La partita contro la Roma aveva acceso nell’animo del presidente De Laurentiis la speranza di un finale migliore. Aveva fatto i complimenti alla squadra per la prestazione nonostante la beffa del pareggio di Abraham al 90’. Le prove contro Udinese e Bologna hanno spinto di nuovo De Laurentiis nella delusione più totale. Nonostante alterni varie versioni di se stesso, De Laurentiis sa benissimo di aver commesso tanti errori fallendo la sostituzione di due uomini-chiave come Spalletti e Giuntoli. Nell’esaltazione del post scudetto è stato costruito il disastro di quest’annata, non corretto, anzi esasperato poi dalle scelte successive, come per esempio il no a Tudor per prendere Mazzarri.
Il presidente sa di aver sbagliato, riconosce la catena della responsabilità, a fine marzo ha individuato il direttore sportivo a cui affidare la gestione tecnica salutando Meluso e spedendo nuovamente Micheli al suo ruolo di capo-scouting. Con il nuovo direttore sportivo Manna ha chiuso gli accordi a fine marzo e l’ex Juventus è operativo da un mese e mezzo, provando a supportare De Laurentiis nell’operazione complessa della ricostruzione, la più difficile del suo ventennio napoletano.
De Laurentiis è consapevole delle sue responsabilità ma è anche deluso dalla squadra, s’aspettava maggiore personalità nella reazione all’inerzia negativa. Il Napoli, invece, si è abbandonato, ha spento l’interruttore svuotando l’entusiasmo, la convinzione nel seguire un’idea di gioco e così nell’andare alla ricerca dei risultati. Ha un grosso problema d’efficacia, subisce spesso gol alla prima occasione, ne spreca tante perché non ha più il sacro fuoco, ha smarrito le certezze che alimentano la convinzione di essere il più forte. Si è sgretolata qualsiasi idea che può cementare un gruppo, il Napoli va avanti per inerzia, prova a fare il compitino con alti e bassi anche all’interno della stessa partita e con quest’atteggiamento ha costruito un rendimento da metà classifica.
Dopo Napoli-Bologna, De Laurentiis ha smesso di combattere, non si è neanche recato negli spogliatoi, è andato via con la consapevolezza che sarà complesso ridare un’anima a questo gruppo. La gara di sabato ha alimentato la sua idea di puntare su Antonio Conte, cercando di colmare le distanze verso un accordo che rimane complicato. De Laurentiis sta tentando la strada dei bonus che hanno anche un peso fiscale differente, l’idea su cui sta lavorando è di una base fissa di sei milioni di euro con un incentivo di tre milioni in caso di qualificazione alla Champions League. È una strada difficile, tortuosa ma De Laurentiis punta su due aspetti: la mancanza di grandi offerte per Antonio Conte e il fascino della ricostruzione del Napoli. Chiavelli, l’uomo dei conti, lo invita alla riflessione sui costi dell’operazione e della rivoluzione da portare avanti per sostenere l’operazione Conte, intatno già sono scese molto le quote de bookmakers, visita il sito di Crypto Betting Italy .
Conte è un allenatore da missione, più c’è da immergersi in un sostrato da rilanciare maggiore è l’adrenalina per combattere e riuscirci. Nei colloqui sul mercato, Conte avrebbe anche accettato un’idea di campagna trasferimenti con giovani di qualità, magari inserendo al massimo un giocatore d’esperienza. Il sostrato per arrivare all’intesa tra De Laurentiis e Conte è un po’ più solido ma è un gioco d’attese, lo stesso Conte si guarda intorno tra il possibile ripensamento del Milan o una proposta dalla Premier, su tutte il Manchester United. Nel meccanismo delle attese incrociate, ci sono anche le alternative a Conte: Gasperini ha le finali di Coppa Italia ed Europa League e l’Atalanta da portare in Champions League, Pioli deve chiudere l’accordo col Milan per la buonuscita riguardo all’ultimo anno di contratto, Italiano può godere della corte del Bologna e del Torino ma ha dato priorità assoluta al Napoli che ha, però, Conte come prima scelta.
Giovedì pomeriggio parlerà De Laurentiis alla presentazione dei ritiri di Dimaro e Castel Di Sangro, chissà se si riuscirà ad intuire anche qualche sentiero del Napoli che verrà.
Ciro Troise
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