Per il terzo anno consecutivo il Napoli porta sei punti a casa da Roma, è un dato che sottolinea come ribaltare un rapporto di forza del calcio italiano sia diventato un’abitudine. Gli azzurri passeggiano all’Olimpico, i giallorossi sono parsi spenti, sulle gambe, completamente annebbiati ma Ancelotti giustamente non s’accontenta, manda alla squadra un messaggio: “Si può ancora crescere”. Il Napoli sa essere imprevedibile, è devastante tra le linee ma sa colpire anche dalle corsie laterali come dimostra l’occasione fallita da Verdi e il gol di Mertens, ha acquisito padronanza, ritmo e tempi giusti nella capacità di colpire in verticale anche con soli tre passaggi, Ancelotti lo sa ma focalizza anche i limiti per crescere. Questa squadra non ha il killer instinct, altrimenti a Roma avrebbe chiuso prima la partita, e poi nella gestione dei momenti ha tanto da imparare. Il Napoli non sa adeguarsi all’avversario nell’atteggiamento, deve essere sempre propositivo, è migliorato nel difendersi più basso o addirittura in area di rigore ma se affronta degli spezzoni di partita con l’idea della gestione viene punito come accaduto ieri a fine primo tempo. “Non so come abbiamo pareggiato”, le parole di Ranieri fotografano l’errore del Napoli di riportare in vita un avversario alle corde. Gli azzurri hanno rischiato di farlo anche nella ripresa quando sull’1-3 con degli errori banali hanno concesso a Cristante e Nzonzi la palla-gol per rientrare in partita che si è infranta sulla traversa. Arrivare bene alla gara contro l’Arsenal significa sapersi calare nelle diverse situazioni, la sfida di mercoledì sarà interessante perché l’Empoli farà la stessa partita di Torino: pressing alto, intensità, sviluppo di gioco in verticale e spirito propositivo con la capacità di portare tanti uomini a ridosso dell’area di rigore. La formazione di Andreazzoli, alla ricerca di punti-salvezza, vorrà imporre un ritmo più vicino a quello dell’Arsenal rispetto a quanto fatto dalla Roma all’Olimpico. Non solo sul campo ma Ancelotti alza l’asticella della crescita anche pensando alla prossima stagione, la sintesi mediatica delle sue dichiarazioni è nell’idea di tenere tutti i big e fare mercato con il tesoretto delle alternative, tra i “bocciati” o i valorizzati altrove come per esempio Inglese, Sepe e Vinicius Morais. L’idea di Ancelotti è conservare, integrare, alzando il livello della rosa in certi reparti dove non tutti hanno reso al meglio. Qualche innesto in difesa, centrocampo e attacco con delle cessioni mirate renderebbe il Napoli più competitivo sia in Champions League che in campionato cercando di dare più fastidio possibile alla Juventus che in caso d’addio di Allegri potrebbe avere il classico scotto della nuova avventura. Il mercato poi è ricco d’imprevisti, d’offerte che possono mettere in difficoltà il Napoli ma la strategia di Ancelotti è chiara, tocca a De Laurentiis raccoglierla per costruire una squadra sempre più competitiva. Si tratta di argomenti su cui già riflettere ma da rinviare soprattutto all’estate, prima c’è una stagione da portare al termine nel miglior modo possibile, soprattutto in Europa League ma anche in campionato.
Ciro Troise
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