Di fronte alla morte di una persona cara nulla ha più senso ed ogni parola è superflua. A contare sono soprattutto i fatti, il proseguire la propria vita quanto più normalmente possibile, seppur normale non lo sarà mai. Talvolta, però, ci sono parole che fortificano, aiutano a convivere col dolore che ti lacera il cuore.
Quelle parole non sono arrivate da Gattuso logicamente, sotto choc per quella maledetta telefonata che lo ha spiazzato. Appena due giorni fa si era sentito con sua sorella Francesca e gli amici intimi raccontano di aver percepito in lui un barlume di speranza. Poi ieri mattina il dramma: Francesca non ce l’ha fatta. Il tecnico azzurro si fionda in macchina per raggiungere Gallarate, località in provincia di Varese dove la donna viveva ormai da anni per lottare contro la forma rara di diabete che l’ha portata via a soli 36 anni (ad agosto ne avrebbe compiuti 37). Prima, però, lascia le indicazioni per l’allenamento al vice Gigi Riccio. Il cuore è in frantumi, ma Rino da uomo e professionista esemplare pone attenzione ai suoi ragazzi che ha preso tra le braccia con lo stesso spirito protettivo col quale ha accompagnato Francesca fino all’ultimo istante della sua vita.
Ieri a Castel Volturno probabilmente c’era caldo, eppure in un attimo è calato il gelo. Il clima si fa pesante, regna un silenzio surreale. Gli azzurri, scossi dalla terribile notizia, vengono anche loro assaliti da una profonda tristezza. La testa non va e le gambe non girano. Tutto ciò arriva all’attenzione di Gigi Riccio, di Gattuso vice nel calcio ed amico fidato nella vita, che esclama secondo quanto riporta l’edizione odierna del Corriere della Sera: “Forza, correte. Rino vuole così!”. Una frase pronunciata con la stessa potenza di un colpo di spada che colpisce in pieno petto, proprio come farebbe il suo fedele compagno, la cui indole combattiva contagia evidentemente chiunque abbia l’onore di affiancarlo nel suo cammino.
La spinta in più
E allora, a noi tutti che ci sentiamo vicini a Gattuso, piace pensare che tutto questo possa essere una spinta in più per il futuro e non perché il lavoro venga prima della vita umana (sarebbe assurdo pure solo immaginarlo), ma perché siamo certi che anche “Francesca” – per il bene che l’ha legata a suo fratello Rino – “vuole così”.
A cura di Giuseppe Migliaccio
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