Giovanni Di Lorenzo ha rilasciato un’intervista ai canali ufficiali della Lega serie A:
“Immaginare una prima parte di stagione così era veramente difficile, stiamo facendo qualcosa di eccezionale, raccogliendo i frutti del lavoro che abbiamo svolto in estate, durante il ritiro, e che continuiamo a svolgere quotidianamente. Nello spogliatoio si è respirata da subito un’atmosfera molto bella con tanti giovani che hanno voglia di poter dimostrare di far parte di questa squadra dopo un’estate particolare con diverse partenze importanti. La consapevolezza di poter fare bene è nata partita dopo partita, ora sta a noi continuare così”.
Sull’essere capitano del Napoli:
“Essere il capitano è qualcosa che mi riempie di orgoglio e di responsabilità: quando il mister ha deciso di darmi la fascia sono stato contento e ancora di più per l’approvazione degli altri compagni a cui toccava forse più di me, penso magari a Meret, Zielinski o anche Fabián Ruiz a inizio stagione. Ricevere tanti attestati di stima mi ha reso felice. È un compito importante e difficile, cerco di meritarmi la fascia ogni giorno per rappresentare al meglio questo splendido spogliatoio”.
Sul nome, Azzurra, che ha dato alla figlia:
“Si, era un nome che ci è sempre piaciuto e che poi ha avuto un significato particolare per me e la mia compagna. L’azzurro, l’anno in cui è nata mia figlia, è stato dominante nella nostra vita: sono passato dall’Empoli al Napoli e poi ho ricevuto la mia prima convocazione in Nazionale. Azzurra è la gioia della mia vita, ora è in arrivo una sorellina, siamo felicissimi…”
Quanto ti ha cambiato Napoli?
“Sono cresciuto tanto qui, come calciatore e come persona: sono stato molto fortunato ad avere grandi allenatori come Ancelotti, Gattuso e Spalletti e grandi compagni di squadra. Da tutti ho appreso tante cose che mi hanno fatto crescere, sia dentro che fuori dal campo”.
Sul soprannome che aveva da piccolo (Batigol):
“Come tutti i bambini sognavo di fare gol, per quello ho iniziato da attaccante e da lì è nato quel soprannome, perché, modestamente, segnavo sempre (ride). Poi piano piano il mio raggio di azione si è spostato all`indietro, ma sono felicissimo così!”
Sulla sua capacità di fare gol nonostante il ruolo in campo:
“Si sono molto contento, il gol mi mancava un po’! Ma la cosa più importante è aver conquistato la vittoria su un campo difficile come quello di Salerno, tra l’altro in un derby [..] è una cosa su cui lavoriamo molto in allenamento, l’alternanza di posizioni non dà punti di riferimento agli avversari. Negli ultimi anni il ruolo del terzino è cambiato molto e si cercano sempre più soluzioni per mettere in difficoltà chi ci sta davanti. Il calcio è in evoluzione e il mister è bravissimo a trovare nuovi spunti e nuove idee per metterci sempre nelle condizioni di esprimerci al meglio.
In questi due anni siamo cresciuti molto nella gestione della partita, del pallone e dell’atteggiamento. A questo aggiungiamo un po’ di spensieratezza e l’entusiasmo che si è creato dopo gli ultimi risultati. Siamo contenti e dobbiamo continuare così!”
Sui tifosi:
“Quest’anno più che mai il “Maradona” ci sta dando una mano enorme. Si percepisce la passione dei tifosi che ci spinge a fare il massimo in ogni partita, è un po’ come se si potesse toccare. Possiamo solo ringraziarli. E poi mi sono accorto che l’umore della città dipende dal nostro risultato e questo ci dà una responsabilità e uno stimolo ancora più grande.
Sarei falso a dire che non abbiamo una grandissima opportunità quest’anno, ma manca tantissimo e non dobbiamo mollare di un centimetro. Dobbiamo stare concentrati solo sul lavoro che è la cosa che ci ha permesso di essere primi in classifica a questo punto del campionato”.
Sulla partita con lo Spezia:
“Lo Spezia sta facendo bene: ci ricordiamo ancora la partita dell’andata, molto difficile, in cui siamo riusciti a segnare solo alla fine”.
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