Milan-Lazio e Fiorentina-Atalanta saranno le prossime semifinali di Coppa Italia. Se qualcuno avesse mai pronosticato un tabellone del genere qualche settimana fa, molti gli avrebbero dato del pazzo ed effettivamente immaginare che tra le prime quattro di una competizione nazionale non vi fossero le prime tre squadre del campionato risulta tutt’ora molto difficile. Occorre tuttavia ragionare per gradi.
Partiamo dalla prima della lista, l’infallibile Juventus, squadra che sta infrangendo ogni record ed unica imbattuta in campionato, che ha regalato in quel di Bergamo la peggiore prestazione stagionale perdendo meritatamente per 3 a 0 sotto i colpi di una storica Atalanta. Gli orobici, trascinati dal ritrovato e fenomenale Zapata, si confermano di fatto l’avversario più ostico della Vecchia Signora in una serata che Allegri ed i suoi hanno fatto fatica a dimenticare (vedi il 3-3 maturato in casa con il Parma).
Tra le tante ragioni della sconfitta c’è senz’altro l’atteggiamento dei campioni juventini, abituati a portare a casa spesso risultati vincenti con il minimo sforzo, l’Atalanta, invece, li stressa affrontandoli in duelli individuali a tutto campo, sfidandoli sul terreno dell’intensità. Lo scarso mordente della squadra di Allegri ha sicuramente accentuato la tragica situazione infortuni della Juventus, ridotta a giocare tutto il match con Rugani e De Sciglio come centrali difensivi. L’infortunio di Bonucci ed i problemi di Chiellini hanno di fatto messo KO la difesa titolare bianconera e costretto agli straordinari chi non ha brillato in questa prima parte di stagione. Senza togliere meriti alla splendida prestazione dell’Atalanta, viene lecito chiedersi cosa sarebbe successo se al posto di De Sciglio ci fosse stato il terzo centrale della Juventus Medhi Benatia, trasferitosi nelle ultime giornate di mercato all’Al Duhail e da tempo in pessimi rapporti con la società. La finestra di mercato invernale ha di fatto finito col danneggiare la Juventus, che ha provato a correre ai ripari con Caceres.
Passiamo ad Inter-Lazio, match che non ha regalato tante emozioni nei minuti regolamentari ma che ha fatto penare i tifosi interisti nell’extratime. La Lazio, squadra in ripresa nonostante le sconfitte in campionato con Napoli e Juventus, si presenta al Meazza con una formazione che salvo el Tucu Correa è la stessa di due anni fa, indice di una società che spende il giusto sul mercato ma riesce comunque a competere ad alti livelli in Italia. Spalletti invece decide di schierare il consueto 4-2-3-1 rimaneggiato ma non troppo per l’occasione, lasciando in panca il croato Ivan Perisic, sul piede di partire sin dalla prima partita in maglia nerazzurra. Il mal di pancia del croato l’ha reso di fatto inutilizzabile per il mese di gennaio, il peggiore da quando Spalletti siede sulla panchina dell’Inter (1 pareggio e 2 sconfitte). Alla fine della fiera Perisic, corteggiato insistentemente dall’Arsenal, è rimasto a Milano e si trascinerà probabilmente fino alla prossima sessione di mercato.
Da Milano a Firenze con Fiorentina-Roma, match terminato con il tennistico risultato di 7 a 1 per i viola. La Fiorentina di Pioli rappresenta di par suo un ottimo esempio di come un buon colpo assestato nella finestra invernale possa ridare entusiasmo ad una piazza che vive di alti e bassi. Muriel, così come Piatek al Milan, ha dato un volto nuovo all’attacco della Viola inserendo nuove soluzioni offensive e regalando sin da subito goal e spettacolo. Poco ha potuto la Roma di Di Francesco travolta dall’entusiasmo viola e nel mezzo di una stagione ondivaga che fa vivere l’ex tecnico del Sassuolo sulla graticola.
Siamo giunti finalmente a Milan-Napoli, il quarto di finale che meglio può rappresentare l’essenza dei benefici e dei danni che la sessione invernale di mercato può arrecare.
Le due squadre si affrontano per la seconda volta dopo il pareggio per 0 a 0 in campionato, risultato che stava più stretto del Napoli, ma il piglio del match sembra subito diverso sin dalle prime battute. Gattuso può finalmente schierare il nuovo acquisto Piatek al centro del suo attacco, facendo affidamento sulla sua imbarazzante capacità di fare goal e sul suo entusiasmo, due tratti caratteristici che sono mancati al Gonzalo ex Napoli migrato per necessità in terra londinese. Lo stesso polacco ha ripagato la fiducia del suo mister siglando ben due reti fondamentali per battere uno spento e sterile Napoli.
Sulle prestazioni di Allan ha influito il caso Psg, la trattativa con il club francese che avrebbe garantito al brasiliano un ingaggio di 6 milioni più 2 di bonus. L’ex Udinese non ha brillato, forse distratto dalla possibilità di firmare il contratto della vita con i parigini. Le soluzioni a centrocampo della squadra di Ancelotti sono numerose e di livello ma di fatto l’assenza fisica e mentale del brasiliano hanno rappresentato un serio problema per la mediana azzurra, mascherato a fatica dalla straripante tecnica di Ruiz e dal buon dinamismo di Diawara nelle sfide precedenti. Insieme ad Allan un altro assente ingiustificato del centrocampo del Napoli è senza dubbio l’uomo più discusso dell’ultimo periodo: Marek Hamsik.
Il centrocampista slovacco, reduce da diversi acciacchi fisici, non ha visto il campo nel mese di Gennaio ed il sapiente mister Ancelotti ha provato svariate soluzioni per ovviare alla sua assenza, immaginando – da persona informata dei fatti – un futuro senza il capitano, che nelle prossime ore dovrebbe volare in Cina per trasferirsi al Dalian Yifang.
Il turno di Coppa Italia conclusosi nella scorsa settimana ci consegna dunque una lezione: il mercato invernale può risolvere situazioni spinose per chi è in grado di approfittarne ma molto spesso i mal di pancia dei calciatori, che vagliano la possibilità di partire ma restano con il magone fino a fine stagione, finiscono per rappresentare un serio problema per ogni club.
Matteo Cascella
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