Le alture sono fatte per guardare il baratro: lo sa bene Gonzalo Higuaìn, che in questa stagione sta trascinando il Napoli a suon di goal. Il futuro del Pipita, però, dopo la sconfitta del 31 maggio 2015 contro la Lazio e la conseguente mancata qualificazione ai preliminari di Champions League, non sembrava promettere niente di buono: nonostante i 29 goal messi a segno nelle varie competizioni e le qualità tecniche indiscutibili, infatti, l’argentino era sembrato poco decisivo nei momenti cruciali della stagione; sarebbe quasi superfluo ricordare il penalty sbagliato proprio nel match contro i ragazzi di Pioli e resta emblematica l’immagine dell’attaccante azzurro con la testa tra le mani dopo l’errore dal dischetto, non l’ultimo della sua lunga stagione (non va dimenticato, infatti, errore fatale dagli undici metri in finale di Copa América). Ed ecco il baratro, come uno stadio ammutolito. Un baratro che, però, oggi non appartiene più al numero 9 del Napoli: come nel più classico dei romanzi di formazione, infatti, el Pipita è riuscito a rialzarsi alla grande in questo campionato, siglando ben 27 reti fino ad ora ed eguagliando il proprio record personale che risale alla stagione 2009-2010, quando indossava la maglia del Real Madrid. Il destino fallimentare (visione comunque ingenerosa…) che sembrava accomunare Higuaìn e Frédéric Moreau, protagonista de “L’educazione sentimentale”, celeberrimo romanzo di Flaubert, ora è solo un ricordo sfocato: il classe ’87 argentino, finora, è stato il condottiero degli azzurri, è in lizza per la Scarpa d’oro (soltanto Jonas del Benfica, con 28 goal in stagione, ha fatto meglio di lui), ma soprattutto ha trasformato la propria rabbia in grinta; da questo punto di vista, va sicuramente elogiato il lavoro di Sarri, benefattore in tuta che, come in ogni romanzo di formazione che si rispetti (basti pensare al buon signor Brownlow in “Oliver Twist” di Dickens), ha saputo ridare fiducia al Pipita, provando inoltre a sfruttare al meglio le sue indiscusse capacità. Nella sfida di ieri col Palermo, il goal di Higuaìn ha consegnato al Napoli tre punti fondamentali per stare al passo della Juventus, ma altrettanto importanti per tenere a distanza le dirette inseguitrici (su tutte, la Roma di Spalletti); per ironia della sorte o comunque per mera statistica, va sottolineato come l’attaccante argentino abbia deciso il match proprio dagli undici metri, che – nonostante avesse già tirato con successo due penalty in campionato – rappresentano il crocevia della sua più recente carriera. Higuaìn in azzurro, da rigore a rigore: la trama di uno splendido romanzo di formazione che non è ancora finito.
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