Il centrocampista azzurro Allan Marques Loureiro ha rilasciato un’intervista per l’edizione odierna del Corriere dello Sport, ecco i passaggi principali: «Il ruolo lo interpreto a modo mio: tanta lealtà, con animosità ma senza dosi di perfidia: conti i miei cartellini gialli ed anche quelli rossi in carriera».
Ha convinto Sarri nelle gerarchie: ora gioca più di un anno fa.
«Ma è una questione di condizione, va in campo chi sta meglio, chi dà maggiori garanzie. Io so che dietro le sue scelte c’è solo l’interesse collettivo, quindi quello del Napoli».
Un giudizio su Sarri.
«Con Guardiola è tra i più bravi al mondo, dico di più: tra i primi cinque allenatori in circolazione».
Cerca di ingraziarselo.
«Il Napoli è uno spettacolo ed il merito è suo: come giochiamo noi, soltanto il Manchester City. Sono un consumatore di calcio, guardo tutto quello che c’è in tv e non ho trovato altro. Poi può darsi mi sbagli e che sia di parte, ma noi e il City siamo il divertimento».
Vi vedrete tra quattro giorni.
«Ma prima c’è la Roma».
Lei ha spirito giornalistico.
«Questa è una partita che non può consentire distrazioni, agli inglesi penseremo dopo. L’Olimpico aiuterà a capire un paio di cose e chi vincerà uscirà dallo stadio con maggior consapevolezza delle proprie forze».
Con la Juve spettatrice interessata.
«Chi vince lo scudetto per sei anni di seguito è favorito. Lo sono ancora loro. Ma noi ci siamo avvicinati. E anche la Roma».
Parla come Sarri: vuoi vedere che anche sulle grandi protagoniste del campionato avete idee che coincidono.
«Il Milan ha speso tanto: dunque rientra tra le favorite. E anche l’Inter ha investito. Noi siamo gli stessi dell’anno scorso, che vuol dire altro: per esempio che c’è la fiducia cieca in questi uomini ed in questo progetto. E noi siamo grati per questa stima. Però la Juve ha il proprio curriculum che parla per sé».
Lei è un fuoriclasse di diplomazia.
«Sono da sei anni in Italia, ho imparato discretamente l’italiano e anche il calcio. Qui a Napoli mi sento a casa mia, ma Udine mi ha aiutato ad esplorare questo Paese meraviglioso».
La prima, ma non si dice, lo scudetto.
«Non sono scaramantico ma realista. Siamo all’ottava di campionato, c’è tutto ancora da giocare. A marzo si vedrà dove siamo arrivati e dove potremo arrivare».
La seconda, e si può dire, è il Mondiale.
«Il Napoli mi ha trascinato nell’elite del calcio, ho grande visibilità e sono cresciuto. Rispetto le scelte del Ct ma penso di aver raggiunto un livello tale che posso avere la legittima aspirazione della convocazione. E forse la merito anche».
Lei non scherza, va dritto al cuore.
«Tite ha cambiato il Brasile, i risultati sono stati straordinari, la qualificazione è avvenuta attraverso partite gustosissime. Spero di riuscire a convincerlo».
Quel Mertens lì….
«E’ un fuoriclasse, ma in campo e fuori. Scherziamo tanto, ragazzo eccezionale. E poi quando ti punta… Io in giro mica ne vedo poi tanti bravi come lui….!».
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