Salutato Sarri con un tweet, accolto Ancelotti, sembrava che De Laurentiis potesse ripetere l’esperienza Benitez, quando ha aperto le porte al mercato del suo Napoli all’asse tra l’allenatore spagnolo e il suo ex agente Manuel Garcia Quilon. Nei giorni successivi alla firma di Ancelotti prendeva corpo un racconto populista per cui l’arrivo di uno degli allenatori più vincenti del calcio contemporaneo potesse generare l’apertura del club a top player dall’età avanzata e dall’ingaggio esoso ma ci ha pensato Giuntoli a spiegare che la policy aziendale sarebbe rimasta la stessa, con l’attenzione ai giovani talenti su cui investire. Sarri ha portato il Napoli in una dimensione diversa da quella storicamente costruita da De Laurentiis, l’”Udinese dei ricchi” ha lasciato il posto ad una realtà che ha provato a sconfiggere la potenza Juve attraverso la conservazione, la crescita del monte ingaggi e la valorizzazione del talento individuale con l’organizzazione tattica, la conoscenza spiccata dei meccanismi di gioco alimentata in tre anni di lavoro. Il sarrismo è rimasto nel cuore dei tifosi ma nel nuovo ciclo del Napoli di De Laurentiis ha lasciato traccia solo nella richiesta di Ancelotti di conservare l’80% dell’organico e di definire incedibili Koulibaly, Zielinski e Insigne sin dai primissimi contatti.
Il calcio è la prima attività di De Laurentiis, sono lontani i tempi della scorsa estate, quando si è visto pochissimo, il patron ha annunciato che vivrà tre mesi al fianco del Napoli, dove per i principali bookmakers come leovegas scommesse rimarrà l’Anti – Juve, in virtù dei lavori al San Paolo ma naturalmente anche sul mercato. Verdi, a breve Fabian Ruiz, la trattativa per Meret è in dirittura d’arrivo, il Napoli che nel rush finale ha messo in mostra il deficit nell’abitudine a vincere riparte da giovani di prospettiva e qualità, da talenti che dovranno essere valorizzati nel corso degli anni. La storia di Jorginho, in uscita verso il Manchester City al prezzo di 53 milioni complessivi, è il leitmotiv della politica aziendale del Napoli che ha sposato anche Ancelotti, preferendo il club azzurro alla Nazionale e alle sirene cinesi. De Laurentiis, però, non si sta accontentando di dettar legge nel suo Napoli ma di modellarlo anche secondo la sua volontà, con l’inserimento di figure-chiave di fiducia per avere il pieno possesso della macchina aziendale. Così si spiegano alcuni ritorni, in primis quello di Reja, che tra stasera e domani sarà a Napoli per visionare le strutture e definire gli accordi per rientrare nel club lasciato circa dieci anni fa come supervisore del settore giovanile. L’arrivo di Reja rientrerebbe in un progetto che sta portando la Primavera più vicina alla prima squadra, con Ancelotti, infatti, si discute di far allenare gli azzurrini a Castel Volturno, utilizzando il “Ianniello” di Frattamaggiore soltanto per le partite sia nazionali che internazionali. Non è finita qui, sono di ritorno nel Napoli anche Micheli e Mantovani, gli scout che hanno costruito con Bigon e Benitez l’ossatura del Napoli che ha sfiorato lo scudetto con Sarri. E’ un De Laurentiis protagonista, si sta occupando in prima persona del ritorno al “Kennedy” dopo le difficoltà al centro sportivo di Sant’Antimo, dei lavori nella struttura di Castel Volturno e anche del mercato, si è mosso in prima persona con Pozzo per sbloccare l’affare Meret. In vista della prossima stagione, De Laurentiis s’immagina coordinatore del mercato con Chiavelli ad occuparsi della sfera economico-amministrativa e Micheli e Mantovani nel ruolo di segnalazione dei talenti su cui fiondarsi, con il patron che si occuperà sempre di più delle trattative del suo Napoli. Giuntoli guarda con interesse alle vicende del Milan, il fondo Elliott e la famiglia Ricketts stravedono per il direttore sportivo del Napoli.
Ciro Troise
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