Stefano Perna, direttore Sportivo diplomato presso la Real Federacion de Futbol Espanola e autore del libro “Euroscouting. Metodologie di selezione nel panorama calcistico europeo” ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva ad IamNaples.it.
Come nasce l’idea di approfondire un tema che riveste un importanza centrale al giorno d’oggi nel mondo del calcio?
“L’idea di scrivere un libro così specifico, che trattasse di metodi pratici e non per la definizione dello scouting in società sportivo di grande e piccola caratura, nasce dalla volontà di colmare un vuoto. Ho provato a portare in Italia degli esempi virtuosi di come investire nello scouting e programmare attentamente metodi di osservazioni sia il principale mezzo attraverso cui una società può crescere e può migliorare”
Dove collochi lo scouting su una ideale scala di importanza per un club di calcio professionistico?
“L’importanza dello scouting supera forse anche quella delle strutture o comunque viaggia di pari passo. Abbiamo tanti esempi in giro per il mondo di società, penso all’Eibar ed al Girona, che hanno fatto dello scouting una risorsa fondamentale e riescono a competere con club di tutt’altra caratura attraverso investimenti mirati sia nel settore giovanile ma non solo. Questi modelli dovrebbero essere seguiti ed implementati da diversi club italiani come Benevento e Frosinone, che ogni anno dimostrano di non essere all’altezza di competere nelle massime serie. Nello specifico per quanto riguarda i ciociari è chiaro come essere retrocessi due volte di fila dopo essere stati promossi è indice di come probabilmente si poteva fare meglio sul mercato, affidandosi ad altri profili utilizzando altre metodologie di valutazione”
Scouting dunque non è solo rinforzare la Primavera ma anche altro..
“Molto spesso si ha un’idea limitata dello scouting e molti pensano che faccia riferimento soltanto a profili giovani da inserire nelle selezioni Primavera. Così non è, penso al Girona che ha acquistato due anni fa Christian Stuani, un calciatore navigato e non al meglio, che in due stagioni ha contribuito a più del 60% dei goal totali della squadra spagnola. Lo stesso si potrebbe dire del colpo indovinato di Gervinho al Parma. Scouting significa ricerca di profili adeguati ai propri bisogni dei club in prospettiva e soprattutto nel presente”
L’esempio più lampante dell’efficacia dello scouting è senza dubbio l’Ajax, che si è fermato solo in semifinale in Champions League?
“Il caso Ajax è quello che senza dubbio mi sta più a cuore e che descrive perfettamente il senso del mio libro. Una attenta programmazione che non è soltanto legata al settore giovanile, come molti credono, ma è stata soprattutto finalizzata alla ricerca di giocatori esperti che potessero indirizzare i tanti giovani talentuosi in rosa. Penso a Tadic ed a Ziyech ed a tanti altri profili di questo genere. La forza dei lancieri è stata anche quella di sapersi modificare e riadattare senza snaturarsi. Penso alla squadra che è arrivata in finale di Europa League con lo United, i cui interpreti, alcuni ma non tutti, sono finiti dispersi nei vari campionati europei e nonostante ciò la dirigenza olandese è stata brava a riformulare un organico vincente e sorprendente. Non mi stupirebbe se vincessero la Champions quest’anno. Negli ultimi 4 anni non hanno ceduto tanto, contrariamente a quanto si possa pensare, privandosi solo di giocatori come lo stesso Milik e come Davinson Sanchez, che non hanno fatto altro che alimentare il circolo virtuoso di investimenti mirati sia in Europa che in Sudamerica”
E in Italia?
“Ci sono tanti esempi positivi come esempi negativi. Il primo che mi viene in mente è senza dubbio quello della SPAL, che quest’anno ha raggiunto una salvezza tranquilla investendo oculatamente su profili bistrattati da altri club e meno pubblicizzati. Un’altra squadra che è tra le più attive nello scouting soprattutto nell’est Europa è senza dubbio la Sampdoria, che ogni anno pesca talenti in erba di grande qualità”
In tutto ciò dove si colloca il Napoli?
“Aurelio De Laurentiis, anche se non si direbbe, investe tanto nello scouting e in Spagna sono tanti gli osservatori azzurri che lavorano sotto traccia. Il lavoro della società azzurra è certamente da encomio e bisogna sottolineare come a differenza di tanti club il Napoli non è una boutique che svende al miglior offerente i propri giocatori. La società azzurra vende soltanto per cifre irrinunciabili o laddove il calciatore dimostri la volontà di voler cambiare aria. Dopo aver investito tanto sul reparto offensivo in seguito a cessioni importanti, gli azzurri negli ultimi anni hanno implementato colpi lungimiranti anche a centrocampo ed a difesa e credo che il modello azzurro sia un modello da elogiare e da seguire. Inoltre da quello che circola qui in Spagna, il Napoli avrebbe definito l’acquisto di un giovane trequartista spagnolo (gli indizi portano a Fornals ndr), replicando in un certo senso l’acquisto estivo di Fabian Ruiz. La trattativa sarebbe stata definita già in inverno, questo per sottolineare come le società sportive lavorino sotto traccia con grande anticipo per assicurarsi i campioni del futuro”
A cura di Matteo Cascella
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