Il patron Aurelio De Laurentiis interviene a Kiss Kiss Napoli, radio ufficiale della S.S.C. Napoli, nel corso de ‘Radio Goal’. Ecco quanto evidenziato da IamNaples.it:
“La scelta di Peppino di Capri per il mio film? Dovuta ad una stima umana oltre che professionale. Lo conosco da circa quarant’anni, ricordo i nostri viaggi in barca da giovani. E’ una persona armoniosa, ero sicuro potesse recitare alla grande.”
“Tutti gli anni passati a Napoli, per un motivo o per l’altro, sono da incorniciare. Alla prima in C, tanti anni fa, eravamo in 65.000 allo Stadio e ‘Le Figaro’ titolò Napoli regina d’Europa. Non smetterò mai di ringraziare i tifosi. La legge sugli stadi? Fa acqua da tutte le parti, spero che il Primo Cittadino di Napoli mi darà possibilità di rimodulare lo stadio. Come in Inghilterra, anche qui si dovrebbero dare gli stadi alle società che, secondo un business plan corretto, devono ottenere guadagni. I biglietti costano troppo. Questo è il calcio di oggi, non l’ho inventato io: bisogna rimodulare tutto quanto, creare stadi come teatri, dove lo spettacolo va oltre il calcio, intrattenendo chi va allo stadio per più di 90′, per molte ore! Non stiamo raggiungendo i parametri promessi e promossi, questo riguarda tutta la fase europea. Dovremo chiarire se siamo in guerra o meno con americani, Isis o chiunque voglia minare la democrazia.”
“Il fattore maggiore di crescita è quello umano, per qualunque compagine e società d’azione. Il fattore umano 2.0, per noi ormai 3.0, è una cosa importantissima: sono sei anni che siamo in Europa ed io voglio stare in quella che conta di più, dobbiamo avere ambizioni sempre più forti. A calcio, però, si gioca contro altre diciannove squadre: ci rafforziamo noi ma anche gli altri, speriamo di farlo nel modo migliore. Ad agosto pochi pensavano avessi fatto le scelte giuste, spero di continuare su questa falsa riga.”
“Noi italiani siamo unici nelle cose più straordinarie ma non siamo mai capaci di fare un network. Da sessant’anni ci fanno promesse e promesse ma la nostra vita non cambia. L’Italia, però, è così bella che tutte queste mancanze non ci scalfiscono più di tanto.”
“Mi sono innamorato di un calciatore, mi hanno detto che a gennaio non ce l’avrebbero dato. Allora ho detto di prenderlo a giugno! Il nome, però, non posso farlo. A gennaio prenderemo quell’altro giocatore, meglio prenderne due straordinari. Al processo di Varriale hanno fatto uno speciale sul mercato azzurro: beh, tra tutti i nomi fatti, non ce n’era uno vero. Bene, vuol dire che la nostra intelligence, lavora bene. Quando parlo con i miei collaboratori mi dicono di aver raggiunto un livello per cui migliorare la rosa è piuttosto difficile. Comprare uno già navigato può essere un limite in quanto a lungimiranza, comprarne uno acerbo rischia di bruciarlo: è difficile ma bisogna farlo. Se un top player, per assurdo, litigasse con la sua società, anche domani, e volesse venire da noi, lo accoglierei a braccia aperte. Voglio comprarne due, anche uno a giugno. Anche se annunciare ora uno che verrà a giugno potrebbe voler dire apparire in sede di mercato estivo come una società che non si muove. Quando compri devi anche gestire bene lo spogliatoio, questo è il problema fondamentale: il gruppo non deve diventare assolutamente una fossa di leoni pronti a sbranarsi.”
“Il bel rapporto tra Higuain e Sarri? Lo so da tempo. C’è grande sintonia tra la nostra società e la famiglia di Higuain, che sentiamo spesso. Il mister è uno che vive quotidianamente la responsabilità di un lavoro che ama: la sua concentrazione è tale da poter dare il massimo ai suoi calciatori. Sarri ha lavorato per poter dare al miglior calciatore la situazione ideale per le sue caratteristiche e lui lo ringrazia così. Anche per Insigne vale lo stesso discorso. Qualche volta gli allenatori diventano fetusi e vendicativi nei confronti dei calciatori, sicuramente non è il caso di Sarri che lavora con grande umiltà e rispetto, pretendendo la stessa cosa dai suoi giocatori. Si è creata un’uguaglianza di intenti fondamentale a perseguire determinati obiettivi. Tutti sono sullo stesso piano e tutti giocano sulla stessa lunghezza d’onda. I risultati di Europa League e campionato danno la prova che tutti stiano dando il massimo quando chiamati in causa. Gabbiadini? C’è mancato per quattro o cinque partite ma ora che tornerà nel gioco farà sicuramente benissimo. Lui è un ragazzo educatissimo, per bene: quasi troppo per il mondo del calcio. Sembra distaccato ma è semplicemente iper-concentrato.”
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