Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha parlato delle conseguenze sul calcio del coronavirus in un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sulla “Gazzetta dello Sport” oggi in edicola e dalla quale vi propiniamo u estratto.
“Abbiamo preso decisioni importanti. Ma quello che succede relativizza molte cose, calcio compreso. Prima la salute. Poi tutto il resto.
Per i dirigenti significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno. Federazioni e leghe siano pronte a seguire le raccomandazioni di governi e Oms.
Come FIFA ora pensiamo al calendario delle nazionali. E alle modifiche e alle dispense temporanee per i regolamenti sullo status dei calciatori e i trasferimenti. Per proteggere i contratti e adeguare i periodi di registrazione. Servono misure dure. Ma non c’è scelta. Dovremo tutti fare sacrifici.
Il Mondiale per club e il Mondiale sono l’unica fonte d’introiti per la maggioranza delle federazioni. Senza, in oltre cento paesi non esisterebbero campionati, settori giovanili, calcio femminile, campi. Rinviare il Mondiale per club
fa perdere centinaia di milioni alla Fifa e a tutte le federazioni.
Le soluzioni sul calendario internazionale devono tener conto degli interessi ditutti
gli stakeholders. Ne parleremo con confederazioni, federazioni, leghe, club, calciatori. Sicuro che tutti siano pronti a fare un passo indietro, come noi.
Si rischia la recessione nel calcio. Serve una valutazione dell’impatto economico globale. Ora è difficile, non
sappiamo quando si torna alla normalità. Possiamo forse riformare il calcio mondiale facendo un passo indietro. Con formati diversi. Meno tornei, ma più interessanti. Forse meno squadre, ma più equilibrate. Meno partite per proteggere la salute dei calciatori, ma più combattute. Quantifichiamo i danni, vediamo come coprirli, facciamo sacrifici. Sarà avvantaggiato chi ha gestito la propria “azienda” in modo sano. Salviamo tutti assieme il calcio da
una crisi che rischia di essere irreversibile.
Superlega di Club? Mi viene da ridere. Da quel che vedo, ci pensano già altri a progettare e organizzare tornei in giro per il mondo, al di fuori dalle strutture istituzionali, e senza rispetto per il modo in cui è organizzato il calcio nazionale, continentale e mondiale. In futuro dobbiamo avere almeno 50 nazionali che possano vincere i Mondiali, non solo 8 europee e 2 sudamericane. E 50 club che possano vincere i Mondiali per club, non solo 5 o
6 europei. Ma non è il momento di parlarne ora”.
Regolare l’attività degli agenti? Il calcio non è e non può più essere il FarWest, dove non esistono regole. Il regolamento sugli agenti è solo parte di una riforma più ampia del sistema trasferimenti. Ogni estate circolano, a volte via paradisi fiscali, circa 7 miliardi di euro di trasferimenti internazionali. Il settore economico meno regolamentato al mondo. E ogni volta che polizia o finanza fanno controlli trovano qualcosa di strano. Anche gli agenti, in particolare quelli bravi e seri, trarranno molti benefici”.
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