La Gazzetta dello Sport, nella sua edizione odierna, spiega nel dettaglio la situazione, a cominciare del motivo per il quale il Pipita chiede questa cifra: “Sono il calcolo triennale della tassa di solidarietà che il governo Berlusconi nel 2011 (legge 148) stabilì per tutti i redditi superiori ai 90mila euro (minimo poi alzato a 300) annui, soldi che il Napoli, come sostituto d’imposta, ha versato all’erario, per conto del proprio lavoratore dipendente, Gonzalo Higuain. Trattenendoli, poi, dalle sue buste paga. Già sei anni fa, quando la legge fu introdotta, le società polemizzarono con i calciatori, che non volevano pagare. Poi, si è trovato il modo di comprendere negli ingaggi anche l’odiato balzello. De Laurentiis ha versato ad Higuain anche più dei 5.750.000 euro netti che il contratto triennale col Pipita prevedeva, elargendogli premi non previsti ad ogni prestazione straordinaria del centravanti. Tanti soldi in più, non a caso gli stipendi di Higuain, pur decurtati della tassa di solidarietà, non sono mai scesi sotto le cifre previste dal contratto. È il motivo principale per cui De Laurentiis, convinto oltretutto di rispettare la legge, andrà fino in fondo a questa storia, senza fare sconti”.
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