Partiamo dalla denuncia di Spalletti: in Italia la maleducazione è in tutti gli stadi ma a Firenze non c’è la pista d’atletica e si sente tutto. Contro Napoli poi al Franchi si respira un disprezzo diffuso, generale che coinvolge non solo la curva Fiesole ma anche le tribune. Abbiamo sentito il solito repertorio dei cori razzisti e chi c’era il 29 aprile 2018 (lo psicodramma sportivo per eccellenza per i tifosi del Napoli) sa cosa significa respirare una tensione che sembra inspiegabile in una città d’arte che ha nello scambio e nell’inclusione uno dei suoi punti di forza.
Ha fatto bene Spalletti a denunciarlo, sbaglia chi fa le difese di campanile perché la cultura dell’insulto soprattutto davanti ai bambini rappresenta una storia di cui vergognarsi, ovviamente anche quando accade a Napoli.
Passiamo alla partita: vedere l’atteggiamento tattico della Fiorentina, il coraggio di giocarsela con chiunque è un piacere. Italiano chiedeva a Martinez Quarta di spezzare la linea e accettava il tre contro tre in fase difensiva, il Napoli veniva da due partite differenti contro il Verona e il Monza. La Fiorentina fa parte delle otto sorelle, rappresenta un altro livello, ne sa qualcosa l’Inter sconfitto a Roma contro la Lazio. Il calcio è fatto di categorie, in Champions il livello s’alzerà ancora di più.
Le lezioni di Firenze per il Napoli
La gara del Franchi rappresentava un test, il punto non è da buttare, sarà dura per tutti affrontare la Fiorentina ma bisogna portare a casa le lezioni che possono far crescere. Partiamo da un appunto: quando Ndombele, Simeone e tutte le armi a disposizione cresceranno di condizione, si potrà avere più impatto nei cambi, aspetto che poteva essere determinante contro la Fiorentina reduce dalle fatiche europee. Basta considerare la vivacità che hanno trasmesso Politano e Raspadori, subentrando al posto di Lozano e Zielinski.
Il Napoli al momento è una squadra giovane, senza grandi leader, deve acquisire coraggio che passa proprio dagli shock come queste sfide. Lobotka ha dovuto fare il suo lavoro con Amrabat sul fiato del collo, Kvaratskhelia non ha giocato ai livelli delle gare precedenti anche per l’ottima prova di Dodò anche se ha inventato un assist pregevole per il colpo di testa di Lozano, Osimhen ha sofferto una prestazione gigantesca di Milenkovic.
Il Napoli deve avere più coraggio nella velocità di palleggio, quando l’ha fatto ha messo in seria difficoltà la Fiorentina come per esempio nell’azione del gol annullato ad Osimhen. Il Napoli ha avuto le sue occasioni, forse anche di più della Fiorentina che ha rischiato di far gol soprattutto con le ripartenze, avvenute con il 4-2-3-1, Ndombele e Simeone fuori condizione.
Osimhen ha segnato in fuorigioco, Lozano ha sprecato di testa un’occasione clamorosa e Raspadori ha avuto due chances sulle intuizioni di Politano. Gli è mancata la forza nel tiro ed è stato anche bravo Gollini nella seconda occasione.
Il Napoli non può dominare tutte le partite dall’inizio alla fine, le vittorie passano per i dettagli, il più importante nel calcio è far gol. Passano le stagioni intere nella differenza tra l’occasione sfruttata e quella fallita. Il Napoli ha una mentalità propositiva, crea sempre occasioni da gol, anche ieri ne abbiamo contate quattro. A Firenze sarà dura per tutti, si porta a casa il punto considerando il momento della stagione ricco di incognite ma questa gara deve servire affinchè la squadra si ponga l’obiettivo d’alzare il livello, di credere nelle proprie potenzialità. Sono due gli aspetti chiave: migliorare nel giocare sotto pressione e avere il killer instinct sotto porta. Non è poco ma questo gruppo giovane e di qualità merita l’entusiasmo della città, se poi negli ultimi giorni del mercato arrivasse un leader come Keylor Navas la strada diventerebbe più semplice.
Ciro Troise
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