“Ci sono dei giocatori che diventano condizionanti per lo spogliatoio se non giocano”, questa frase di De Laurentiis durante la conferenza stampa a Palazzo Petrucci rappresentava già un messaggio verso l’addio di Mertens prima dello scontro sulle cifre.
Più forte anche della solita provocazione sulla napoletanità, della richiesta di preferirla alla vil moneta.
Koulibaly è un perno del progetto tecnico, Spalletti si è definito pronto ad incatenarsi per lui e, infatti, De Laurentiis non è andato oltre e sta provando a suo modo a cercare di trattenerlo. Ha proposto a Kalidou un quadriennale a 4 milioni di base fissa con dei bonus che possono portare lo stipendio a 4,5.
Koulibaly al momento non ha intenzione di abbassarsi l’ingaggio, serviranno dei colloqui con l’agente Ramadani per provare a raggiungere l’intesa.Il Barcellona è fortemente interessato, ha fatto filtrare anche la volontà di arrivare a 25 milioni di euro ma bisognerà attraversare acque tempestose prima di capire se sarà possibile per i blaugrana fare questa proposta.
Il club catalano deve tagliare il monte ingaggi di circa 120 milioni di euro entro il 30 giugno, altrimenti non potrà registrare neanche Kessie e Christensen già presi a parametro zero.
La priorità del Barcellona successivamente sarà definire un accordo con il Bayern Monaco per l’acquisto di Lewandowski, da tempo promesso sposo della squadra di Xavi. Koulibaly può anche restare a scadenza se non ci saranno offerte congrue.
Perchè De Laurentiis non riesce più a condurre gli eventi? Serve la forza nelle scelte
La domanda da farsi sui rinnovi è perché bisogna sempre tuffarsi nel mare torbido dello scontro con la narrazione del calciatore che tradisce i sentimenti dei tifosi? Perché non provare a condurre la storia in modo più sereno senza la spada di Damocle di spedire il calciatore nella gogna?
Una risposta c’è ed è più profonda: De Laurentiis da quando è terminata l’era Sarri è finito nel tunnel delle scelte compiute a metà oppure addirittura nelle non scelte. Perché per Mertens non si è fatto come la Juve per Dybala? Si è capito da tempo che De Laurentiis non valutasse più Mertens meritevole di grosso sforzo economico. Perché non programmare questa scelta nei tempi giusti, concordando con Mertens i modi in cui gestire l’addio? Perché farsi condurre dagli eventi piuttosto che definire la possibilità di guidare il corso dei fatti?
Le stesse domande potrebbero valere per Fabian Ruiz, Ospina ma ovviamente nel caso di Dries la ferita è più triste perché si parla di un simbolo, del principale cannoniere della storia azzurra con 148 gol, di un punto di riferimento anche fuori dal campo.
De Laurentiis deve tornare a fare scelte di campo e sostenerle. Non ha effettivamente scelto fino in fondo quando ha preso Ancelotti e non l’ha sostenuto, lo stesso ammutinamento è la punta dell’iceberg per le mancate scelte nella gestione dei rinnovi di contratto. Il patron del Napoli non ha scelto nel momento in cui aveva rinnovato il contratto di Gattuso e poi è tornato sui suoi passi, quando, pur avendo già raggiunto l’intesa con Spalletti, ha parlato con altri allenatori tra gennaio e maggio 2021.
Qualsiasi siano le decisioni, soprattutto se dolorose, servono autorevolezza, coerenza e convinzione. Sono le uniche armi con cui si può recuperare un po’ il rapporto con i tifosi anche mentre si compiono scelte impopolari.
Ciro Troise
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