Nel Napoli si è fermato agli Allievi Nazionali, poi ha girato l’Italia mettendo in mostra il suo talento. Il trequartista classe ’83 Aniello Cutolo ora gioca nella Virtus Entella, realtà che giovedì scorso ha affrontato il Napoli al “Briamasco” di Trento. Cutolo non ha mai dimenticato la sua terra e si occupa da circa un anno della sua scuola calcio che opera nel quartiere Pianura. Per saperne di più sui suoi progetti, la redazione di IamNaples.it ha intervistato in esclusiva Aniello Cutolo:
Giovedì scorso hai affrontato il Napoli con la tua Virtus Entella al “Briamasco” di Trento. Ci racconti le tue sensazioni e che idea ti sei fatto della squadra di Sarri?
“Affrontare il Napoli è sempre una bella emozione per me, abbiamo giocato contro una squadra fortissima. E’ vero che la cessione di Higuain ha lasciato un buco da colmare ma il Napoli resta per me una delle realtà più competitive d’Italia”
Cheick Keita, terzino sinistro classe ’96, è un tuo compagno di squadra alla Virtus Entella. Il Napoli è fortemente interessato a quest’esterno giovane molto valido, ti senti di consigliarlo al club di De Laurentiis?
“Keita è un ragazzo di grande prospettiva, con ottime qualità, lo conosco bene e lo consiglio al Napoli. Nella scorsa stagione abbiamo portato avanti un grandissimo campionato, per un punto non abbiamo centrato i play-off e sono stati lanciati tanti giovani interessanti. Ho ancora un anno di contratto alla Virtus Entella, sono felice di essere qui, in un’ottima realtà sotto il profilo tecnico ed organizzativo”
Ieri hai avuto modo di seguire la festa per il novantesimo compleanno del Napoli e l’amichevole contro il Nizza? Che emozioni hai provato al cospetto delle celebrazioni del San Paolo?
“Ieri sono riuscito a vedere solo l’inizio della festa e mi sono reso conto ancora una volta che le emozioni trasmesse dal San Paolo sono uniche, non c’è tifoseria così gratificante per un calciatore come quella napoletana in Europa, chi gioca nel Napoli deve esserne consapevole. Ho vissuto un pezzo dei novant’anni di storia purtroppo soltanto nelle giovanili azzurre”
Hai qualche rimpianto per non essere riuscito a giocare nel Napoli?
“Naturalmente, iniziando un percorso nel vivaio del Napoli, il mio sogno era arrivare a giocare al San Paolo. Non essere riuscito a centrare questo sogno naturalmente dispiace ma sono contento della mia carriera, non mi lamento affatto, ho sempre detto che nella vita ognuno ha ciò che si merita”
Molti bambini sognano d’indossare la maglia azzurra, stai provando ad aiutarli attraverso la tua scuola calcio che opera nel quartiere Pianura. Ci racconti come si è sviluppato questo progetto?
“Sono cresciuto nel Rione Traiano, in periferia, con questa scuola calcio mi fa piacere dare la possibilità a tanti ragazzi d’iniziare un percorso sportivo. Ho cominciato un anno fa in questo ruolo, è stata una bella sorpresa per me calarmi in questo ruolo. Abbiamo più di duecento iscritti naturalmente, vivendo a tanti chilometri di distanza, non posso assicurare la mia presenza quotidiana ma ci metto tanto del mio impegno per far migliorare questa realtà”
La tua iniziativa può rappresentare anche un messaggio per le istituzioni affinchè s’impegnino attraverso lo sport per le periferie di Napoli?
“Assolutamente sì, lo sport può essere lo strumento giusto per unire, ci accomuna tutti. Ci sono tante realtà nei nostri territori che svolgono un ottimo lavoro in tal senso, basta ricordare per esempio la “Pasquale Foggia” a Fuorigrotta”
Oltre allo sfondo sociale della scuola calcio “Nello Cutolo”. state formando anche tanti ragazzi per i club professionistici. Ci racconti come si sta sviluppando questo lavoro?
“Ci sono tanti ragazzi validi nella nostra scuola calcio. Alcune settimane fa abbiamo ceduto al Napoli un bambino del ‘2006, Ernesto Ballabile per cui abbiamo ricevuto tantissime richieste. Abbiamo voluto cederlo per consentirgli di crescere in un vivaio professionistico, pensiamo che per lui possa essere un’opportunità interessante. Il Napoli poi è il sogno di tutti i napoletani, speriamo di lanciare sempre più ragazzi interessanti. Quando tornerò a Napoli, incontrerò Gianluca Grava, vorrei costruire un canale preferenziale con il club azzurro. Spero che Ernesto possa essere il primo di una lunga serie di ragazzi che partono dalla mia scuola calcio e poi indossano la maglia del Napoli”
Durante il tuo percorso ti sei sempre battuto contro gli atti di razzismo subiti dai napoletani in tanti stadi d’Italia. Pensi che la situazione sia migliorata rispetto agli inizi della tua carriera?
“Ho vissuto quasi tutta la mia carriera al Nord e mi sono trovato molto bene. Al “Bentegodi” ci fu uno sfogo dettato dalla soddisfazione, ero bersagliato dai tifosi avversari e così mi sono lanciato in un’esultanza esuberante, non penso di essere il primo calciatore ad aver vissuto una situazione simile. Sicuramente la situazione è migliorata ma siamo ancora lontani dalla normalità, dal clima che dovrebbe esserci negli stadi, non è assolutamente bello che i napoletani subiscano certi insulti in tanti impianti in Italia”
A cura di Ciro Troise
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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