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ESCLUSIVA – Grava: “Mi chiedono i biglietti di Napoli-Juve, poi con le scuole calcio favoriscono altri club”

"I giovani vogliono tutto e subito, i genitori mettono eccessiva pressione, si prenda esempio dal percorso di Lorenzo Insigne"

La stagione per il settore giovanile del Napoli è alle sue battute conclusive, la Primavera ha conquistato la salvezza, l’Under 16 e 15, rispettivamente ai quarti di finale e in semifinale, si giocano le proprie chances per il sogno tricolore. Si può abbozzare già un bilancio sull’attività del vivaio e l’abbiamo fatto intervistando in esclusiva il responsabile del settore giovanile Gianluca Grava:

Il presidente De Laurentiis sul settore giovanile ha dichiarato che è alla ricerca di terreni non inquinati per crescere sotto il profilo delle strutture. Quali sono i progetti in corso? 

“De Laurentiis ha più volte dichiarato di voler cercare dei terreni, noi sappiamo che manterrà ciò che ha detto come ha sempre fatto, non ci è ancora riuscito perchè come sempre vuole lavorare in grande. Aspettiamo che il presidente possa realizzare una struttura che rafforzerà il settore giovanile ma da cinque anni siamo al centro sportivo di Sant’Antimo e ci troviamo bene. Nonostante, infatti, ciò che si possa dire in giro i risultati dimostrano che stiamo lavorando in maniera egregia”

Riguardo alla prossima stagione, ci sono novità anche per il campo d’allenamento della Primavera?

“Stiamo valutando varie strutture sul territorio ma sono concentrato soprattutto sul lavoro di scouting e reclutamento, stiamo cercando d’inserire quanti più ragazzi è possibile nell’attività di base per farli crescere poi nelle categorie nazionali, fino alla Primavera”

Una decina di giorni la Primavera conquistava la salvezza all’ultima giornata. Qual è il tuo bilancio sulla stagione?

“L’obiettivo era la salvezza e siamo riusciti a raggiungerlo. L’annata è partita con il piede sbagliato, poi ci siamo ripresi ma purtroppo dopo c’è stata un’altra serie negativa di risultati. Volevamo difendere la categoria, lo voleva la società, la squadra e la piazza e siamo tutti contenti di aver portato a casa questo risultato”

“Non so ancora nulla sul mio futuro”, disse Beoni dopo la partita contro la Sampdoria. Ci sono novità riguardo alla guida tecnica della Primavera?

“La società ha avuto altre priorità, a partire dalla definizione dell’allenatore della prima squadra, quindi, al momento non ci sono novità, sicuramente in questi giorni si valuterà anche il futuro di Beoni”

In un’intervista di tre anni e mezzo fa, denunciasti l’ostilità di gran parte dell’ambiente nei confronti del settore giovanile del Napoli. A distanza di tempo, qual è il tuo bilancio? Che lavoro è stato fatto?

“Grazie al lavoro compiuto con il mio staff, penso di aver portato aria di cambiamento, la strada giusta per ottenere stima sul territorio è la meritocrazia e mi sono mosso in quella direzione. Grazie all’impegno dei miei collaboratori, penso che siano migliorati molto i rapporti con tante scuole calcio. Naturalmente non è una missione facile, viviamo in un territorio molto difficile, ci sono persone che si prostituirebbero per lavorare nel Napoli e poi alla prima occasione gettano fango sia sul nostro lavoro che sul club nel suo complesso. Ci sono persone che Il giorno prima mi chiamano per i biglietti di Napoli-Juventus, poi poco dopo favoriscono altri club, s’indignano per i cori razzisti subiti in vari stadi d’Italia ma poi con la loro attività preferiscono società d’altre regioni al Napoli. Questa cultura non m’appartiene ma al mio staff ribadisco quotidianamente di continuare a lavorare, di sondare il territorio. I ragazzini validi sono sempre sotto la nostra osservazione, li conosciamo ma purtroppo non è sempre facile prenderli. Si raccontano sciocchezze per cui il Napoli non paga, non è assolutamente vero, da quando sono qui la nostra società ha sempre rispettato tutti gli impegni con le scuole calcio. Accettiamo le scelte di tutti con serenità ma a volte resta il rammarico per l’atteggiamento di persone che si definiscono anche tifose del Napoli, penso che da napoletano dovremmo difendere di più il nostro territorio. Non chiedo assolutamente di regalare i ragazzini al Napoli ma di spiegargli l’emozione di poter sognare di giocare un giorno al San Paolo invece di plagiarli in maniera negativa. Ho ancora i brividi quando penso a quelle scalette, sono orgoglioso quando la gente mi ricorda ancora del salvataggio in Napoli-Lecce, quest’affetto vale più di tanti soldi in banca. Oltre le chiacchiere, sul nostro lavoro contano i fatti: siamo arrivati primi sia con l’Under 15 che con l’Under 16 davanti alla Roma, con l’Under 17 siamo arrivati ai play-off e con la Primavera ci siamo salvati, è stato fatto un buonissimo lavoro. In questi anni abbiamo incrementato lo staff sullo scouting con persone qualificate e competenti, sondiamo realmente tutto il territorio e disputiamo tante amichevoli con tutte le nostre categorie. Abbiamo creato rapporti di collaborazione anche con gli altri club campani come per esempio Juve Stabia, Paganese e Avellino, sia per dare più continuità a qualche ragazzo meno pronto che così può trovare spazio in queste realtà ed essere da noi monitorato”

La stagione non è ancora finita, l’Under 16 ai quarti di finale e l’Under 15 in semifinale a combattere contro squadre che godono d’investimenti nettamente superiori rispetto al Napoli. Cosa c’è dietro questi risultati?

“Sicuramente il cuore è nello scouting, dove abbiamo fatto un lavoro di squadra. E’ un percorso che nasce dall’attività di base e, infatti, anche con i più piccoli abbiamo raggiunto ottimi risultati: i ‘2005 hanno vinto il “Jacopo Menchi” e sono arrivati terzi al “Flavio Protti”, i ‘2006 hanno perso la finale del “Bellavista” ai rigori contro l’Inter. Riguardo alla semifinale dell’Under 15, per noi non è una novità visto che ci qualificammo anche tre anni fa con i ‘2000 e i vari Gaetano, Palmieri, Senese hanno confermato le loro qualità in tutto il loro percorso, anche in Primavera. Bisogna dare grandi meriti anche agli staff tecnici, in questo caso diretti da Sorano e Carnevale. Cerchiamo di portare le squadre nelle categorie nazionali con un lavoro all’insegna della continuità, senza rivoluzionare le squadre ogni anno ma inserendo tre-quattro ragazzi validi ogni estate, quindi, penso che il merito sia da condividere con tutti quelli che hanno allenato i ragazzi migliorandoli anno dopo anno”

Hai parlato delle scalette del San Paolo, quest’anno in Napoli-Lipsia è stato convocato Senese ma ciò che manca al settore giovanile è proprio portare un ragazzo in prima squadra. Cosa manca per riuscire in quest’obiettivo?

“Visto il livello raggiunto dalla prima squadra, rispetto ad altre parti oppure al Napoli pre-fallimento, c’è bisogno di costruire un giocatore con un tasso tecnico importantissimo. C’è bisogno di tempo, sicuramente i ragazzi della Primavera dovrebbero sfruttare al meglio la possibilità d’allenarsi con i ragazzi della prima squadra. In questo momento mi viene in mente Tutino, ci ha messo un po’ di tempo ma sta facendo benissimo col Cosenza, non tutti riescono subito a raggiungere certi obiettivi, bisogna aspettarli”

Ogni estate è stata caratterizzata dalla “Grava Revolution” nell’organigramma interno. Dobbiamo aspettarci altri cambiamenti o si procederà nella direzione della continuità?

“A fine stagione si fanno sempre delle valutazioni e spesso cambiare degli allenatori è dovuto a volontà reciproche. Rispetto agli altri anni, visto il lavoro che è stato compiuto, non credo che si modificherà tanto”

In questi anni ti sei concentrato tanto sull’atteggiamento dei ragazzi, soprattutto nel rapporto con quelli della Primavera. Che difficoltà hai riscontrato sotto quest’aspetto rispetto al tuo percorso da calciatore?

“Sono d’accordo con quanto diceva Pirlo in un’intervista, è cambiata la mentalità dei giovani che vogliono tutto e subito, invece i calciatori devono vivere un percorso lavorando tantissimo sull’aspetto mentale. Il calcio è uno degli sport più belli, per arrivare ad alti livelli e per poter riuscire a fare il mestiere del calciatori sono necessari tanti sacrifici. L’esempio arriva dal percorso di Lorenzo Insigne che oggi è uno dei simboli del Napoli e addirittura della Nazionale. Lorenzo ha dovuto compiere tanti sacrifici, aveva tanta qualità sin da piccolo ma a livello fisico poteva pagare nelle scelte di qualche allenatore. Ho la fortuna di vedere spesso gli allenamenti della prima squadra, lui tira sempre il gruppo e lo faceva anche da ragazzino perchè ha potuto contare su una famiglia che l’ha sempre consigliato nel modo giusto, così come io ho avuto la fortuna di avere mio padre che nei momenti difficili mi ha spinto a lavorare senza pensare agli alibi o alle distrazioni esterne. I genitori dovrebbero vivere qualsiasi scelta con serenità, aiutando i ragazzi a ragionare nel modo giusto e, invece, mettono eccessiva pressione quando, invece, il calcio dovrebbe essere vissuto come un divertimento dai ragazzini. L’atteggiamento sano delle famiglie è la strada giusta per far sì che il calcio poi nel corso degli anni da divertimento per i ragazzi diventi un lavoro”

 

A cura di Ciro Troise

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