Il presidente della Figc Gabriele Gravina, recentemente rieletto, ha rilasciato un’intervista al quotidiano Metropolis, in cui ha parlato dell’impatto che il Coronavirus ha causato sul mondo del calcio a distanza di un anno dal primo lockdown: “È stata un’esperienza inattesa, senza precedenti. Nonostante alcuni iniziali tentativi di divisione, il calcio ha saputo reagire con maturità, anche grazie ad una Federazione che ha difeso gli interessi generali del sistema ed è stata un inter locutore credibile per tutte le istituzioni. La tutela della salute e la salvaguardia delle competizioni sono state il nostro faro e continuano ad esserlo, perché purtroppo non siamo ancora venuti fuori da questa terribile pandemia“.
Sulla ripartenza dell’Eccellenza: “La nostra priorità è far giocare a calcio, ma non a discapito della tutela della salute. L’unico campionato, anche se non a ranghi completi, che può ripartire, con un grandissimo sforzo organizzativo ed economico, è proprio l’Eccellenza. Nell’ultimo anno abbiamo distribuito quasi 17 milioni di euro al solo mondo dilettantistico, ma dobbiamo fare di più. La mia maggiore preoccupazione, però, è sui giovani: sono loro che stanno soffrendo maggiormente. Il Settore Giovanile e Scolastico della Figc conta circa 200 mila tesserati in meno rispetto alla scorsa stagione sportiva, per questo sto pensando, una volta che la curva dei contagi si sarà riabbassata, di far disputare ai nostri ragazzi almeno due mesi di tornei per non fargli perdere un’intera annualità. Sarebbe bellissimo, oltre che molto importante dal punto di vista sportivo“.
Si parla di una messa a disposizione delle strutture sportive per le vaccinazioni. Gravina ne ha parlato, estendendo il discorso, poi, alla riapertura degli stadi: “È stata una proposta che ha riscosso consensi, noi siamo a disposizione perché, oltre ad avere i mezzi, abbiamo anche un altissimo senso di responsabilità, ma non siamo noi a decidere. Il tifo è l’anima di questo sport, non possiamo mortificare ancora per molto il desiderio di condividere dal vivo le emozioni del calcio, però dobbiamo essere coscienziosi e realisti: più vacciniamo più possibilità ci sono che si torni presto allo stadio. Finalmente vedo la luce in fondo al tunnel“.
Infine, una parentesi sul futuro di Mancini come commissario tecnico della Nazionale: “Il rapporto con Mancini è ottimo, così come il suo percorso alla guida della Nazionale fino ad ora. Non c’è fretta per ridiscutere il contratto, anche perché scade a fine 2022, ma ne stiamo parlando perché il progetto che vogliamo continuare con Roberto è molto più a lunga scadenza e riguarda la valorizzazione di tantissimi giovani“.
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