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Allegri docet, il calcio è una cosa semplice ma non banale: il Napoli si è ritrovato

Dal ritorno contro il Granada alla sfida contro la Roma, il Napoli ha recuperato quattro uomini-chiave, la svolta è in questo dato semplice

Visto che è l’uomo del momento, una goccia nel deserto nella “sofisticazione” del pallone, partiamo da una frase storica di Allegri che ieri non ha citato: il calcio è semplice ma non banale. Max avrà sentito tante critiche superficiali, ieri ha tirato fuori un più serioso “il calcio è una roba seria”.

Viviamo la stagione più anomala del dopoguerra, basta saper guardare fuori dai confini nazionali per capirlo: Liverpool e Borussia Dortmund, due delle otto qualificate ai quarti di finale di Champions, sarebbero fuori oggi dall’Europa che conta. In Francia il Paris Saint Germain di solito ha già il titolo in tasca di questi tempi, solo ieri ha acciuffato il Lille in testa alla classifica e in Spagna l’Atletico Madrid può beffare Real e Barcellona.

In questa stagione balorda gli infortuni degli uomini-chiave fanno la differenza

Nelle squadre ci sono gli uomini-chiave, quando le emergenze di una stagione balorda, con lo stress del Covid, le partite a porte chiuse e il calendario ingolfato, hanno colpito i giocatori più importanti, tutte sono calate. Il Milan senza Ibrahimovic e Bennacer ha perso sette partite nel 2021 (come il Napoli), la Roma, frenata dalla mancanza di Smalling, Veretout e Mkhitaryan, è andata avanti in Europa ma ha perso terreno in campionato, perdendo due gare a cavallo della doppia sfida contro lo Shakhtar Donetsk.

L’Inter senza il solo Lukaku ha pareggiato contro il Parma, perso contro la Sampdoria e ha avuto bisogno dell’attaccante belga per superare la Fiorentina in Coppa Italia.

Il Napoli è una squadra non identitaria, s’appoggia tanto agli uomini-chiave che gli consentono di avere una proposta di calcio credibile, condivisa e anche di variarla con profili diversi come caratteristiche come Osimhen e Lozano.

Il Napoli, dalla gara di ritorno contro il Granada in cui è iniziato il ciclo di sei risultati utili consecutivi, ha recuperato Ospina, Koulibaly, Demme, Mertens e ora anche Lozano e Manolas. È un’altra spina dorsale, un’altra formazione, un’altra musica, è tutto diverso. Il Napoli riesce a rompere la linea, alzare il baricentro, conquista la metà campo avversaria, costruisce dal basso molto meglio dal passato, sa sviluppare gioco sulle catene laterali, ha un centravanti come Mertens ancora lontano dalla migliore condizione che, però, è essenziale nel legare il gioco e ha la qualità per fare la differenza come con la doppietta di Roma.

Cercare di capire gli equilibri del campo senza poter vedere gli allenamenti, mettersi nei panni dell’allenatore, spogliarsi dalla presunzione dei sapientoni, analizzare, andare a fondo costa tempo, fatica, umiltà ed apertura mentale e, invece, si preferisce invocare dimissioni, esoneri, bocciare il 4-2-3-1 come se fosse l’origine di tutti i mali.

Dalla svolta di Fabian Ruiz ai numeri del Napoli: aprile un altro mese decisivo

Si è creato il contesto giusto anche per le qualità di Fabian Ruiz, altro giocatore devastato dalla critica sommaria, dai nuovi Beppe Grillo applicati al pallone.

Soltanto Koulibaly ieri ha realizzato più passaggi riusciti di Fabian, anima del centrocampo. Il baricentro è alto, la difesa rompe la linea nei tempi giusti e il Napoli nella terra di mezzo ha trovato i varchi proprio con Fabian, bravo a condurre le transizioni di una squadra che ha recuperato 16 palloni nella metà campo avversaria.

Il Napoli non ha fatto ancora nulla, la battaglia per la qualificazione alla Champions League è molto dura, può ancora succedere di tutto. Dal Milan alla Lazio, ci sono cinque squadre in lotta per tre posti, soltanto l’Inter può sentirsi tranquilla.

Il Napoli ha il terzo miglior attacco, la terza miglior difesa, è la terza squadra per vittorie conquistate dietro Inter e Milan, è secondo per punti conquistati negli scontri diretti (15 punti, solo l’Inter ha fatto meglio con 18), paga i 16 punti potenziali persi con le formazioni che in classifica oscillano dall’ottavo posto in giù e le sconfitte: otto come Roma e Lazio. Sarebbe bastato qualche pareggio in più per rendere tutto diverso, tutto ciò dev’essere una lezione per le ultime undici gare e il futuro.

Gattuso e il suo staff sperano che la sosta per gli impegni delle Nazionali non generi problemi, poi ci sarà ancora tanto da combattere. A marzo il Napoli ha conquistato 10 dei 12 punti disponibili, ad aprile ci saranno altre sei battaglie: Crotone, Inter e Lazio in casa, Juventus, Sampdoria e Torino in trasferta.

 

Ciro Troise

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