I distratti dalle vuote polemiche di una città storicamente più attenta alla forma che alla sostanza lo dimenticano: Insigne ha attraversato le pieghe di un settore giovanile in cui s’investiva molto meno di oggi ed è arrivato a disputare un Mondiale, un Europeo e a diventare il faro della Nazionale di Mancini alla ricerca della rinascita. Me lo ricordo l’entusiasmo che generò Lorenzo Insigne, dal debutto di Livorno al ritorno in prima squadra dopo il percorso con Zeman al Foggia e al Pescara. Capitan Lorenzo era un volto a cui aggrapparsi, la speranza di un Napoli più napoletano, capace di rappresentare i sentimenti di una tifoseria identitaria, l’immagine dell’unica metropoli italiana con una sola squadra.
Le deviazioni del percorso hanno fatto dimenticare il grande valore della sua storia ma ci sta pensando Lorenzo a riprendersela e riportarla all’attenzione di tutti con gli atteggiamenti giusti, l’operazione simpatia sempre più necessaria, il rapporto con Ancelotti che gli ha concesso di tornare a sinistra dove si sente più sicuro e anche un pizzico di maturità in più a ventotto anni. Insigne è pronto ad accogliere da capitano un’altra bella storia, ad aprire le braccia a Gianluca Gaetano, a spiegargli nei momenti complessi quanto è difficile ma anche quanto è bello rappresentare da napoletani i colori azzurri. Se ne avvantaggia il Napoli, soprattutto in una delle risorse più importanti, spesso dimenticata ma che a questo club continua a dare talento e qualche plusvalenza: guardate la storia di Sepe, pensate al rimpianto per Izzo e al percorso fatto da altri ragazzi di talento come Vitale, Roberto Insigne, Tutino, Palmiero e Contini. Stamattina hanno iniziato a lavorare l’Under 16 e l’Under 17, è bastato vedere il centro sportivo Kennedy con qualche ritocco e immergersi nelle emozioni che sta trasferendo l’avventura di Gianluca Gaetano per poter respirare un entusiasmo diverso, la sensazione che percorrendo le Forche Caudine il percorso possa essere roseo anche per altri giovani.
L’investimento di cui ci sarebbe bisogno ancora latita: un centro sportivo di proprietà, un servizio di trasporti del club per agevolare quelli che arrivano da lontano, qualche posto in più per il convitto e un pizzico di fiducia in più in certe scelte. In questa stagione nasce il campionato sperimentale Under 18, in Primavera ci sono tanti ‘2002, qualcuno ovviamente dovrà trasferirsi per vivere qualche esperienza in prestito, vista anche la riforma che consente di schierare cinque ‘2000 tra cui un fuori quota. Aggiungere al settore giovanile del Napoli una squadra in più avrebbe consentito al club di tenere tutto sotto controllo, sfruttando l’attenzione del responsabile del settore giovanile Gianluca Grava e del suo staff.
Nonostante tutto ciò che si potrebbe fare per migliorare il vivaio, la vicenda di Gaetano è una risorsa senza prezzo, un’iniezione di orgoglio che sta conquistando tutti. “Vi farà vedere numeri sensazionali”, ha dichiarato il presidente De Laurentiis e noi, che abbiamo seguito il suo percorso, possiamo solo confermarlo ma c’è da sottolineare che nell’Italia dell’overdose del calciomercato degli stranieri quella di Gaetano è una storia rara. Gianluca si è imposto a ritmi a cui non era abituato, in un ruolo nuovo, assorbendo in poco tempo le consegne tattiche di Ancelotti che ha avuto il merito di crederci. Gli uomini di coraggio vanno premiati, la sensazione è che a trarre vantaggio della scelta dell’allenatore sarà soprattutto il Napoli, pronto a valorizzare le potenzialità di un talento che con Ancelotti può diventare un centrocampista completo.
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