Il suo è diventato un vero e proprio caso. Di Alex Meret non si hanno notizie certe da tempo. Dopo quattro mesi dall’infortunio patito al braccio sinistro, con la frattura dell’ulna, del giovane portiere si sono perse le tracce. Una storia che non conosce verità, che resta un mistero per la lunghezza sui tempi di recupero.
L’INFORTUNIO — Il suo tormento inizia nel primo giorno di ritiro, a Dimaro, nello scorso luglio. In un contrasto di gioco con un ragazzino della Primavera, Meret si frattura l’ulna del braccio sinistro. Il dolore è forte, nemmeno il ghiaccio riesce a ridurne l’intensità. L’infortunio è serio, c’è bisogno dell’intervento chirurgico per sistemargli l’osso rotto. Il 12 luglio, il portiere viene operato nella clinica Pineta Grande di Castel Volturno, per accelerarne la guarigione, gli viene applicata una placca, la prognosi iniziale è di 45 giorni che diventano 60 poco tempo dopo. L’ottimismo post operatorio svanisce in fretta.
IL RECUPERO — Il ragazzo, acquistato dall’Udinese per 25 milioni di euro, comincia la rieducazione, lavora su indicazione dello staff sanitario del club, ma l’arto infortunato non risponde bene alle sollecitazioni: pare che il problema sia dovuto proprio alla placca impiantata nel giorno dell’intervento. Al momento, Meret non è ancora in grado di parare, sul piano fisico lavora intensamente, ma su quello pratico ha ancora qualche difficoltà nel muovere la mano. I tempi di recupero, dunque, si sono dilatati, l’ex Udinese dovrebbe tornare a disposizione di Carlo Ancelotti non prima di un mese. Poi, ci vorrà altro tempo per riportarlo in condizione. L’impressione è che per rivederlo bisognerà aspettare il prossimo anno.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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