Elia Caprile, portiere del Napoli reduce da un’ottima stagione in prestito all’Empoli, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport: “Non vedo l’ora di incominciare la stagione col Napoli. Arrivare in un top club è motivo di grande orgoglio per me. Vado lì per lavorare sodo con l’obiettivo di farmi trovare pronto e conquistarmi il mio spazio.Sarà strano rivedere in azzurro Folorunsho. Abbiamo condiviso un’avventura bellissima a Bari. Ha fatto un grandissimo campionato a Verona e si è meritato la chiamata in nazionale. La Serie A sfiorata con il Bari? Che rammarico quel palo in finale di Folorunsho. Peccato perché eravamo un gruppo straordinario. Sono rimasto legatissimo a tanti miei compagni sia di Busto sia di Bari. L’esperienza a EmpolI? Iniziare con una papera contro il Verona è stata dura. L’errore può capitare a tutti, ma nel mio ruolo, quando succede, prendi gol. Due giorni dopo mi sono fatto male e ho dovuto aspettare 4 mesi per tornare in campo. È stata tosta, ma ho tenuto duro, riuscendo a riprendermi il posto. Da lì poi è andato tutto bene. Numero 25 al Napoli? L’ho indossato a Empoli e ha un significato speciale per me. Io sono nato il 25 agosto e mio fratello Jacopo il 25 aprile. Non mi dispiacerebbe tenerlo. A Bari presi il 18 perché era la data di nascita di mio papà e della mia fidanzata Emily. Essere allenato da Bielsa? Un’esperienza incredibile. Per la prima volta andavo a vivere lontano da casa e in un paese straniero: in quei mesi scoppia la pandemia e mi trovo a vivere da solo per un anno e mezzo. Quando vedi Bielsa sai che stai incontrando l’allenatore per eccellenza come dice Guardiola. Ti forma in ogni cosa: è attento a qualunque dettaglio e controlla tutto, persino il peso. In campo volavamo e giocavamo a memoria, tanto da vincere la Championship e finire l’anno dopo noni in Premier. Buffon mi regalò la sua maglia dopo Bari-Parma. Lì ho scoperto la grandezza del Gigi uomo. Avevamo vinto 4-0 e pensavo fosse di malumore, tanto che rimasi 40 minuti fuori dal loro spogliatoio per paura di non riuscire a vederlo. Invece Buffon mantenne la promessa di scambiarci le maglie. Restammo a lungo a chiacchierare: mi ha dato diversi consigli e fatto i complimenti. Adesso la sua maglia è incorniciata come una reliquia a casa mia. Pronto per essere allenato da Conte? Sono impaziente di conoscerlo. Mi hanno raccontato che è molto esigente, ma su questo andiamo d’accordo. Io sono il primo critico di me stesso e mi impegno ogni giorno per fare sempre meglio”.
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