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ESCLUSIVA – Baronio: “Il vivaio ha bisogno di strutture e investimenti. De Laurentiis ha pensato ai risultati quando mi ha esonerato”

"Gaetano ha bisogno di giocare, meglio un'altra annata in prestito in serie B"

Roberto Baronio, ex allenatore del Napoli Primavera, è stato intervistato in esclusiva ad IamNaples.it. Ecco le sue dichiarazioni:

Lei è stato esonerato dal suo incarico di allenatore del Napoli Primavera dopo un anno e mezzo , che voto darebbe alla sua esperienza sotto l’ombra del Vesuvio?

”Un voto alto perché ho avuto la possibilità di lavorare con dei ragazzi fantastici che sono stati messi a disposizione da Gianluca Grava che reputo un professionista e una grandissima persona, infatti siamo rimasti molto amici. Non è facile allenare una squadra Primavera al giorno d’oggi, perché il campionato si è livellato tantissimo verso l’alto. Il primo anno ci siamo salvati tranquillamente,  proponendo un ottimo calcio. Nella stagione successiva i risultati sono stati negativi ma a mio avviso il miglioramento dei ragazzi era avvenuto. I risultati fanno la differenza per chi  guarda la classifica e non i progressi dei ragazzi, la missione principale del settore giovanile. E’ stata un’esperienza costruttiva che mi ha fatto conoscere una città bellissima con gente fantastica”.

Il fiore all’occhiello della sua squadra era Gianluca Gaetano. L’anno prossimo Gaetano dovrebbe giocarsi il posto a Napoli o andare in un altro club in prestito? Nel caso fosse ceduto in prestito, sarebbe meglio la Serie A o la Serie B? Qual è il suo ruolo nel calcio dei grandi?

”Gianluca ha bisogno di giocare. Imporsi a Napoli non è facile perché il club azzurro ha una rosa ricca. Fossi in lui, andrei ancora in prestito per giocare e per crescere. Serie A o Serie B? Quest’anno nella Cremonese l’ho seguito e ha fatto sempre ottime prestazioni, farei un altro anno in Serie B. L’importante è che possa giocare, altrimenti la panchina la potrebbe fare  a Napoli che è casa sua. Il suo ruolo? E’ un trequartista, deve giocare dietro ad una o due punte, ma in un attacco a tre potrebbe fungere da attaccante esterno. Deve essere il più vicino alla porta e deve essere libero di muoversi tra le linee avversarie”.

Oltre a Gaetano, chi tra gli azzurrini può  farsi largo nel calcio professionistico?

”Qualche ragazzo interessante c’è, infatti qualcuno si sta allenando con la prima squadra. I nomi sono quelli, poi non so dire se possono giocare a livelli importanti perché ancora non sono andati in altre squadre per dimostrare il proprio valore”.

Il Napoli, tra le top squadre italiane, è il club che investe di meno per il proprio settore giovanile. La società cosa dovrebbe fare per rendere più competitiva la rosa della Primavera? L’Under 18 sarebbe una soluzione? 

”Per fare bene in un settore giovanile servono strutture ed investimenti. Se non succede questo, vuol dire che la società ha altre idee che sono più o meno comprensibili. I settori giovanili andrebbero curati ed assistiti, soprattutto nelle strutture perché sono quelle che fanno la differenza. L’Under 18? E’ una categoria in più, una sorta di passaggio tra gli allievi e la Primavera perché con la regola dei cinque fuori quota il campionato è diventato ancora più competitivo. Potrebbe essere positiva come soluzione, ma non tutte le squadre hanno a propria disposizione un serbatoio importante per allestire due squadre”.

Una società dovrebbe investire nelle strutture, ma sappiamo che il Napoli non ha un centro sportivo di proprietà. Quanto incide questa mancanza  E cosa ne pensa dell’idea di un dirigente che si occupi solo della Primavera?

”Non è lo stadio a trasmettere il senso d’appartenenza alla Primavera ma la differenza la fanno le strutture in generale, dove tutte le squadre si possono allenare insieme. Per strutture intendo anche  uno spogliatoio decente e un campo decente. Questi sono fattori che fanno scegliere ad un genitore dove portare il proprio figlio in una squadra rispetto ad un’altra. Dirigente che si occupi solo della Primavera? Non lo so, posso parlare solo di Grava che è un ottimo professionista e mi fiderei al 100% di lui”. 

Ha affermato che non ha avuto nessun rapporto con De Laurentiis, ma è giusto che in un club così importante come il Napoli il presidente non abbia avuto rapporti con il mister della squadra Primavera? Non è un rammaricco questo vuoto di relazioni?

”Non so dire se in altre società il rapporto tra allenatore della squadra Primavera e il presidente sia diverso. Ho soltanto parlato della mia esperienza. Non ho mai avuto rapporti. Dispiaciuto? Ero un dipendente della società e il mio contatto era Gianluca Grava e tramite lui s’interloquiva con il direttore Giuntoli e i suoi collaboratori come Pompilio. Da parte del presidente non ho riscontrato grande voglia di avere un contatto diretto con l’allenatore della Primavera’.

Cosa ci può dire del suo futuro, è vera la voce che la vedrebbe come vice di Pirlo alla Juventus Under 23?

”Sulla Juve non voglio rispondere, perché non c’è nulla in questo momento. E’ soltanto una voce uscita in questo periodo”.

Qual è stato il suo momento più bello e il suo momento più brutto come allenatore del Napoli Primavera? Cosa non ha funzionato quest’anno nella squadra?

”Il momento più bello è stato quando Grava mi ha chiamato per diventare l’allenatore del Napoli  Primavera, perché entrare in un club di una città così importante mi ha inorgoglito. Il momento più brutto, ovviamente, è stato quando mi hanno chiamato per dirmi dell’esonero. In un settore giovanile, secondo me, si dovrebbe guardare al miglioramento dei ragazzi e magari meno al risultato, ma adesso anche nei vivai si guarda più ai risultati che alla crescita del proprio patrimonio. C’è tanto dispiacere, perché il percorso era ancora lungo: ci sarebbe stata la possibilità di migliorare ulteriormente  questa squadra e questi ragazzi a prescindere dalla classifica. Il presidente ha preferito guardare i risultati, non riflettendo sul modo in cui stava lavorando il professionista Baronio. Cosa non ha funzionato questa stagione? Possono capitare annate più difficili rispetto ad altre. La squadra è stata formata dal blocco dell’Under 17  della stagione precedente, quindi tanti ragazzi giovani. Non se sono arrivati altri per dare una mano a questi giovani che arrivavano in Primavera. La squadra che su per giù giocava era la stessa dell’anno precedente e quindi c’era bisogno un po’ più di tempo del mio primo anno”.

DI WILLIAM SCUOTTO

 

 

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