“Mi piace ricordare sempre che qui ho trovato un deserto e a differenza delle difficoltà che si raccontano, dal vivaio abbiamo tirato fuori Lorenzo Insigne”, così Aurelio De Laurentiis ha iniziato sabato scorso la conferenza stampa per annunciare il rinnovo di Lorenzo Insigne. Uno dei due prodotti del vivaio a disposizione di Sarri, l’altro è Luigi Sepe ai margini del progetto tecnico. Insigne ha conquistato il ruolo da bandiera del club ma è anche una speranza, rappresenta l’idea che dalla fatica quotidiana di coloro che portano avanti il settore giovanile possano arrivare grandi frutti. “Lasciateci la poesia che il lavoro paghi ancora”, avrebbe detto Maurizio Sarri.
MODELLO ATALANTA Il lavoro paga, il calcio lo dimostra, l’esempio rilevante è l’Atalanta che può portare a casa l’Europa League nonostante i fatturati inferiori rispetto a Milan, Lazio e Fiorentina. Ed è proprio l’Atalanta la migliore realtà nella cura del vivaio in Italia, l’unica ad essere presente nella top ten d’Europa per capacità di rinforzare la rosa della prima squadra con elementi provenienti dal settore giovanile. I risultati dei campionati giovanili non devono rappresentare assolutamente il fine ultimo del lavoro compiuto ma sono significativi come unità di misura della qualità e dell’efficienza degli investimenti realizzati, delle metodologie adottate. L’Atalanta è l’unica realtà che probabilmente approderà tra le prime otto in tutte le categorie, sarà necessario che la Primavera di Bonacina non perda sabato a Trigoria nello scontro diretto contro la Roma per portare a casa questo risultato prima dell’ultimo turno di campionato.
PRIMAVERA FLOP La Primavera del Napoli, invece, vivrà gli ultimi due appuntamenti della stagione senza obiettivi da poter raggiungere, essendo ormai matematicamente fuori dai play-off dopo la sconfitta di Trapani. Neanche i settecentomila euro complessivi investiti per gli acquisti di Leandrinho e Zerbin hanno invertito una tendenza storica della Primavera del Napoli. Nell’era De Laurentiis gli azzurrini non si sono mai qualificati alla final eight e da quattro anni, quando Roberto Insigne e compagni furono sconfitti dal Chievo Verona, non sono stati raggiunti i play-off. Le convocazioni di Milanese in prima squadra non rendono meno amara una stagione dove il Napoli ha salutato la Youth League dopo i gironi, la Coppa Italia al secondo turno eliminatorio e dovrebbe terminare il campionato al settimo posto, totalizzando meno punti di tutte le realtà di serie A presenti nel girone, un dato molto significativo riguardo alla riforma del campionato di categoria che introdurrà la divisione tra la Primavera 1 e la Primavera 2. Il Napoli, per i calcoli relativi al ranking, dovrebbe rientrare tra le sedici della Primavera 1 ma in prospettiva nei prossimi anni deve lavorare per evitare la retrocessione.
DISASTRO PRE-GRAVA Le difficoltà della Primavera sono riconducibili all’inesistenza di un ciclo che porta i ragazzi dall’attività di base fino all’ultima categoria che precede il professionismo. In questo gruppo solo undici ragazzi hanno attraversato il vivaio azzurro sin da bambini. Gli interventi compiuti in questi anni non sono riusciti a rimediare fino in fondo al vuoto gestionale, allo svincolo massivo e allo stato d’abbandono creato dalla gestione del settore giovanile precedente a quella di Gianluca Grava. In tal senso ci sono anche le responsabilità della guida tecnica di Giampaolo Saurini, che non è mai riuscito a dare un’identità di gioco definita a questa squadra e che in tante occasioni ha messo in mostra dei limiti nella gestione e nella formazione tecnico-tattica del gruppo.
IL NUOVO CHE AVANZA La leva ’99 è l’ultima a far parte dello sfascio compiuto negli anni scorsi, i risultati delle altre categorie dimostrano che c’è una nuova programmazione volta a costruire un buon settore giovanile e i risultati di Under 17, 16 e 15 e la vittoria della Nike Cup conseguita dai ‘2003, che rappresenteranno l’Italia a Berlino dal 4 all’8 Maggio nelle fasi internazionali della competizione, infondono speranza per il futuro. Il Napoli ha portato l’Under 16 e l’Under 15 tra le prime otto d’Italia, conquistando l’accesso diretto ai quarti di finale con il secondo posto alle spalle della Roma, e l’Under 17 tra le prime sedici, visto che con il terzo posto nel girone C gli azzurrini di mister Carnevale disputeranno gli ottavi di finale contro il Pescara.
IL CONFRONTO CON LE BIG Escludendo dai calcoli il campionato Primavera con la regular season ancora in corso, solo l’Atalanta e la Roma hanno fatto meglio del Napoli, portando tutte e tre le categorie ai quarti di finale. L’Inter, che sul vivaio investe 9 milioni di euro, si muove per molte categorie sugli stessi risultati del Napoli: Under 17 e Under 15 ai quarti, Under 16 agli ottavi, solo aggiungendo la qualificazione della Primavera alla final eight i nerazzurri acquisiscono un vantaggio complessivo sul Napoli. Il Milan, che per il settore giovanile spende il 7,92% del proprio fatturato, circa 17 milioni di euro, ha portato le proprie squadre agli ottavi di finale e la Primavera di mister Nava dovrà combattere con Fiorentina, Sampdoria e Verona nelle ultime due giornate per qualificarsi alla final eight direttamente o passare per i play-off ma può sicuramente consolarsi con quanto fatto in prima squadra da Donnarumma, Locatelli e Calabria, gli ultimi prodotti del vivaio rossonero ad essere approdati in prima squadra. La Juventus investe complessivamente dieci milioni di euro all’anno per il settore giovanile ma in termini di risultati non c’è grande differenza rispetto a quelli prodotti dal Napoli: l’Under 15 è ai quarti e affronterà proprio gli azzurrini, l’Under 16 e l’Under 17 agli ottavi, la Primavera non ha brillato alla Viareggio Cup e in Coppa Italia, è stata eliminata dall’Ajax in Youth League ma, da prima del girone B, accede direttamente alla final eight.
RIBALTARE LE GERARCHIE Un’esperienza di successo nel rapporto tra gli investimenti realizzati e i risultati raggiunti si può trovare nel Genoa che è in lotta per andare ai play-off con la Primavera ed ha portato l’Under 17 e l’Under 16 ai quarti (affronterà proprio i pari età del Napoli) e l’Under 15 agli ottavi. Tutto ciò grazie al lavoro compiuto nell’attività di base con la scuola calcio collegata e alla continuità nella guida di Michele Sbravati. Interessante anche il lavoro compiuto in varie zone della Via Emilia: il Sassuolo va verso la qualificazione ai play-off o alla final eight con la Primavera vincitrice della Viareggio Cup e ha qualificato l’Under 17 e l’Under 16 agli ottavi, il Cesena ha portato l’Under 16 ai quarti e l’Under 17 e l’Under 15 agli ottavi. Il Napoli, vista la precarietà delle strutture e i soli due milioni spesi per il vivaio, fa parte del lotto di squadre che nei risultati sta ribaltando le gerarchie. La speranza è che la nuova programmazione possa dare grandi soddisfazioni, non solo ai prossimi play-off, ma soprattutto rendendo il vivaio un serbatoio efficace per la prima squadra, com’è avvenuto in passato non solo con Lorenzo Insigne ma anche con Vitale, Sepe, Roberto Insigne e Dezi.
La continuità è la strada da perseguire, puntando sull’attività di base e sulla missione di individuare i talenti più interessanti prima che vadano altrove, dopo il compimento dei quattordici anni d’età, nell’auspicio che il presidente De Laurentiis dall’entusiasmo dell’Insigne Day porti a casa la lezione che vale la pena credere nel proprio settore giovanile.
Ciro Troise
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