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ESCLUSIVA – Tommasi: ”La Federazione è considerata un ente privato dove prendere posto. Su De Laurentiis dico che..”

''Per cambiare il sistema bisogna cambiare il modo di affrontare le questioni''

Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori e uno dei tre candidati alla presidenza della Figc, ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ad IamNaples.it sulla sua candidatura e sullo stato del calcio italiano:

Perché un ex calciatore non può diventare il presidente della Figc?

”E’ la domanda che le faccio (ride ndr). E non sono riuscito a darmi nessuna spiegazione  a questo, ma ci proviamo lo stesso”.

Sibilia ha detto che bisogna cambiare tutto il sistema, ma detto dal vicepresidente vicario della Figc non è una contraddizione?

”Non lo so, ma sicuramente per cambiare il sistema bisogna modificare il modo di affrontare le questioni e sicuramente per il momento storico che stiamo vivendo bisogna tornare a parlare di calcio e dei giovani con competenza e con le persone giuste”.

Sembra che il problema principale del nostro calcio sia la Nazionale e il suo nuovo CT, ma non si dovrebbe parlare di strutture? C’è troppa politica nel calcio italiano?

”Purtroppo le nostra elezione casca in mezzo alle elezioni politiche e quindi fino alla campagna elettorale è difficile tirar fuori la politica dalle questioni federali e questo è sicuramente penalizzante per i temi di cui bisogna parlare e i problemi del nostro calcio non sono solo il CT o la Nazionale, ma il tema sportivo che fa fatica a formare i giovani e a promuovere uno spettacolo che sia quantomeno avvicinabile ad altri paesi e poi alla fine viene penalizzata anche la Nazionale ma quello è il punto d’arrivo del progetto di cambiamento del nostro calcio”.

Ma non è un paradosso che la Lega Nazionale Dilettanti abbia la maggioranza relativa alle votazioni per eleggere il presidente della Figc?

”Paradosso non lo so, ma sicuramente il peso politico ed elettorale è una delle questioni aperte e sappiamo che per modificarlo c’è bisogno di nuove maggioranze e c’è bisogno soprattutto di un intervento esterno. Credo che, come ho detto più volte, bisogna saper stare insieme in un sistema come quello sportivo, è vero che ci sono diverse percentuali di voto ma ci sono anche diverse responsabilità sul territorio con la Serie A che ha il 12% che ha e deve avere la voce in capitolo in tante questioni così come i calciatori e gli allenatori sui discorsi tecnici o la Lega Pro e la Lega B sulla formazione dei giovani e le leghe inferiori che comunque fanno parte del nostro sistema. Le percentuali di voto ci sono ed è difficile cambiarle, ma bisogna stare insieme al di là delle percentuali di voto”.

I tifosi vogliono lei come nuovo presidente della Figc mentre gli organi preposti sembrano andare su un’altra direzione. Perché così tanta distanza tra il palazzo e i tifosi? Sempre perché ci sono le elezioni politiche a breve?

”Al di là di quello che pensano i tifosi, sembra un’anomalia che tutti non possano votare ma dall’altra è la normalità visto che si parla di un ente privato. Purtroppo, ormai da tanto tempo, non si considera la Federazione con il peso pubblico che ha ma la si considera come un ente privato dove prendere posto; tutto questo ragionando sulle percentuali interne e non su quello che pensa la gente. Per quanto riguarda, il consenso al di fuori della Federazione ovviamente mi fa piacere ma per le elezioni , purtroppo, lasciano il tempo che trovano”.

Lei è il presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, in questa stagione in Lega Pro ci sono stati i casi prima del Modena e adesso del Vicenza, ma non ci deve essere più controllo? Come fanno certe squadra a iscriversi ai campionati?

”Sicuramente il controllo sulle iscrizioni ai campionati è uno degli obiettivi che dobbiamo perseguire al di là di chi sarà il nuovo presidente della Figc.  Bisogna inserire dei paletti in entrata perché chi inizia il campionato possa portarlo a termine e non possa falsare il campionato o lasciare molti lavoratori senza lavoro perché parliamo di calciatori e tecnici, ma ogni società sportiva è composta da altri ruoli di lavoro che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro. Sicuramente è un sistema che va rinforzato in entrata  e per far questo bisogna stringere i paletti anche dal punto di vista dei controlli economici e finanziari”.

De Laurentiis aveva dato il suo consenso alla candidatura di Lotito alla presidenza della Figc. Lo stesso patron azzurro è stato uno dei primi a parlare delle seconde squadre da inserire in Lega Pro e questo fa parte anche del suo programma. Che ne pensa dell’appoggio di De Laurentiis a Lotito e delle seconde squadra in Lega Pro?

”Da quando Demetrio Albertini era vicepresidente federale stiamo cercando di inserire le seconde squadre e mi auguro che questo nuovo corso, al di là del presidente federale che sarà, dia la possibilità di vedere questo progetto partire e mi auguro anche che parta con i dovuti canoni e regole giuste perché diventi un processo formativo e non qualcosa di diverso e mi fa piacere che il presidente De Laurentiis condivida questa progettualità e chissà se davvero non si possa fare. Poi se De Laurentiis appoggiava Lotito, che non è tra i candidati, e quindi dovrà appoggiare sicuramente uno tra me, Gravina e Sibilia”.

Che ne pensa del rifiuto di Verdi al Napoli?

”Ho visto questa mattina che non ha accettato l’offerta, ma sono scelte talmente personali che è difficile esprimersi dall’esterno non conoscendo tutti i fatti”.

A cura di William Scuotto

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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