L’allenatore del Napoli Gennaro Gattuso ha parlato in conferenza stampa nel post-partita di Inter-Napoli. Ecco quanto sottolineato da IamNaples.it:
“E’ una squadra che deve stare nelle due fasi, tranne che contro la Juventus ho sempre avuto la sensazione di pericolo quando ci superavano, quando si prendono dei gol non è solo colpa della difesa, più abbiamo la palla coperta più la difesa riesce a salire, oggi eravamo sempre nella posizione giusta. Il vero Napoli è quello là, quando staremo meglio potremo portare la fase di possesso 10-15 metri più avanti. Contro la Juventus Insigne aveva avuto un problema nel riscaldamento, ho chiamato Elmas, quando ripiega lo fa bene, è difficile da saltare, ha il veleno. Non è una questione di testa, è una squadra che deve interpretare come lavoriamo durante la settimana, per stare corti bisogna che la difesa sia alta, contro il Lecce concedevamo la prima palla, se facciamo le cose fatte bene ci riusciamo. Non so qual è il vero Napoli, negli ultimi cinque-sei anni il Napoli ha lottato per un paio di scudetti, giochiamo ogni tre giorni, bisogna guardare ad oggi, qualcuno è triste, ha avuto dei problemi, il futuro mio e dei miei giocatori poi si vedrà. Mertens? Tanta tanta roba, stoppava delle palle difficilissime, veniva sempre a legare il gioco, a livello tecnico e tattico ha fatto una grande prestazione. L’altro giorno ci ho sbattuto i denti, ero convinto che se avessimo battuto il Lecce potevamo fare delle cose importanti, invece abbiamo preso un’altra mazzata, subendo dieci tiri in porta contro il Lecce. Non m’interessa avere una squadra bella in fase di non possesso, mi piace che ci smarchiamo bene quando abbiamo la palla, oggi m’interessa la compattezza, voglio una squadra che sente l’odore del rischio. Sbagliamo ancora spesso, perciò è una squadra che non mi lascia tranquillo, non è un gruppo che si ribella, non ti da alcun segnale o motivo di sbroccare o alzare l’asticella, perciò rimango sorpreso, ho sempre sensazioni buone. Bisogna dare priorità al lavoro in settimana e poi farsi il segno della croce sperando che vengano fuori prestazioni così”
Dal nostro inviato a San Siro Ciro Troise
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