Da “c’era una volta” al Decreto Crescita
Si potrebbe cominciare con un classico “c’era una volta” per ricordare i bei tempi in cui l’Italia era veramente il Bel Paese, dove molti riuscivano a ritagliarsi una fetta di benessere, economia florida, scarsa fuga di cervelli e di talenti; certo non tutto rosa e fiori ma non si percepiva quel senso di crisi che si ha oggi.
Senza sforare in altri campi, rimanendo a ciò di cui ci occupiamo su queste pagine, l’Italia calcistica viveva certamente in una favola finita nel 2006 con la vittoria del Mondiale.
Appropriato appare il “c’era una volta” l’Italia del pallone prima nel ranking FIFA, miglior campionato di calcio nel Mondo, ricca di talenti la cui elencazione sarebbe troppo lunga ma almeno amiamo ricordare i Palloni d’Oro Roberto Baggio, Fabio Cannavaro e un leader assoluto come il mitico Gigi Buffon.
Poi quei tempi d’oro sono finiti come una fiaba triste e l’Italia del pallone è divenuta il riflesso di una società in crisi.
Lo stato di involuzione in cui versa l’Italia tutta ha portato ai governanti italiani, quindi, e per fortuna aggiungiamo, ad un provvedimento di necessità e di urgenza chiamato Decreto Crescita 2019.
Di preciso trattasi del decreto legge n. 34, pubblicato il 30 aprile 2019 ed in vigore dal primo maggio.
La Costituzione italiana prevede, infatti, all’art 77 che “…in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge…”.
Le novità che apporterebbe tale decreto riguarderebbero:
- Misure fiscali per la crescita economica;
- Misure per il rilancio degli investimenti privati;
- Tutela del Made in Italy;
- Ulteriori misure per la crescita.
L’elenco è lungo e ai più curiosi lasciamo di seguito il link per poter consultare direttamente il testo ufficiale: clicca qui.
La incidenza del decreto crescita nel calcio italiano
Il tutto è di estrema importanza anche per il settore calcio in quanto darebbe maggiore forza economica ai club italiani che si tradurrebbe in maggiore forza sul mercato trasferimenti.
Punto cruciale è l’art. 5 del DL 34/2019 al quale hanno dato un titolo che appare decisamente indicativo: “Rientro dei cervelli” (Sic.!)
Nel merito (ed in breve) tale articolo prevede che dal 1° maggio 2019 coloro che non risiedono in Italia da almeno due anni, subiranno una tassazione solo del 30% del compenso lordo annuo per 5 anni, a condizione che rimangano in Italia almeno 2 anni.
Inoltre, nelle regioni del Sud (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Abruzzo) il nuovo regime fiscale è anche più favorevole scendendo la tassazione addirittura al 10% del compenso lordo annuo.
Se pensiamo che attualmente la tassazione è del 50% possiamo capire lo stravolgimento di questo provvedimento.
Esempio pratico
Ma facciamo un esempio: se la Roma decidesse di ingaggiare Mourinho ed offrirgli un ingaggio netto di 10 milioni di euro l’anno, lordo secondo l’attuale regime fiscale gli costerebbe in realtà (c.d. lordo) 20 milioni, mentre invece grazie al nuovo decreto gli costerebbe “solo” 13/14 milioni.
La questione tuttavia non è ancora definitiva; infatti, per natura il decreto legge è un atto provvisorio e sebbene produca effetti “immediati” è necessario che esso sia convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale; nel caso ciò non dovesse avvenire si avrebbe la c.d. decadenza e tutti gli atti compiuti “diverrebbero illegali”.
I club non vorranno, pertanto, incorrere in beghe legali e vedersi caducare gli effetti delle loro transazioni e attenderanno l’iter legislativo necessario affinché venga convertito in legge: in concreto essendo la pubblicazione avvenuta il primo maggio significherà attendere fino al 29 giugno! Certamente in tempo con l’inizio del calciomercato.
I club italiani quindi sono alla finestra e sicuramente staranno già elaborando le mosse da compiere e se da un lato è un chiaro beneficio per tutti per converso la concorrenza sarà maggiore e come sempre chi avrà un budget maggiore avrà maggiori possibilità.
Aggiungiamo, però, che ciò che conta è la ratio del provvedimento che è appunto quello della CRESCITA: se tutto andrà come si spera a crescere sarà tutto il movimento calcistico (e non solo) e magari torneremo noi italiani ad avere due squadre nella finale Champions o di Europa League.
FOCUS Napoli
Alla luce del decreto crescita probabilmente bisogna rivalutare alcune dichiarazioni fatte dal patron degli azzurri; in particolare poniamo l’attenzione su una affermazione fatta da A. De Laurentis in cui diceva che “bisogna prima vendere”.
Considerando che il nuovo regime fiscale si applica solo a coloro che sono all’esterno da almeno due anni fa capire che il Napoli probabilmente si sta già organizzando in questa direzione: sfoltire la rosa per poter ingaggiare nuovi calciatori a regime fiscale agevolato.
Croce Giuseppe Germano
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