Eljif Elmas ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Dazn, dove ha raccontato la sua esperienza a Napoli. Ecco le sue parole:
Sulla cultura macedone:
Dolci? Mio padre li preparava. Abbiamo pasticceria in Macedonia, mio padre ci ha lavorato 30 anni, ancora oggi ci lavorano i suoi fratelli. Si chiama ‘Mandarina’, non so perchè. Ho tanti ricordi, sin da bambino, anche degli odori. Io l’ho sempre aiutato, dopo scuola mangiavo e facevo subito allenamento, poi andavo a scuola inglese e poi lo aiutavo e poi avevo da studiare di sera. Ho fatto tanti sacrifici da bambino e mi ha aiutato tanto. Correre? Se non corri nel calcio moderno…”.
Sugli inizi:
“Già a 3 anni giocavo col pallone. Per strada facevamo le porte con le scarpe. Giocavo nelle giovanili e mancava un giocatore e mi hanno inserito in prima squadra a 13 anni, a 16 anni e 5 giorni ho fatto il debutto.
Sul calcio italiano:
“In Macedonia il calcio italiano era il riferimento. Mi piaceva Totti, poi la Roma di Spalletti come giocava. Poi dopo ho iniziato a guardare tutto. Mio padre non guardava calcio, la famiglia non aveva niente, loro pensavano solo a lavorare fino alla sera, non avevano tempo. Ora hanno più tempo perché lavorano i figli, la mia famiglia vive qui con me”.
Sul primo ricordo di Napoli:
“Strade strette, siamo andati subito a mangiare la pizza quando siamo scesi dall’aereo. E’ diverso da Macedonia, Napoli è bella, c’è il mare e c’è tanto da fare. Skopje è la mia città, ma Napoli è più grande ed ha tanto. La mia cosa preferita è mangiare la pizza, è imbattibile. Io mangio tantissimo, se mi vedi non ci credi. Mangio 70 gamberi croccanti al sushi”.
Alessandro Magnò unificò le culture per il suo impero.
“Dipende dal carattere, da come siamo cresciuti, da che uomo sei. Se sei buono e giusto lo spogliatoio sarà forte. Anche negli anni scorsi eravamo uniti e forti, ma quest’anno gira tutto diversamente. Anche la fortuna, oltre a noi che pedaliamo”.
Sulla torta dedicata a Osimhen:
“E’ la prima volta che l’ho vista dal vivo, subito gli mandai la foto. Se lo merita, sta facendo benissimo, è capocannoniere, è importante anche per noi. Gli cantiamo la canzone sua, sempre”.
Su chi l’ha colpito di più:
“Kim, è un grande uomo col carattere giusto, è impressionante. Ma lo sono tutti, come Lobotka, Kvaratskhelia, ce ne sono tanti. Anguissa, Di Lorenzo, Mario Rui. Se inizio non finisco più. Quest’anno sono tutti davvero tanta roba. Il nostro candottiero, il nostro Alessandro Magno? Spalletti e poi Di Lorenzo”.
Su Spalletti:
“Per primo ha creato un gruppo buono, ci ha fatto giocare più di squadra, come crescere più velocemente. Ci divertiamo, quando fai questo calcio ti diverti tantissimo. Sono tutti grandi calciatori, non solo 11, ma tutti, la palla va a mille all’ora ed anche noi”.
Su cosa gli diceva la mamma:
“Fino a quando non impari tutto, non esci da questa camera… Pure quando c’era la Champions, dovevo prima studiare”
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro