In vista dell’esordio in campionato contro il Napoli ha parlato cosi in conferenza stampa il tecnico della Fiorentina Vincenzo Montella. Ecco le sue parole, riportate da Firenzeviola.it:
“Il Napoli è la squadra che ha cambiato meno, noi quella che lo ha fatto di più. Hanno una media di ottanta punti a partita negli ultimi tre anni, penso. Partono da lontano ma sanno dove vogliono arrivare. Noi comprensibilmente siamo indietro sulla costruzione della squadra e incontriamo una delle più forti degli ultimi anni: servono energie, concentrazione e sudore. Dobbiamo studiarli, come stiamo facendo, e come squadra dovremo stringerci forte e farci sostenere dai nostri tifosi. Statisticamente hanno attaccanti che possono fornire tanti gol e mi fanno venire il mal di testa”.
Sul mercato: “Stiamo operando bene, sono arrivati giocatori pronti come Badelj e Pulgar. Per averli insieme, e possono farlo, ma gli servirebbero esterni d’attacco un po’ più difensivi dei nostri. Il calendario non ci aiuta nell’inizio, non è una scusa ma un dato di fatto. Sono certo che il direttore migliorerà ancora la squadra. Lavoriamo senza paura, con entusiasmo e voglia di avere identità e uno stile di gioco”.
Su Ribery: “Senz’altro è indietro e mi ha convinto fin da subito, dal tono di voce. Si vuole mettere in competizione ed aiutare anche me sul campo. Lui vuole esserci, noi vogliamo che ci sia… Potrebbe anche esserci l’opportunità di farlo giocare”.
Su Vlahovic e Boateng: “Sono diversi. Dusan ha fatto un grande pre-campionato, ma la domanda da porsi è: avesse sbagliato un gol come col Galatasaray e ci fosse costato tre punti, la gente come reagirebbe? Ha la mia stima, e le sue caratteristiche mi piacciono. Non è vero che mi piace giocare con il falso nove. Abbiamo esterni bravi, ma lo stesso Chiesa deve segnare di più. Nessuno ci garantisce doppia cifra e i gol vanno trovati… Per fortuna i centrali qualche gol ce lo possono regalare”.
Sulla squadra: “Abbiamo otto calciatori nuovi e non abbiamo mai fatto un allenamento con davvero tutti insieme. Affronteremo squadre collaudate, ci servono pazienza e tempo e questo la società mi ha fatto capire che vuole darmelo. Sono carico, perché questo inizio carico di difficoltà ci farà esprimere al 100% delle possibilità individuali, sul lato squadra non lo so perché è più difficile da dire”.
Sulla differenza di valori in Serie A: “Le grandi sono ancora più forti, però le medie si sono rinforzate con criterio. Penso che il campionato si sia livellato verso l’alto. Il Napoli è tra le squadre che lottano per vincere, così come l’Inter è altamente competitiva. Il campionato è bello”.
Sul bisogno di un centravanti: “Abbiamo tre attaccanti in squadra e lavoriamo con quello che c’è. Io parlo poco, lo sapete, ma a volte mi vengono messe in bocca parole che non dico. Per essere ad alti livelli dobbiamo trovare i gol da qualche parte”.
Sulle ambizioni di Ribery: “Non mi preoccupano, è qui per essere competitivo. E l’ho visto già in questi primi allenamenti: non si risparmia e sono convinto che questo lo trasmetterà al gruppo. Sognare va bene, ma io mi devo concentrare su domani e sull’identità di squadra. Bisogna essere realisti”.
Sulle condizioni di Lirola e il futuro di Biraghi: “Lirola sta meglio e valutiamo oggi. Biraghi fa parte della squadra e di volta in volta farò valutazioni”.
Sulla Coppa Italia: “Difensivamente l’intera squadra ha sofferto. Ma per caratteristiche ci serve stare corti e che davanti ci aiutino. Questo non è successo ma ci può stare, sia per il caldo che per il livello all’apparenza più basso degli avversari. Domani non avverrà”.
Sui propositi: “Avere un’identità ed arrivare alle vittorie. Un senso di appartenenza in cui i tifosi si possano rispecchiare”.
Sul Napoli: “In mezzo e davanti hanno giocatori che garantiscono molti gol. Dobbiamo essere stretti in fase difensiva, compatti e ripartire non appena abbiamo la palla”.
Sulla condizione fisica della squadra: “Le motivazioni azzereranno tutto, anche qualche gap fisico. Mi è piaciuta la tournée americana: abbiamo fatto partite di alto livello e testato dei ragazzini che hanno ben figurato. Poi, con i tre punti c’è un’altra atmosfera ed un’altra tensione”.
Sulla vicinanza di Commisso: “Ha dimostrato di avere passione, fosse per lui starebbe qui fisso. Gli piace vivere la squadra, parlare con calciatori ed allenatori e motivarli”.
Su Chiesa prima punta: “Ci avevo pensato intimamente… Ma bisogna lavorarci. Federico può giocare ovunque ma dove si esprime meglio è sulla fascia, ha corsa e potenza impressionanti. A volte poi le intuizioni arrivano anche per caso, basti pensare a Mertens centravanti o Totti ancora prima, che fece la punta perché eravamo tutti infortunati e poi l’ha fatto per dieci anni”.
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