59’, 66’, 63’, 58’, 62’, 60’ non sono numeri disposti casualmente ma sono esattamente il numero di minuti concessi da mister Sarri ad Hamsik nelle prime 6 uscite stagionali del Napoli. In ogni partita, dall’esordio stagionale con il Nizza alla sconfitta di ieri con lo Shakthar, Sarri ha ritenuto infatti giusto sostituire a partita in corso il capitano azzurro, sempre autore di prestazioni non all’altezza.
E’ innegabile che il contributo apportato dal numero 17 in questa prima fase di stagione sia stato veramente esiguo sia in termini di numeri che di prestazioni se rapportato alla sfolgorante stagione dell’anno scorso, conclusa con 15 goal e 14 assist complessivi. Prima di ricorrere al classico allarmismo ed ad alimentare le voci su un ipotetico caso Hamsik, va sicuramente sottolineato come molto spesso nel suo passato lo slovacco non abbia cominciato la stagione con prestazioni di alto livello, sia un profilo “diesel” cresciuto nel corso delle annate.La principale motivazione dello “scoppio ritardato”, al quale abbiamo fatto l’abitudine, di Marek Hamsik va ricercata nella condizione fisica, che non sempre riesce ad essere ottimale sin dalle prime partite della stagione e non permette allo slovacco di essere subito incisivo.
L’Hamsik visto tra Agosto e Settembre non è sembrato tuttavia soltanto un giocatore fuori condizione, ma soprattutto avulso alla manovra difensiva e offensiva ed impreciso nei passaggi e nel posizionamento. Nessun calciatore del Napoli, a detta dello stesso Sarri, è imprescindibile quanto lo slovacco, che rappresenta di fatto l’unico membro della rosa non si può fare a meno per esigenze tattiche e tecniche. “Ha caratteristiche uniche, soprattutto per la capacità di giocare tra le linee”, ha affermato Sarri rispondendo a Martin Petras, uno dei procuratori del capitano del Napoli, che ai microfoni di Radio Crc aveva proposto un turno di riposo per il suo assistito. Proprio per questa ragione, nonostante il pessimo inizio di campionato, Hamsik è stato continuamente riproposto dal primo minuto con la speranza che il trend delle sue prestazioni potesse essere invertito con un goal o qualche giocata illuminante delle sue. Marek, ad un passo dal record di Maradona, non è finora andato a segno neanche nelle amichevoli estive ma ha prodotto un assist di grande peso specifico: quello per il gol di Callejon che ha sbloccato la gara di Nizza.
Ogni tentativo si è risolto con un nulla di fatto e con la classica sostituzione al 60′ che, e lo diciamo a malincuore, ha paradossalmente alleggerito il Napoli permettendogli una velocità di manovra tipica del gioco spumeggiante al quale ci aveva abituato. Ogni sostituzione ha rappresentato una bocciatura senza remore per Hamsik ed ha permesso alla stampa di bersagliare lo slovacco e lo stesso Sarri per la decisione di schierarlo in campo.
In queste situazioni non c’è nessuno da biasimare, perchè non esiste un colpevole da crocefiggere ma bisogna solo fare delle attente valutazioni ed assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Hamsik per Sarri rappresenta l’eccezione al diktat secondo il quale dovrebbe giocare chi sta meglio fisicamente, quando Hamsik continua ad essere preferito all’Allan o Zielinski di turno.
Lo slovacco è la colonna portante della squadra, il perno su cui ruota il progetto Napoli da 10 anni ed una sua esclusione dal primo minuto contro il Benevento non sarebbe una punizione nei suoi confronti, ma una strada per invertire il trend del suo momento psicofisico concedendogli un po’ di riposo. Questo tentativo non rappresenta naturalmente una soluzione assoluta perchè per migliorare le sue prestazioni c’è bisogno di crescere nella condizione e di destarsi dal suo torpore. Il capitano azzurro ha lo storico vizio d’incupirsi, d’interiorizzare i momenti più difficili, un gol che lo avvicinerebbe a Diego gli darebbe sicuramente carica, benzina per rimettere in circolo il motore.
A cura di Matteo Cascella
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