Il Napoli sta per evitare uno scenario imbarazzante: pagare 11 milioni di euro netti d’ingaggio ad Osimhen, il bomber del terzo scudetto, senza disporre delle sue prestazioni mettendolo fuori rosa. Conte è stato chiarissimo, la famiglia, il gruppo, lo spogliatoio vengono prima e dalla coerenza non si deroga. Osimhen quest’estate è stato un corpo estraneo, mai pienamente integrato perché doveva essere l’uomo che finanziava la rifondazione.
Non è andata così con i 5 milioni della discordia: la richiesta di rilancio dai 65 ai 70 milioni, la cifra proposta anche dal Chelsea, che ha fatto saltare la cessione all’Al Ahli nell’ultimo giorno di mercato. Da Istanbul è arrivato un salvagente: il Galatasaray deve rimediare all’infortunio di Icardi, l’allenatore Omar Buruk vuole passare al 3-5-2 ed è pronto ad accogliere Victor Osimhen in prestito secco. Il Napoli eviterà anche di concedere ad Osimhen l’arma nella prossima estate di poter utilizzare l’argomento della scadenza di contratto dopo dodici mesi. Il Galatasaray s’accolla l’intero ingaggio e Osimhen prolunga fino al 2027 l’intesa col Napoli, la speranza che in Super Lig e in Europa League torni a mettersi in mostra per determinare la cessione a cifre interessanti a qualche big europea o in Arabia nell’estate 2025.
Il Galatasaray ha interesse ad accelerare, il mercato turco chiude il 13 settembre ma il club turco vuole definire l’operazione entro domani per inserire Osimhen nella lista per l’Europa League, dove affronterà Paok Salonicco, Rigas Fc, Elfsborg, Tottenham, Az, Malmoe.
Si formerà nuovamente la coppia con Mertens come nelle prime due stagioni napoletane di Osimhen, quella di Gattuso e del ritorno in Champions League con Spalletti. La narrazione per cui De Laurentiis sarebbe sfuggito ai ricatti è parsa sempre un po’ populista, il Napoli ha le risorse finanziarie per assumersi dei rischi e l’ha fatto, poi ha trovato l’opportunità Galatasaray per limitare i danni. Il Napoli ha chiuso il mercato con 150 milioni di euro di saldo negativo tra entrate e uscite e si è assunto il rischio di chiedere il rilancio all’Al Ahli, anche con la possibilità concreta che l’operazione saltasse così come di fatto è accaduto. Resterà invece probabilmente fuori rosa al Napoli Mario Rui che ha rifiutato cinque squadre: il San Paolo, dove avrebbe giocato la Coppa Libertadores e guadagnato con il contratto fino a dicembre 2026 1,6 milione di euro in più rispetto al contratto in essere al Napoli, il Nizza, il Lille, il Valladolid e l’Aris Salonicco con un super accordo triennale.
Tale atteggiamento ha fatto infuriare il Napoli e il suo agente Mario Giuffredi, è probabile che ci possa essere una rottura anche formale tra Giuffredi e Mario Rui. Il mantra di Conte “Amma fatica” rende l’idea della stagione in salita che deve affrontare il Napoli, dovendo ricostruire dalle macerie del decimo posto.
Il mercato bloccato da Osimhen a lungo, il 3-0 inflitto dal Verona ha reso ancora meglio l’idea della scalata da compiere. Conte ha trasformato il mood, oggi il Napoli nello spirito è squadra, non accetta più la sconfitta, anzi la rifiuta e fa di tutto per evitarla. Ha messo dentro rinforzi importanti non solo sotto il profilo tecnico ma anche della personalità come Spinazzola, Lukaku, ha ancora risorse da inserire come Gilmour e McTominay.
Sotto il profilo tattico, il Napoli è un ibrido, non ha ancora risolto il problema delle distanze dei sincronismi nella fase di non possesso, contro il Parma nel primo tempo ha sofferto le imbucate per vie centrali, era costretto ad abbassarsi con Rrahmani che spezzava poco la linea, apriva il campo, perdeva tanti duelli, non riusciva a stringere le maglie nel posizionamento della linea difensiva. Anguissa e Lobotka sono stati esposti a rincorse continue e per passo e caratteristiche soffrono quando le distanze s’allungano. Un eventuale cambio di sistema di gioco, con il passaggio al 4-3-3, potrebbe favorire un miglioramento, una squadra più corta, che tenga meglio le distanze ma non è la panacea di tutti i mali.
Serve un percorso di lavoro svolto con fiducia magari grazie ai risultati, la settimana tipo con un organico in cui ci sono varie alternative può essere la cornice ideale per andare avanti in questa complessa opera di rifondazione. Tutto passa anche per la testa, aspetto che per esempio determina la mediocrità riguardo all’efficacia nelle conclusioni. Il Napoli nella scorsa stagione ha chiuso al quartultimo posto nella classifica che fotografa la differenza tra tiri realizzati e gol messi a segno. Ad oggi, il Napoli non ha invertito la tendenza, è secondo nei cinque principali campionati europei per tiri realizzati, soltanto ventottesimo per conclusioni che, invece, inquadrano lo specchio della porta. C’è tanto da lavorare ma la rifondazione è iniziata, si vede la luce in fondo al tunnel ma la strada da percorrere è ancora lunga.
Ciro Troise
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