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L’Europa League è un’opportunità per la cooperativa di Spalletti

La cooperativa è il punto di forza, l'Europa League è un'opportunità

S’avvicina Napoli-Spartak Mosca, gli azzurri primi in classifica creano distrazione rispetto alla partita di giovedì. Sembra quasi che non ci sia, anche la prevendita piange ancora. Per Napoli-Cagliari c’erano poco più di 17000 spettatori, con degli spazi vuoti in Nisida, Posillipo e i settori inferiori, finchè avranno lo stesso prezzo di quelli superiori, non diventeranno mai un’opportunità per il club.

Non sono numeri da piazza calda, del resto la presenza allo stadio non è più in media da grandi masse da molti anni. Un po’ di calore lo danno le curve e l’oppressiva e chirurgica applicazione del regolamento d’uso al Maradona tengono fuori il tifo organizzato dallo stadio.

La Curva B è al Flego, il pub che è a pochi passi dal tempio di Fuorigrotta.

Ogni volta che c’è il binomio campionato-Europa League, torna quella litania stucchevole sulle partite del giovedì, come se l’El fosse un peso. Una mentalità provinciale che condanna l’Italia all’anonimato europeo, basterebbe, invece, guardare la crescita che Siviglia e Atletico Madrid hanno avuto vincendo questo trofeo. Ci sono le immagini della festa dei tifosi del Villarreal di qualche mese fa, la qualificazione alla Champions League, alla Supercoppa Europea.

L’Europa League è un’opportunità per la cooperativa di Spalletti

 

Per Spalletti, invece, l’Europa League è un’opportunità poiché il miglior medicinale anti-stanchezza, che il Napoli può assumere durante la stagione, è l’entusiasmo della cooperativa. È emozionante vedere la festa di tutta la squadra nel post-partita raccogliendo gli applausi e i cori del pubblico.

Sta per iniziare una nuova fase, in cui ci sarà un po’ di turn-over più spinto rispetto alle prime sette gare ufficiali, l’ha annunciato Spalletti in conferenza stampa che si è soffermato sull’idea che bisogna sentirsi titolari anche dei dieci minuti disputati nel secondo tempo, a gara in corso.

Nel Napoli hanno giocato tutti eccetto il terzo portiere, Spalletti sta tenendo il gruppo senza mai sbandare. È inevitabile che Manolas non possa essere contento per quattro panchine consecutive, che magari Ounas vorrebbe giocare di più, pensando che in estate aveva offerte di club in cui magari avrebbe giocato titolare ma c’è la sensazione di un progetto collettivo, di cui tutti possono costruirne un pezzo.

L’Europa League è un’opportunità in questo senso, può aumentare il coinvolgimento di tutti, gestendo poi ovviamente le scelte in base ai momenti di forma e agli avversari.

Con il pareggio di Leicester, il Napoli ha strappato un piccolo vantaggio rispetto alla battaglia per il primo posto nel girone che varrebbe l’accesso diretto agli ottavi di finale, evitando l’incrocio con le squadre retrocesse dalla Champions League.

Le prime giornate hanno già dimostrato quanto sono importanti le soluzioni dalla panchina, basta ricordare il gol decisivo di Petagna sul campo del Genoa, l’impatto di Ounas contro Juventus e Leicester o di Elmas in Napoli-Venezia.

Le risorse a disposizione stanno aumentando, contro il Cagliari nel finale è tornato Demme, dopo la sosta Mertens, ieri per la prima volta in panchina, potrebbe dare il suo contributo e ci saranno a breve anche Ghoulam e Lobotka.

Prima della Fiorentina c’è lo Spartak Mosca da affrontare senza presunzione

 

Fiorentina-Napoli è una sfida affascinante, la Viola è una outsider di questo campionato perché esprime un bel calcio, ha un ottimo allenatore e vari giocatori molto validi. Sarà una sfida molto interessante ma prima c’è Napoli-Spartak Mosca e non bisogna lasciar nulla perché ogni stagione è un viaggio a tappe.

Vanno saltati gli ostacoli senza la presunzione di scegliere o fare le gerarchie, in passato questa mentalità ha generato solo problemi.

La stagione è molto lunga, bisogna viverla alla giornata, all’insegna del Carpe Diem, godendo della bellezza con la testa al prossimo impegno. Non è il momento dei calcoli, forse potrebbe venire durante la Primavera ma del domani non c’è certezza.

 

Ciro Troise

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