Rino Gattuso, allenatore del Napoli, dopo la sconfitta rimediata per mano del Barcellona è intervenuto al microfono di Sky Sport: “C’è tanto rimpianto, abbiamo avuto mezz’ora di blackout. Da rivedere il primo gol, ma è facile parlare degli arbitri. Io ho visto una squadra che ha fatto la partita che doveva, a parte quella mezz’ora di vuoto. Ho visto una squadra che ha messo in grandissima difficoltà il Barcellona. Nei primi 10 minuti potevamo segnare due gol. La cosa che mi fa più rabbia è prendere gol da calcio piazzato dal Barcellona. Io alleno giocatori forti, ma per diventare giocatori importanti serve una mentalità diversa da quella che a tratti abbiamo mostrato in questi mesi che io sono qua”.
Aveva la sensazione di ptoer sempre far male al Barcellona? “Se leggiamo i dati, vediamo che non c’è partita. Abbiamo avuto il doppio delle loro occasioni. Poi è chiaro che ci sono le preventive, lo scalare bene, la mentalità. Ma sono molto soddisfatto della prestazione. Oggi potevamo vincere, lo sapevamo, perché il Barcellona non stava benissimo e ha pagato il fatto di non giocare da 19 giorni”.
Che vi siete detti lei e Setien? “Lui sa che per 2-3 anni l’ho seguito. Ci siamo sentiti quand’era al Las Palmas e al Real Betis. E’ uno degli allenatori che ha la metodologia più bella. Siamo amici da tempo, gli ho spesso rotto le scatole. Vediamo il calcio un po’ allo stesso modo”.
I valori diversi tra le due squadre si sono visti meno in campo. “Quando guadagni 14-15 milioni netti o vali 100-200 milioni vuol dire che i valori ci sono. Ho sentito che oggi il Barcellona avrebbe giocato con le riserve, ma io queste riserve non le ho viste. Stasera la differenza l’ha fatta il singolo, i giocatori importanti. Ringrazio De Laurentiis per avermi scelto e per avermi dato l’opportunità di allenare giovani che diventeranno forti. Dobbiamo crescere. Non potevamo permetterci di addormentarci per mezz’ora qui a Barcellona, il rammarico più grande è questo”.
Il Barcellona ha vinto quando ha preso in mano la situazione nel primo tempo, a voi è mancata fisicità. “I primi 10 minuti il Barcellona non usciva dalla metà campo, poi la mezzora successiva sì. Spesso andiamo sul fondo, ma non al cross. Andavamo sul dischetto del rigore, non alzavamo la sfera. Quand’è entrato Milik invece siamo andati al cross perché ha caratteristiche diverse. A me è sembrata più di una buona partita la nostra oggi”.
Il Barça ha fatto gol quando doveva, voi no. Loro sono pronti per la Final Eight, voi no? “Sì, sono d’accordo. Sono deluso perché vedendola dal campo mi sono accorto che potevamo fargli male. Abbiamo regalato un po’ la partita al Barcellona, che non sta benissimo. Con un po’ di convinzione in più e un pizzico di brillantezza mentale… Abbiamo sbagliate cose troppo facili a volte. Potevamo assorbire in maniera migliore. Abbiamo sbagliato sui concetti difensivi, ma anche a livello di passaggi. Sono 7-8 anni che il Barcellona non va sotto nel possesso palla e nei tiri in porta, per questo sono nervoso. Potevamo fare anche meglio, abbiamo lasciato qualcosa ma ci sta. Di fronte c’erano dei campioni. Messi non ti lascia mai tranquillo, non è facile giocare contro questi. Mi brucia perché si poteva fare oggi”.
Un giudizio sul tuo amico Pirlo allenatore della Juventus? “Adesso sono ca**i suoi (ride, ndr).Beato lui che ha cominciato subito alla Juventus, io ho detto così perché il mestiere è difficile. Bisogna studiare, lavorare, si dorme poco, non basta aver fatto una grande carriera. Un grande in bocca al lupo a Pirlo. Penso che chi è stato un grande calciatore deve togliersi il prima possibili i grandi del calciatore. Questo mestiere non si fa solo leggendo i libri. Capello è in studio e può dirlo. E’ difficile come lavoro, non c’entra nulla aver fatto il giocatore”.
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