Salvatore Ambrosino, allenatore dell’Afro-Napoli United, realtà molto interessante sia sotto il profilo calcistico ma soprattutto riguardo ai valori trasmessi dal progetto sportivo, è stato intervistato in esclusiva ad IamNaples.it. Ecco le sue dichiarazioni:
L’Afro-Napoli è un progetto famoso che si focalizza sull’integrazione razziale, ma può spiegare ai nostri lettori nel dettaglio il progetto Afro-Napoli United di cosa si tratta?
”E’ un progetto che ha come principi l’integrazione, l’aggregazione e l’accoglienza. Questa società sta portando questi valori dal 2009, ovvero da quando è nata. Nella nostra squadra militano ragazzi provenienti da contesti molto diversi: sudamericani, ragazzi rifugiati o migranti che hanno fatto viaggi sul gommone e che hanno trovato con noi la speranza di vita che nel loro paese hanno abbandonato. Per questi valori l’Afro-Napoli United si contraddistingue differenziandosi dalle altre società calcistiche”.
Ancelotti sta conducendo una battaglia contro gli insulti negli stadi e Napoli spesso è stata vittima di cori e manifestazioni razziste. Nel vostro percorso avete subito atteggiamenti discriminatori?
”Da quando ci sono io, un anno e mezzo, non c’è mai stato nessun episodio. Noi siamo una società di Napoli, una città notoriamente antirazzista. Certamente, puoi trovare qualche stupido che può fare qualche coro imbecille fatto a caldo durante la partita ma non c’è stato nessun episodio degno di nota”.
Dopo un ottimo inizio di stagione, non vincete da quattro partite, ovvero dal successo in trasferta contro l’Aversa Normanna. Cosa è successo in questo periodo?
”Niente di particolare, stanno venendo a mancare solo i risultati perché le prestazioni dei ragazzi sono state sempre ottime. Per esempio, la sconfitta di sabato era decisamente immeritata. Avendo la rosa un po’ corta, abbiamo pagato alcune assenze importanti. Nonostante i risultati negativi, la squadra è rimasta sempre viva e siamo sicuri che riprenderemo il cammino di inizio stagione”.
In varie interviste ha detto che si ispira all’ex allenatore del Napoli Maurizio Sarri, ci può spiegare il perché?
”Il modo in cui giocava il Napoli di Sarri deve essere un’enciclopedia per tutti gli allenatori giovani che intraprendono questa attività. Infatti, anche la Nazionale si sta ispirando all’ex allenatore del Napoli e mi riferisco soprattutto al pressing alto, al possesso di palla, al gioco nel corto. Tutto èn frutto di lavoro, ma per seguire quest’idea di calcio c’è bisogno della qualità dei giocatori, altrimenti si perde solo tempo”.
E come giudica il Napoli di Ancelotti in questo inizio stagionale?
”Ancelotti è una persona di cultura e intelligenza fuori dal comune. E’ un allenatore che fa sentire tutti i giocatori parte integrante del gruppo e in questo è un maestro. Ancelotti e Sarri esprimono due filosofie diverse di vedere il calcio: Sarri è più meticoloso e scrupoloso nella disciplina tattica mentre l’attuale allenatore azzurro dalla trequarti in poi lascia liberi i propri calciatori. Ancelotti, con la sua intelligenza, ha avvalorato il lavoro di Sarri”.
Ieri con la Nazionale ha esordito il classe 2000 Kean. Visto che in questi anni siamo stati poveri di talenti, l’Italia può prendere spunto dall’Afro-Napoli United?
”L’Italia e soprattutto la Campania sono terre fertili di giocatori talentuosi che in questo momento stanno venendo a mancare. Valorizzerei i calciatori italiani e non gli oriundi (naturalmente non è il caso di Kean, ndr), in Italia bisogna lavorare affinché crescano i vivai, è questione di mentalità. E’ ovvio che i giovani italiani debbano essere protagonisti di questo cambiamento ed essere più propensi ai sacrifici”.
Koulibaly è stato preso come esempio per la lotta contro il razzismo nel calcio, ma quanto può fare un giocatore famoso per combattere questa piaga?
”Mi auguro che si possa fare qualcosa perché il razzismo è una piaga sociale che ci affligge costantemente. Gli stupidi sono presenti da tutte le parti, ma bisogna continuare a fare questa lotta perché il colore della pelle non ha un significato. Siamo tutti uguali a prescindere da tutto. Si devono continuare a svolgere queste campagne perché il razzismo può essere il male del terzo millennio”.
A cura di WILLIAM SCUOTTO
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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