bernabeu. E’ difficile estirpare questa mentalità al gruppo che ne ha fatto il suo manifesto in tre anni, soprattutto ai titolarissimi che sul terreno di gioco hanno diffuso il sarrismo in giro per l’Italia e l’Europa incantando tanti spettatori. Bisogna agire d’astuzia, scegliere la strada più opportuna in base alle proprie forze e possibilità, non innamorarsi di un’idea ma saper scegliere i momenti. Nelle tre uscite internazionali ha funzionato solo il Napoli di San Gallo contro il Borussia Dortmund, quando Ancelotti, dopo la figuraccia di Dublino contro il Liverpool, è intervenuto correggendo l’atteggiamento in campo, Il Napoli ha abbassato il baricentro, ha rafforzato la copertura del centrocampo con Diawara vertice basso alla De Rossi, gli esterni d’attacco molto larghi che contribuivano alla fase di non possesso. L’equilibrio ha consentito agli azzurri di prendere campo, contenere il giro-palla del Borussia e rendersi propositivi una volta riconquistato il pallone. Il primo gol nasce, infatti, da una palla recuperata in fase offensiva da Verdi che poi ha servito Milik, autore di un gran tiro di sinistro dalla distanza. Il Napoli è un “work in progress”, la transizione dal sarrismo non è per niente semplice, Ancelotti ha provato a renderla meno complicata possibile adottando lo stesso modulo, conservando certi movimenti della linea a quattro e alcuni meccanismi molto rodati come per esempio l’asse Insigne-Callejon. Da domani pomeriggio a Castel Volturno Ancelotti insisterà sulla fase difensiva, metterà da parte probabilmente almeno per il momento il centrocampo all’insegna della qualità totale visto col Wolfsburg e lavorerà sull’idea di una squadra tatticamente duttile che sappia valorizzare il patrimonio tecnico a sua disposizione modificandosi in base ai momenti della gara. Non è detto che sarà 4-3-3 a vita, nella mente di Ancelotti c’è anche l’idea di un ritorno al passato con il 4-4-2 per valorizzare la coppia Milik-Mertens. Sono ragionamenti volti al futuro, ora bisogna risolvere le contraddizioni. Hamsik metodista davanti alla difesa è una bella idea, in certi sprazzi lo slovacco propone giocate d’alta scuola ma, per rendere sostenibile la sua “leggerezza” sono necessari equilibri diversi, un grande lavoro di contenimento degli altri due centrocampisti e soprattutto una squadra che stia meglio sotto il profilo atletico, con maggiore capacità di coprire il campo. La Lazio proverà a vincere la partita a centrocampo, creando superiorità numerica e cercando di contenere il palleggio del Napoli con la fisicità, spezzando i ritmi che non possono mai essere elevati in questa fase della stagione. L’arma letale che sta studiando Inzaghi è la ricerca costante della palla in verticale per Immobile, il Napoli deve assolutamente evitare i disastri nei tempi dei movimenti difensivi visti contro il Wolfsburg e il Liverpool. Per superare l’esame Lazio, non bisogna aver paura di scelte forti, che magari mettano in discussione certi equilibri. L’avvio del campionato degli azzurri è molto duro, dovendo affrontare Lazio, Milan, Sampdoria e Fiorentina nelle prime quattro. La ragion pura può aspettare, che prevalga la ragion pratica per creare l’entusiasmo messo a dura prova dal mercato delle ossessioni e delle illusioni.
Ciro Troise
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