A margine dell’elezione da presidente Figc di Gabriele Gravina è tornato a parlare il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Ecco le sue dichiarazioni riportate da Tmw:
“La scelta è giusta, con Gravina ci siamo confrontati a lungo. E’ una persona che non guarda al passato, ma al futuro. Nel calcio è molto difficile trovare persone che guardino al futuro, ognuno è prigioniero della propria cultura. Con Gravina ci siamo subito intesi, capiti. Ha presentato un piano molto completo e complesso e noi come Lega abbiamo presentato un piano di quattro cartelle e mezza, più breve ma molto denso sui cambiamenti di cui necessitiamo. Lui ha un mandato di 2 anni, ma se farà bene avrà un altro quadriennio per modificare ampiamente questo modello del calcio. Qui nessuno si rende conto di una cosa: noi eravamo prigionieri di FIFA e UEFA, poi qualche anno fa è nata l’ECA e con questa Associazione abbiamo fatto passi avanti perché abbiamo chiesto delle cose che ci sono state parzialmente date. E’ chiaro, però, che il boccino del calcio deve tornare di nuovo in mano ai club. Se è vero,come si è detto anche oggi, che il calcio è una industria, come ha sottolineato anche Micciché, dobbiamo andare avanti in questa direzione. I club non sono più Club, ma società a scopo di lucro. Dobbiamo spingere sull’acceleratore, anche per decidere come giocare a calcio. Ci vuole libertà assoluta perché i nostri nipoti si stanno già annoiando di come si gioca a calcio, lo trovano già lento e non adeguato agli e-games al quale loro si stanno adeguando. Nei prossimi due anni sono convinto che Gravina rimedierà a tutte le cose più importanti che mancano, noi andiamo ancora avanti con una legge del 1981: la forza di Gravina è quella di poter far fare subito al Governo modifiche sostanziali”.
Anche la Legge sugli stadi è urgente?
“Noi siamo in grande ritardo. Sento sempre parlare di stadi giganteschi, che servono solo per grandi speculazioni immobiliari, ma non vanno bene”.
Amore travolgente tra lei e Ancelotti?
“Io l’ho voluto in maniera assoluta. Qualcuno aveva forse male interpretato il suo arrivo, ho sentito dire delle frasi un po’ scontate e anche maleducate. S’era detto di un Ancelotti arrivato a Napoli per la pensione, ma lui è un grande allenatore che ha vinto tutto e non gli si può certo rimproverare questo. Tra di noi c’è subito stata simpatia, chiarezza. Ci abbiamo messo cinque minuti per fare un contratto sul quale non ci sono mai stati dubbi, né da una parte né dall’altra. Io gli avevo dato 9-10 partite per ambientarsi, ma mi sembra ne abbia sbagliate meno di quante io gliene avessi concesse. Sta esprimendo il calcio secondo la sua coscienza e conoscenza”.
Lo Scudetto è possibile?
“Nel calcio tutto è possibile, basta qualche passo falso della Juventus e siamo lì. Il Napoli ha iniziato un nuovo corso, io parlo sempre di trienni e quest’anno con l’utilizzo di tutti i giocatori andrà bene. Certo, in Champions dobbiamo fare i conti con un girone infernale, speriamo di avere capacità e fortuna per il proseguo della competizione”.
Cosa prevede per lo stadio San Paolo?
“Che ci metteremo ancora seduti attorno a un tavolo. Le pretese di qualcuno, però, non sono idonee con l’impianto nel quale io gioco. Se una cosa che vale X gliela vogliono far pagare 4-5 X serve alzare uno scudo a protezione del club e quindi dei tifosi. Perché se io butto dei soldi per lo Stadio poi devo privarmi di qualche altra cosa. Per gli ultimi due anni mi hanno chiesto un milione e 900mila euro l’anno: a quel punto, vado a giocare all’Olimpico. Il CONI, che due anni fa fu interpellato dal Comune, allora aveva ritenuta giusta una richiesta di 550mila euro l’anno e lo stadio non era nelle condizioni attuali. Fate voi le differenze”.
Quale è il suo rapporto con la città? E’ migliorato?
“Veda, voi confondete alcune frange di tifosi con l’umore collettivo della città. Napoli è una città che adoro, mio padre mi portò ad amarla fin da quando avevo quattro anni”.
Col PSG ci saranno fuochi d’artificio?
“Mi auguro ci siano fuochi d’artificio meditati. Col PSG, come nelle altre partite, bisognerà giocare a scacchi. Pensare, meditare e fare delle mosse appropriate”.
Che effetto le fa ritrovare Cavani?
“Ci sarà sicuramente un abbraccio caloroso. Cavani fu una mia intuizione quando lo strappai al presidente del Palermo e da seconda punta diventò una prima punta. La cosa che mi diverte è che noi abbiamo fatto fare più di 30 gol a tutti gli attaccanti che abbiamo messo nel circuito Napoli, da Cavani in poi. E adesso stiamo vedendo chi li può sostituire: sicuramente qualcuno lo farà”.
Ha mai guardato la Premier quest’anno?
“Il calcio inglese è completamente diverso dal nostro e quando i giocatori arrivano in Inghilterra hanno costi del tutto fuori portata per noi. Nei bilanci italiani vedo -400 milioni di euro o -300. Io in rosso posso andare al massimo di 15 milioni di euro, perché decido di giocare in un determinato modo, ma quest’anno se ci confermeremo in Champions confido in un bilancio in pareggio”.
Ci può dire come sta Insigne?
“Non ho parlato con l’infermeria, quindi non lo so dire”.
Ha guardato Sarri al Chelsea?
“Non guardo più Sarri. E’ un grande allenatore, e gli auguro di fare la sua strada in Inghilterra. Ha dato quello che poteva al Napoli, con lui non abbiamo vinto nulla, peccato, ma nella vita c’è chi gioca per sé stesso e chi per la funzione per la quale è stato ingaggiato. Con questo credo di aver detto tutto…”.
Meret è tornato tra i convocati.
“Io nella sfortuna sono sempre stato un uomo fortunato. Non aver avuto Meret ha fatto crescere l’autostima in Ospina e Karnezis. Prima c’era il primo portiere che le giocava tutte, mentre adesso ci ritroviamo con tre portieri veri e questo è un senso di garanzia. Non è che loro devono temere di non poter giocare, ma essere felici e contenti di essere talmente tutti e tre bravi e funzionali alla causa del Napoli che troveranno pariteticamente spazio perché Ancelotti è uno che ama fare il turn-over”.
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