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ESCLUSIVA – Uvini: “A Napoli poca considerazione. Vi spiego la differenza tra Mazzarri e Benitez. Ora con Sarri…”

"Sono rimasto in buoni rapporti con i brasiliani e con Mertens. Rafael si riprenderà, felice per Jorginho"

E’ arrivato a Napoli nel 2012, fresco della vittoria col suo Brasile alle Olimpiadi. Con la maglia azzurra, tuttavia, non ha mai avuto una vera chance per mettersi in mostra: due presenze e tre prestiti. Dopo Siena e Santos, la scorsa estate, Bruno Uvini è sbarcato in Olanda al Twente. Dopo un inizio difficile, il difensore brasiliano si è conquistato la fiducia del mister e dell’ambiente e con il suo attuale club ha trovato anche due volte la rete in questa stagione nelle sue 29 presenze stagionali. IamNaples.it lo ha portato in esclusiva ai suoi microfoni.

Innanzitutto come ti sei ambientato in Olanda?

All’inizio non è stato facile: la lingua, il cibo sono completamente diversi. Soprattutto lo stile di gioco differisce molto. Tuttavia dopo circa tre mesi già mi sentivo a casa, sono stato fortunato ad essermi adattato velocemente, questo grazie anche all’aiuto del club che mi ha sempre supportato.

Il Twente, la tua squadra, sta conducendo un campionato da metà classifica, come valuti questa stagione?

La prima parte dell’anno è stata molto difficile. Ci siamo presentati al campionato con una squadra giovane, composta da molti giocatori nuovi. Quindi nei primi sei mesi non abbiamo fatto bene, però dopo la sosta di Natale, abbiamo fatto un ritiro in Spagna e da lì è cambiato tutto. Da quel ritiro è tornata proprio un’altra squadra e ora siamo una delle prime in classifica se si considera solo la seconda parte della stagione. Adesso le cose vanno meglio.

A Napoli non hai avuto molte chances, ti aspettavi un impiego diverso quando sei arrivato nel 2012?

Sicuramente sì. Venivo della vittoria alle Olimpiadi con il Brasile, ero da tempo nel giro della nazionale, e dopo che sono arrivato a Napoli sono stato troppo tempo senza giocare, questo ha interrotto bruscamente la mia crescita.

Hai lavorato sia con Mazzarri che con Benitez, quali sono le differenze tra i due?

Sono due grandissimi allenatori da cui ho imparato molto anche se non ho avuto tante occasioni con loro. Penso che la differenza più grande tra i due sia il rapporto con i giocatori. Benitez privilegia di più il rapporto con i giocatori ed ha una mentalità moderna, con Mazzarri c’era un leggero distacco tra giocatore e allenatore, però è un grande conoscitore del calcio italiano e sa come fare funzionare le cose lì.

Ora c’è Sarri, ti sarebbe piaciuto lavorare con lui

Sicuramente, mi piace molto lavorare con gli allenatori italiani, ho avuto esperienze anche con Iachini al Siena e se un giorno dovessi fare l’allenatore loro saranno i miei esempi primari.

Con Sarri il Napoli sta facendo un campionato straordinario. Credi che ci siano ancora possibilità di vincere lo scudetto?

Per me sì, lo scudetto è ancora possibile, soprattutto per come sta giocando il Napoli in questo momento. Seguo sempre la mia ex squadra e posso dire che il Napoli gioca il calcio più bello di Italia. Credo che fino alla fine gli azzurri lotteranno con la Juve per lo scudetto.

Domenica prossima ci sarà Duvan Zapata ad affrontare il Napoli. Che ricordo hai di lui?

E’ un grande giocatore ed anche un bravo ragazzo. Ha grandi qualità ed ottime doti. Quando entrava a partita in corso al Napoli faceva sempre bene. Ha delle caratteristiche particolari che lo rendono sempre pericoloso per le difese avversarie. Lo sta dimostrando con l’Udinese.

In che rapporti sei rimasto con gli altri azzurri. Sei molto amico di Rafael, come sta vivendo questa stagione nelle retrovie?

Parlo spesso con i brasiliani della squadra, ma anche con gli altri sono rimasto in buoni rapporti. Anche Mertens è stato molto importante per me quando dovevo venire in Olanda. E’ una brava persona e un ottimo calciatore. Rafael, oltre ad essere un grande amico, è un portiere di livello mondiale, anche per la nazionale brasiliana. Presto tornerà ai suoi livelli, sono sicuro di questo. Sono molto felice per la convocazione in Nazionale di Jorginho perchè l’ha ampiamente meritata. Gli ho fatto gli auguri spero posso rimanere nel giro.

Qualche giorno fa è morto Cruijff: sei riuscito a sentire l’importanza di questa figura nella sua patria in questi giorni?

Qui c’è stata una grandissima mobilitazione , era molto importante per il calcio e tutti noi che viviamo di questo sentiamo quando una persona del genere se ne va per sempre. Qui in tutte le partite al minuto 14 ci si alza in piedi e si applaude in sua memoria.

Servizio a cura di Stefano D’Angelo

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