“Vergognoso”. Niente di più, niente di meno. Così sta scritto nello scarno referto compilato dal signor Massimiliano Irrati. Quattro righette bastano all’arbitro per raccontare cosa (gli) è accaduto al 30’ del secondo tempo di Udinese-Napoli, cioè l’Higuain moment su cui, da quattro giorni, dibatte tutta Italia: «… dopo avergli mostrato il cartellino rosso – annota il direttore di gara nel report consegnato al giudice sportivo Gianpaolo Tosel – il calciatore Gonzalo Higuain, guardandomi negli occhi, urlava l’espressione “vergognoso”. Poi, ponendomi le mani al petto, mi spingeva lievemente facendomi indietreggiare, senza procurarmi dolore». Subito dopo, prosegue Irrati, «… Higuain tentava di entrare in contatto con un avversario (Felipe, ndr), ma non ci riusciva perché veniva fermato da alcuni compagni». Non c’è traccia nella ricostruzione di Irrati (né in quella dei suoi assistenti) di altre espressioni ingiuriose, né si fa cenno ad una reiterazione del «vergognoso», come invece aveva fatto intendere il comunicato del giudice sportivo. Non compaiono nemmeno il «bastardo» intercettato sul labiale di Higuain da un video di Mediaset e lo «Juve, Juve» che ieri gli attribuivano e che avrebbe pronunciato mentre faticosamente l’argentino abbandonava il campo. Fantasia delle tante ricostruzioni circolate nelle ultime ore o sfoghi scampati alle orecchie degli ufficiali di gara? Chissà, ma tanto poco cambia. Il legale bolognese si prenderà tutta la settimana che il codice gli consente prima di depositare il ricorso alla Corte sportiva d’appello, ma la strada è già segnata: la difesa del Napoli proverà a convincere i giudici che il «vergognoso» rivolto a Irrati, pronunciato una sola volta seppur urlato, va derubricato dalla «condotta ingiuriosa» all’«atteggiamento irrispettoso»; e che la «lieve spinta» citata dal direttore di gara nel suo referto, che infatti «non arreca dolore fisico», è stata esercitata dal calciatore senza alcuna intenzione intimidatoria nei confronti dell’arbitro, anzi per frenarne l’avanzata e, quindi, in qualche modo proteggersi, come dimostrerebbe il fermo immagine che verrà sottoposto alla Corte. Il tutto, così rivisitato e corretto, per la difesa del Napoli non può valere più di due turni di stop”. Un mezzo miracolo per come si era messa la situazione.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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