Andrè-Frank Zambo Anguissa, centrocampista del Napoli, ha rilasciato un’intervista al canale YouTube della Lega Serie A:
Qual è l’obiettivo di questa stagione?
“L’obiettivo è fare meglio in questa stagione. Questo perché sappiamo tutti che la scorsa stagione non è stata facile, come è evidente. E’ stata davvero dura. Quest’anno vogliamo davvero fare meglio della scorsa stagione. Vogliamo riportare il Napoli dove era prima dell’anno scorso. Non sarà facile ma credo che tutti si impegneranno per garantire che la stagione vada il meglio possibile”.
Ricordo personale dello Scudetto che non dimenticherai mai?
“A dire la verità non ce n’è uno in particolare. Non c’è momento più bello di quando eravamo tutti allo stadio con i nostri tifosi e tutta la città di Napoli che festeggiavano il momento in cui eravamo ufficialmente campioni d’Italia. Direi i festeggiamenti al Maradona con tutti: tifosi, staff, dirigenti, giocatori, famiglie, dirigenti del club. Quello è il momento più bello per me e quando penso allo scudetto mi viene in mente quello”.
C’è una foto in cui abbracci Conte, c’è un legame forte? Come sta lavorando?
“Oltre all’area sportiva, è un allenatore con un lato umano. Me lo ha dimostrato più volte. E’ vicino ai suoi giocatori e preferisce dire una verità che fa male piuttosto che una bella bugia. Mi piacciono molto le persone oneste e leali. E’ per questo che avete visto come ci troviamo a nostro agio con lui. Non è facile ogni giorno perché è difficile, pensiamo però che sia più che altro una benedizione sotto mentite spoglie. Da quando è arrivato ci ha dimostrato che vuole i guerrieri e che non lavoriamo solo sull’aspetto fisico e tattico ma anche su quello mentale che è importante. Ci ha mostrato che i calciatori non hanno bisogno solo di tattiche o di giocare perché se si vuole essere un top competitor bisogna essere mentalmente preparati e pronti a tutto. Devo dire che il suo staff è composto da brave persone professionali e ci spingono ogni giorno. La mia sensazione è che ti mostri che il tuo corpo è tuo e non ci sono limiti. Ci sono cose che non avevo mai fatto prima di lui e ora mi dico che è possibile fare. Questa è una delle sue grandi qualità. Oltre ad essere genuino ed essere vicino ai suoi giocatori, è sempre pronto a difenderci. In cambio pretende tutto in campo. “Vi darò tutto e vi difenderò, ma datemi tutto in campo e non sarà mai colpa vostra ma mia”, ci dice”.
Cosa ti rende felice sul campo?
“Aiutare i miei compagni. Fare ciò che è più importante in quel momento per la squadra. Non è da tutti. Coloro che mi circondano a volte mi dicono che sacrifico un po’ troppo me stesso per il collettivo perchè potrei fare più gol o avere un impatto pià decisivo, ma a volte sono troppo generoso come impegno per la squadra per pensare a cosa sia utile di più. Se me lo chiedete, dipende da cosa serve: se serve il dribbling, se serve il passaggio facile lo faccio, se serve correre, corro”.
Sulle origini in Camerun.
“Come dice mia madre, la gente non sa quanto sia difficile il calcio. Ci sono milioni di giovani che cercano una carriera da professionisti, non è stato facile per me. Ci sono tanti sacrifici da fare, tante cose non vengono prese in considerazione per realizzare il tuo sogno. Come altri prima di te che ti hanno fatto sognare alla tv, ora posso io far sognare gli altri e questo è incredibile. Quando guardo al percorso che ho fatto, anche se gli altri non possono vederlo, so che non è stato facile e che ho raggiunto qualcosa di grande. Tutti i calciatori che diventano professionisti, per nessuno di loro è stato facile. Ce ne sono tanti di qualità, ma non tutti hanno successo. Ho lasciato il mio quartieri per venire in Europa, sono riuscito a giocare, integrarmi, fare una carriera, guadagnare soldi per sfamare la mia famiglia che era povera, non c’è niente di meglio per me”.
Sei un napoletano acquisito, Cosa ami di più di Napoli?
“Sono sempre stato colpito dall’ospitalità dei napoletani, sapete che parlare di razzismo è un tema delicato, ma come uomo nero che vive a Napoli, non ho mai sperimentato nulla di simile. Ho avuto a che fare con persone amabili ed affettuose, così ospitali con me e la mia famiglia. Nei momenti belli e brutti, l’anno dello scudetto è stato incredibile, quello dopo difficile per i tifosi perché facevano fatica a vedere la squadra vincere e quindi, anche se non ero infastidito, era un peccato per tutto ciò che era stato fatto. Napoletani, tutto ciò che facciamo in campo è per loro, anche se non viene fuori, si vede che non fingiamo in campo, diamo il massimo. In quel momento i tifosi erano molto frustrati, è comprensibile, mi sono messo al loro posto e faremo il massimo per loro. Poi mi piace la cucina, la pasta al pomodoro, la pizza, mangio un po’ di tutto, amo la gentilezza e l’amore di Napoli e che tutti hanno per te. Ti fanno sentire speciale e ti mostrano tanto amore”.
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