«Per lui mi piacerebbe un decennale – ammette il patron partenopeo -. Sarri lo vedrei bene all’interno di un progetto di crescita del club. Ha un contratto di quattro anni, in cui per levargli qualunque tipo di tentazione ho messo, non dal prossimo anno, ma dall’anno successivo ancora, una clausola rescissoria di 8 milioni di euro. Se la Roma volesse prenderlo e volesse pagare 8 milioni, la palla passerebbe al signor Sarri, che dovrebbe dire: No, ho professato amore al Napoli. Sono nato a Napoli, mi sento napoletano e non sento l’odore denaro. Per me Sarri dovrebbe rimanere». Insomma, la volontà è chiara, ma Aurelio non dimentica la contestazione al momento della scelta del tecnico: «In città c’erano i manifesti contro di me, tanto che Sarri mi disse Lei si deve abituare, io le prime sei-sette partite le perdo. Io risposi: Senti, tu devi abituarti alla città di Napoli, dopo tre partite diventa un problema, quindi bisogna che ti organizzi per far giocare la squadra in modo spettacolare e vincente. E dalla quarta fu così. Adesso siamo passati all’esaltazione di Sarri: Non si tocca, è il nostro eroe».
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